Edge of Eternity - Recensione
Tra magia e tecnologia, una nuova fantastica avventura ha inizio.
di Revil-Rosa
Nei videogiochi questo è meno sentito perché non bastava accendere la tv ad una certa ora per vedere il prodotto di cui parlavano tutti, ma nonostante ci volesse una certa dose di ricerca o fortuna, titoli come Final Fantasy hanno fatto lo stesso effetto su software house e giocatori. Quante storie sono nate prendendo ispirazione dalle gesta dei Guerrieri della Luce mossi dai Cristalli, quanti mondi hanno visto una guerra tra magia e tecnologia, sullo sfondo del classico conflitto tra luce e buio. Luce e buio, così come magia e tecnologia, non sono certo contrapposizioni inventate da Final Fantasy, ma è indubbio che molti giochi di ruolo -soprattutto degli anni '90- abbiano preso spunto proprio dalla serie di Sakaguchi e oggi lo stesso Midgar Studio, casa francese indipendente, compone la propria lettera d'amore verso quelle avventure alla (final) fantasy anni '90 e con il nome di Edge of Eternity mettono sul tavolo tutta la loro passione.
Forte di atmosfere classiche e una cura moderna, Edge of Eternity segna il debutto del promettente Midgar Studio.
Un mondo rigoglioso e pacifico viene preso d'assalto da misteriose forze spaziali, interessate a conquistare la terra per ottenerne le risorse. Gli invasori hanno una potenza di gran lunga superiore a quella dei terrestri e una misteriosa malattia detta Corrosione strema le truppe aggravando ancora di più la situazione, ma l'umanità stringe i denti e la guerra si protrae per anni. Daryon è uno dei tanti soldati "volontari" che sono andati al fronte per difendere le proprie famiglie e insieme alla sua squadra è riuscito a farsi una buona reputazione in battaglia. Un giorno, un inaspettatamente grosso plotone nemico invade il campo e le aree limitrofe, distruggendo tutto ciò che incontrano sulla strada. In mezzo a caos e disperazione, Daryon assapora per la prima volta l'amara sconfitta e scopre il vero e spietato volto dell'esercito di cui fa parte. Memore della lettera inviatale dalla sorella, il giovane abbandona ciò che rimane del campo e diserta per recarsi dalla sorella, la quale afferma di aver trovato una cura per la Corrosione, la terribile malattia che tra le numerose vittime annovera anche la madre adottiva dei due.Inizia così il viaggio di Daryon e Selene, due fratelli determinati a salvare la madre seguendo una pista tutt'altro che sicura e affidabile verso una fantomatica cura. Inutile dire che il viaggio dei due protagonisti porterà il giocatore ad esplorare il vasto e bellissimo mondo di gioco, tra grandi e popolose città ad evocative grotte cristalline, tra foreste rigogliose ricche di peculiari forme di flora e fauna fino ai più misteriosi e bizzarri antri, il tutto supportato da panorami mozzafiato dal design estremamente ispirato e dai colori sgargianti. Personaggi bizzarri e simpatici, civiltà arcaiche e aliene, segreti e motivazioni nascoste sono tutti ingredienti che danno vita ad un'avventura entusiasmante che strizza volutamente l'occhio alle grandi epopee a cui i giochi di ruolo degli anni '90 ci hanno abituato.
Come già detto all'inizio, Edge of Eternity è per sua stessa ammissione una lettera d'amore ai Final Fantasy pre-2000, oseremmo dire con una particolare attenzione per i capitoli dal 6 al 9, al leggendario Xenogears e a tutto quel filone - non necessariamente Square o Enix - di avventure magiche che ponevano il viaggio e l'immersione in mondi fantastici al centro dell'esperienza. Il cuore di Edge of Eternity risiede proprio nel sense of wonder conferito dagli splendidi paesaggi e ogni battito enfatizza l'atmosfera generale grazie ad una narrazione incalzante e suggestiva che dona spessore e credibilità ad eventi e personaggi per un risultato finale che ci riporta spiritualmente al tempo dei grandi classici della prima Playstation.
Nonostante la dichiarazione di intenti, Midgar Studio non ha le risorse di un Final Fantasy XV e questo si nota nei modelli poligonali dei personaggi che, pur essendo più che dignitosi ed estremamente godibili nel contesto, non brillano come altri esponenti del genere. Quello che alla casa francese manca in fatto di grafica viene ampiamente compensato dalla passione per il genere: i dialoghi sono ispirati e credibili, situazioni e personaggi riescono nella difficile impresa di accostarsi a quelli di un tempo senza però risultare ruffiani, inutilmente citazionisti o anche solo delle brutte copie. Edge of Eternity riesce in tutto e per tutto a riportarci negli anni '90 pur offrendo accorgimenti e migliorie che è lecito aspettarsi in un gioco moderno. Se proprio si volesse muovere una critica all'esperienza offerta dal titolo francese è che sembra proprio di giocare un jrpg, vanificando tutta la potenzialità che la scuola francofona-europea potrebbe offrire al genere dei giochi di ruolo, uscendo dal contesto 'libertà ad ogni costo' e orientandosi verso una narrazione più impostata e definita. Detto questo, muovere un'obiezione del genere sarebbe poco significativo sicché l'obiettivo di Edge of Eternity era proprio quello di creare un jrpg anni '90 moderno, pur mantenendo quel feeling con world map, combattimenti a turni, dinamiche e tutto il resto. Inutile dire che ci sono riusciti alla grande.
Lato gameplay Edge of Eternity non rivoluziona nulla, ma prende e riadatta il meglio che si è visto nel ricco periodo pre-2000 per un'esperienza globale più che godibile. Perdersi nell'esplorazione è un vero piacere grazie alle bellissime ambientazioni e alla loro ricchezza: risorse per il crafting, bauli dei tesori, enigmi, missioni secondarie e nemici comuni o speciali riempono la via tra un'area e l'altra lasciando ai giocatori la possibilità di approfondire ogni angolo o di tirare dritto verso la meta, in entrambi i casi si rimarrà catturati dall'incredibile fascino di Edge of Eternity e delle sue creature.
Il gameplay è semplice e funzionale, ma proprio per questo raggiunge il suo massimo quando si hanno a disposizione più membri del party. In battaglia una ATB fortemente influenzata dalle statistiche scandisce i turni dei personaggi all'interno di un'arena a blocchi esagonali che porta la strategia 3D alla Chrono Trigger, dove i mostri visti nella mappa di gioco si uniscono allo scontro in modo più o meno simili a come erano disposti, in un contesto più vicino alle atmosfere di un Final Fantasy VIII.
Ogni blocco della griglia di combattimento può ospitare in genere fino a 4 membri della stessa squadra e i personaggi all'interno possono attaccare quelli nei blocchi vicini... o entro un certo raggio a seconda delle armi e mosse scelete. Svariate abilità assegnabili lasciano ampio margine di personalizzazione per ogni membro del gruppo, il quale potrà inserire delle gemme nel proprio equipaggiamento che conferiranno bonus alle statistiche e mosse speciali da usare in battaglia, similmente alle Materie di Final Fantasy VII unite alla Sferografia di Final Fantasy X. Il campo di battaglia è fortemente influenzato dalla world map, difatti questa è spesso costellata di cristalli che donano bonus o malus ai personaggi vicini o di altri elementi naturali che talvolta fungono da catalizzatori per certi effetti (lanciare un tuono su un personaggio con mezzo busto in un lago sarà decisamente più efficace) oppure da ostacoli che limitano il numero di personaggi che possono stanziare nel blocco o che direttamente lo rendono inagibile. A tutto questo si aggiungono le varianti atmosferiche come pioggia, caldo o neve, queste arrivano in modo più o meno casuale a seconda dell'area e influenzano eventuali debolezze o resistenze di certi nemici. Vista questa attenzione sarebbe stato lecito aspettarsi qualche boost difensivo in caso di un'area con ruderi o altre fonti di riparo, ma non è questo il caso e tali dettagli non sono che una piacevole variazione estetica.
Una buona dose di strategia per un sistema di combattimento non particolarmente originale, ma decisamente valido con un bilanciamento ottimo affinato in circa 4 anni di Early Access su Pc, anni che hanno permesso a Edge of Eternity di arrivare su console nella sua forma migliore possibile, capace di stregare in egual modo sia chi ne viene dai titoli che hanno ispirato l'avventura di Daryon e chi non ha mai avuto il piacere di immergersi in quei mondi. Menzione d'onore alla colonna sonora, la quale offre alcune tracce veramente orecchiabili e sempre in tema con le melodie a cui ci ha abituato Nobuo Uematsu, sebbene non si abbia quella stessa grande varietà che ha contraddistinto le sue composizione e, per questo, in certe fasi la ripetitività delle stesse potrebbe venire un po' a noia. Ottimo anche il doppiaggio, inaspettatamente (vista la natura indipendente dello studio) presente sia in inglese che in giapponese.
GIUDIZIO FINALE
Edge of Eternity è una lettera d'amore ai giochi di ruolo giapponesi degli anni '90, riesce a prendere il meglio che il genere ha offerto in quegli anni per quanto riguarda impostazioni e atmosfere e rielabora il tutto in una chiave moderna, limando dove necessario per un'esperienza di gioco estremamente piacevole, capace di stregare in egual modo chi quei titoli li ha vissuti all'epoca e chi non ne ha mai sentito parlare. E' innegabile che nelle prime fasi di gioco si abbia la sensazione di giocare ad un Fan-made Final Fantasy tra similitudini estetiche Daryon-Noctis e costanti rimandi ai Cristalli e alla loro importanza nel mondo, tuttavia proseguendo nell'avventura Edge of Eternity perde poco alla volta quella placca e lascia spazio al suo stile unico, pur non tradendo mai le atmosfere magiche dei jrpg anni '90. Il gioco di Midgar Studio è una piccola perla che non inventa nulla di nuovo, ma che propone tutto ciò che ha fatto innamorare il mondo di un genere e proprio per questo merita di essere giocato da tutti coloro che hanno anche solo apprezzato un esponente del genere.
Gioco testato su Playstation 5.