Chocobo GP - Recensione
Il ritorno del kart racing secondo Square non va proprio per il meglio
di Klarth Curtiss
18 marzo 1999, questa è la data in cui quella che un tempo era conosciuta come Squaresoft pubblicò in terra nipponica Chocobo Racing, ossia quella che doveva essere la risposta allo strapotere di Mario Kart, un titolo che proponesse le ambientazioni ed i personaggi dell'amata saga di Chocobo Mystery Dungeon ed addirittura un paio provenienti da Final Fantasy e Parasite Eve intenti a gareggiare per la prima posizione, il titolo ottenne un discreto successo e nell'ottobre dello stesso anno venne portato anche in europa (seppur con un successo minore, poiché appena giorni dopo la sua uscita arrivò l'amatissimo Crash Team Racing); dopo aver cancellato nel 2013 il progetto Chocobo Racing 3D destinato al 3DS di Nintendo, lo scorso 11 marzo è finalmente arrivato sui nostri scaffali Chocobo GP, titolo in esclusiva per Nintendo Switch che doveva riproporre la serie in una veste più moderna, ma sarà andato tutto come previsto? Scopritelo nella nostra recensione!
La trama alla base di Chocobo GP non è altro che un semplice pretesto per introdurre i molteplici corridori del titolo: durante una notte qualunque, un misterioso moguri inseguito dal perfido Gilgamesh riceve l'aiuto di una misteriosa entità di luce, accogliendola a tutti gli effetti dentro di sé e guadagnando un nuovo potere e la nuova identità di Racing Hero X, il moguri si sente così onnipotente che indice un torneo di corse promettendo a chiunque sarà in grado di vincerlo di esaudire il suo desiderio più grande, la proposta arriva anche alle orecchie del moguri Atla che insieme al suo compagno Chocobo chiederà aiuto al meccanico Cid per costruirgli un veicolo degno di vincere la gara, tutto ciò innescherà diverse situazioni che porteranno il cast ad espandersi fino ad un finale non chissà quanto strabiliante ma senz'altro che centra il segno.
Il gameplay ovviamente è quello classico del kart racing, basato sull'uso accurato della derapata e conseguente turbo per sorpassare i propri avversari, tuttavia è nelle capacità offensive che la differenza a livello di gameplay è da ricercarsi in Chocobo GP, è infatti possibile accumulare diverse cariche dello stesso potenziamento per scatenarne una versione più efficace e devastante, inoltre ogni personaggio ha a disposizione un proprio potere caratteristico, che va dall'erigere barriere a sparare palle di fuoco a creare anelli per il turbo, le possibilità strategiche sono tantissime e non si limitano quindi solo alle statistiche del singolo personaggio (statistiche comunque modificabili tramite la scelta del veicolo).
Le modalità sono ovviamente tutte quelle che vi aspettereste di trovare in un titolo del genere: avventura, prova a tempo, scontro, più le varie modalità online.
Tuttavia non sono tutti guil quelli che luccicano e per quanto all'apparenza il gioco si presenti bene ha comunque molti difetti che non possiamo trascurare, il primo senz'altro dovuto allo strano sistema di sblocco dei personaggi, infatti mentre quelli legati alla storia verranno resi disponibili all'uso una volta terminato un determinato capitolo, le varie evocazioni (Ifrit, Shiva, Ramuh ecc.) verranno rese disponibili nel negozio ed andranno acquistate con dei biglietti ottenibili o accumulando magicite durante le corse oppure completando le sfide della modalità storia, sfide tra l'altro tutt'altro che facili, poiché richiedono il completamento di obiettivi come tempi quasi perfetti o addirittura finire ogni singolo giro in prima posizione, cosa che ci porta a parlare del prossimo difetto, ossia l'IA ed i tracciati, perfino a difficoltà principiante infatti l'intelligenza artificiale dei nostri corridori risulta scaltra a livelli inumani, sfruttando le derapate in curva perfettamente e indirizzando su di noi gli attacchi con una precisione millimetrica, cosa che ci porterà a perdere velocemente posizioni sia perché lo stordimento dopo essere stati colpiti risulta davvero troppo lungo (laddove in titoli come Crash Team Racing Nitro Fueled una volta tornati sulle quattro ruote possiamo istantaneamente ripartire, in Chocobo GP saremo invece storditi per un altro secondo, cosa che darà ai nostri avversari una finestra di sorpasso incredibile) sia perché i tracciati non regalano opportunità per tornare in testa, non vi sono infatti scorciatoie o strade alternative da sfruttare ed in generale la geometria delle piste risulta davvero fin troppo semplice e ridotta a fare sempre un giro in cerchio, cosa che porta a far dominare la gara non a chi conosce bene la pista ma seplicemente a chi sa sfruttare meglio la derapata o ottiene il power up più op, decisamente un vero peccato.
Nota finale per la presenza del tanto odiato battle pass, che per quanto non ci sentiamo di criticare particolarmente (in fondo questo primo viene regalato a tutti) visto che anche il racing game di Crash Bandicoot aveva adottato una forma simile, riteniamo comunque che 200 livelli siano veramente troppi.
Per quanto riguarda il resto dei contenuti ci sentiamo di fare un plauso alla mole di personaggi presenti, circa 22, che per quanto presentino alcuni reskin portano anche in scena personaggi amati della serie come Terra, Vivi e Steiner, oltre a Cloud presente nel battle pass e Squall acquistabile giocando la modalità GP, inoltre possiamo assicurarvi che la storia presenta alcuni momenti davvero geniali che spaccano completamente la quarta parete o fanno giochi di parole davvero simpatici; la colonna sonora si difende bene e probabilmente già dopo un'ora la canzoncina del menù principale vi rimarrà incollata in testa.
Chocobo GP risulta essere un gioco piuttosto contradditorio, al fronte di un'offerta ludica notevole, uno stile grafico molto curato che farà la gioia dei più giovani ed una modalità storia molto simpatica presenta infatti al contempo uno sblocco dei contenuti veramente troppo lento, una semplicità disarmante delle piste ed un'IA in grado di mettere alla prova anche chi mastica kart racing dai tempi della PS1, aggiungiamoci la presenza di microtransazioni si opzionali ma comunque piuttosto invasive e possiamo tranquillamente dire che il titolo, per quanto divertente, rimane comunque una grande occasione sprecata che non è possibile consigliare totalmente né ai più giovani né ai più adulti.