The Caligula Effect Overdose - Recensione PS5
Meglio vivere comodi nella menzogna o affrontare la realtà?
di Revil-Rosa
La casa di sviluppo Furyu, in collaborazione con NIS America e Plaion, si prepara a presentare su Playstation 5 la riedizione di The Caligula Effect: Overdose, il gioco di ruolo ideato dal creatore della serie Persona, nato su Playstation Vita e che è stato poi migliorato ed espanso per arrivare su Playstation 4 con l'aggiunta del sottotitolo Overdose, riscuotendo un successo tale da portare anche alla nascita di una trasposizione anime del gioco e un sequel. Dal 2 giugno The Caligula Effect: Overdose arriverà nella sua versione migliore su Playstation 5. Dopo tutti questi passaggi di console, avrà mantenuto il suo smalto?
Dal creatore di Persona, torna su Playstation 5 il primo capitolo di The Caligula Effect!
Un altro anno è terminato alla scuola superiore Kishimai e i rappresentati degli studenti dei vari anni tengono il loro classico discorso, celebrando il proprio impegno e congratulandosi con chi è prossimo al diploma. Il rappresentante degli studenti del secondo anno, maschio o femmina a seconda della scelta del giocatore, finisce soddisfatto il proprio discorso. Mentre sta per cedere il posto, il protagonista nota qualcosa di raccapricciante: i volti dei professori e di molti studenti sfarfallano, rivelando delle inquietanti maschere nero pece. Mentre è ancora disturbato e impaurito dalla visione, il rappresentate del primo anno si rivolge a lui con tono freddo e canzonatorio. "Aah, te ne sei accorto, quindi riesci a vederli?"Mentre parla, anche il volto del ragazzo sfarfalla e dopo questo il povero protagonista non riesce a soffocare un urlo. Terrorizzato e confuso dalla visione, il giovane corre il più velocemente possibile lontano dalla scuola, sotto gli sguardi indifferenti o confusi dei compagni. Correndo a perdifiato lontano dalla scuola, lo studente si imbatte in un muro invisibile. Davanti a lui c'è una strada non dissimile da quella percorsa fino a quel momento, eppure una sorta di barriera gli impedisce di avanzare.
A placare la crescente paura del protagonista ci pensa la Virtual doll Mi, la idol digitale più famosa e ammirata del momento, la quale non esita nemmeno un secondo a interrompere il proprio concerto per andare da lui. La V-doll chiede al protagonista cosa ci sia che non vada e perché se ne voglia andare. Con dolcezza, Mi spiega che il mondo in cui si trovano si chiama Mobius ed è stato creato ad hoc da lei e da Aria, un'altra V-doll, per raccogliere le anime dei giovani infelici, radunandoli in un paradiso terrestre dove possano esprimersi al meglio e vivere contenti, ripetendo all'infinito le superiori così da vivere una vita senza le preoccupazioni e le pressioni generate dal mondo reale. Mossa dalla più candida delle motivazioni, la idol rimane spiazzata quando il protagonista le confessa che vuole solo tornare a casa e, di tutta risposta, lei decide di cancellargli la memoria e inserirlo nuovamente nel loop. Prima che questo accada, Aria fa la sua comparsa chiedendo a Mi di liberare gli studenti, quest'ultima però rifiuta e se ne va, assicurando che renderà Mobius perfetto per tutti. Mentre il protagonista assimila tutte le informazioni, lo studente Shogo Satake lo avvicina rivelandogli l'esistenza del Go-Home Club, un gruppo di persone che si sono accorte del loop e delle incongruenze del mondo in cui vivono. I membri del club sono studenti determinati a trovare un modo per tornare a casa.
Inizia così l'avventura del protagonista e del Go-Home Club verso una via di fuga per il mondo reale, un viaggio che porterà il gruppo nel cuore di Mobius e verso la verità celata nel cuore dei giovani studenti: persone incomprese e smarrite, spaventate dal futuro e dalle pressioni che la società esercita su di loro e che, proprio per questo, vogliono rimanere e preservare Mobius. Il Go-Home Club si scontrerà sia con gli studenti ignari del loop temporale, ormai così succubi del sistema da farne quasi parte, e con gli Ostinato Musicians, un gruppo di persone estremamente determinate a tenere in piedi il Mobius da collaborare direttamente con Mi, componendo canzoni per lei tramite le quali rafforza la stabilità del mondo fittizio e il controllo sugli studenti. La natura di Mobius e delle V-doll è più intricata di quello che sembra, nello specifico le V-doll amplificano ciò che sentono e provano le persone ed è proprio su questo filo delle emozioni che si va a costruire la trama e il gameplay di The Caligula Effect, richiamando in modo non particolarmente velato le atmosfere dei primi Persona. Ogni persona in Mobius è stata attirata nel loop proprio perché insoddisfatta della propria vita reale e il modo in cui le varie persone reagiscono ai propri "traumi" è parte integrante del comparto narrativo del gioco, portando la storia a scavare nella natura umana... sebbene in modo piuttosto superficiale.
Parlare di The Caligula Effect senza parlare di Persona è difficile, il legame che condividono le due serie non è forte come quello tra Pokémon e Nexomon, ma i punti comuni sono molti e la mano di Tadashi Satomi, autore di entrambe, si fa sentire. Dove Persona punta ad una maggiore spettacolarità, tirando in ballo demoni e paranormale, The Caligula Effect rimane più "ancorato alla realtà" proponendo spiegazioni para-scientifiche piuttosto che magiche. Icone e mostri del folklore non vengono scomodate per rendere interessanti i protagonisti, i demoni da affrontare sono direttamente quelli che ognuno di noi ha dentro... tuttavia dove Persona brilla con sottotrame e argomenti intriganti grazie ai Social Link, The Caligula Effect offre invece le Trauma Quest: una sequela di missioni secondarie incentrate su gli studenti che camminano per le location. Aiutando lo studente a superare il trauma che lo affligge, in modo molto superficiale e svogliato, si otterranno aumenti di statistica per il protagonista o oggetti vari. Le trauma quest sono più di 500 e non è necessario completarle tutte, ma se sulla carta sono un buon modo per far crescere i propri personaggi e da un lato può essere divertente ispezionare la mappa sociale per risolverne un gran numero, dall'altra parte è triste vedere banalizzati in questo modo i problemi che hanno portato le persone a finire nel loop di Mobius. Discorso diverso per il gruppo di protagonisti, loro hanno delle missioni più lunghe e articolate.
Alcuni punti cardine comuni a Persona e a Caligula rimangono, la forza per combattere ad esempio viene da dentro di sé e nasce dalla consapevolezza del proprio malessere e delle proprie capacità. Altro punto comune è la struttura ad archi narrativi incentrati sui singoli antagonisti. Mentre la storia avanza si va a scavare nei traumi di amici e nemici, rivelando che l'unica reale differenza tra Ostinato Musicians e Go-Home Club non è da cercarsi tanto nella sofferenza o nella determinazione bensì nel modo in cui si reagisce alle difficoltà: deciderete di affrontare il problema o di girarvi dall'altra parte? The Caligula Effect ci ricorda che è possibile perseguire entrambe le strade con la stessa forza di volontà e grazie alle aggiunte di Overdose questo risulta ancora più vero sicché sarà possibile scegliere da quale parte schierarsi.
La direzione più infantile dei nemici dona un aspetto nuovo ed unico al titolo di Furyu, decisamente coerente con il "mondo di adolescenti" quale è Mobius e per questo estremamente più apprezzabile da chi oggi appartiene alla suddetta categoria. Detto questo, il gameplay risulta l'aspetto più caratteristico di The Caligula Effect, capace di mantenere fascino e peculiarità dei giochi di ruolo a turni con le action time bar, ma donando uno stile tutto suo, intrigante e funzionale sebbene un po' tedioso sul lungo andare. Nel gioco di Furyu le battaglie si combattono in gruppo, ogni personaggio ha le proprie statistiche uniche e una sua arma con le relative abilità offensive e di supporto, alle quali poi si aggiungono le azioni base comuni a tutti come il movimento o la difesa.
Il cuore del battle system di Caligua Effect risiede nel tempismo: ci vuole tempismo per concatenare gli attacchi dei compagni, ci vuole tempismo per difendersi dai colpi nemici e ci vuole tempismo per gestire risorse e spostamenti in modo efficiente. Ad aiutare il giocatore in questa necessaria ricerca del carpe diem ci pensa la V-doll Aria, la quale darà una stima del risultato delle azioni scelte da amici e nemici, permettendo così al giocatore di comporre in modo oculato la propria sequenza di mosse. La previsione del futuro non è accurata al 100%, i colpi potrebbero mancare il bersaglio e scombinare la sequenza, la quale potrebbe contenere abilità che partono solo quando i nemici sono in determinati stati, tuttavia concatenare un ristretto numero di attacchi risulta poco efficiente sicché il cooldown seguito dall'ultimo colpo è molto maggiore di quelli eseguiti in sequenza.
I combattimenti risultano divertenti e stimolanti, soprattutto quando i nemici sono numerosi e i protagonisi hanno un buon valore di mira. Pianificare con cura e vedere che il risultato ottenuto è quello sperato e porta ad una vittoria contro nemici forti è davvero piacevole, ma questa doppia fase di selezione attacchi rende le battaglie non propriamente veloci, anzi, alla lunga tende a risultare tedioso e pedante. Quando il nemico è uno si tende a lanciargli addosso una sequela di mosse generiche senza pianificare alcun che, vanificando completamente l'eleganza del sistema di combattimento mentre quando si affrontano nemici con un alto valore di evasione risulta frustrante vedere che la pianificazione fallisce quasi sempre, costringendo il giocatore a selezionare poche mosse oppure ad utilzzare colpi che non si concatenano particolarmente tra loro.
Dal punto di vista grafico, The Caligula Effect: Overdose si porta dietro tutti i limiti di Playstation Vita, console che non sfigura troppo nemmeno dopo tutti questi anni, ma che sul grande schermo fatica non poco: ambientazioni vuote e poco incisive, movenze nelle presentazioni non troppo precise ed espressività interamente relegata alla silohuette 2D del personaggio piuttosto che al modello poligonale sono tutti "problemi" che su portatile si fanno fatica a notare ma che su televisore appaiono fin troppo palesi. Detto questo, il boost di velocità nei caricamenti offerto su Playstation 5 rende lo spostamento tra le aree istantaneo e l'esplorazione ne guadagna moltissimo. Menzione d'onore anche alla colonna sonora, la traccia di esplorazione e battaglia cambia a seconda dell'arco narrativo e l'intento dovrebbe essere quello di presentare il nemico con una musica che lo rappresenti, tuttavia il fatto che lo stile resti sempre quello delle J-pop idol smorza molto questo aspetto, rendendo la colonna sonora più omogenea di quanto non avrebbe voluto essere. Almeno alle orecchie di un profano del genere.
GIUDIZIO FINALE
Bollare The Caligula Effect come un titolo che cerca di cavalcare l'onda del successo dei Persona è una tentazione forte, dopotutto avendo una tematica principale simile e la scrittura alla base dello stesso autore non è difficile trovare punti comuni tra le due serie. Un'analisi così superficiale sarebbe però ingiusta nei confrinti del gioco di Furyu che, come dimostrato anche nel suo successore, cerca di definire una propria identità, più vicina alla freddezza dei primi due capitoli di Persona piuttosto che alla drammaticità-shonen degli ultimi tre. Detto questo, il risultato finale resta estramemente godibile ai fan della serie Atlus, in particolare a quelli che hanno ancora Mass Destruction come suoneria del cellulare.
Sulla carta The Caligula Effect: Overdose offre molti spunti davvero intriganti, sia per trama che per gameplay, tuttavia non riesce mai a spiccare davvero il volo a causa di una gestione un po' troppo superficiale di tematiche e funzionalità. La riproposta del gioco su Playstation 5 non offre migliorie particolari, fatta eccezione per gli apprezzatissimi caricamenti super veloci, ma vista la difficoltà nel reperire il titolo in formato fisico avere l'introduzione di una nuova versione nel mercato è forse il più grande pregio del porting.
Sulla carta The Caligula Effect: Overdose offre molti spunti davvero intriganti, sia per trama che per gameplay, tuttavia non riesce mai a spiccare davvero il volo a causa di una gestione un po' troppo superficiale di tematiche e funzionalità. La riproposta del gioco su Playstation 5 non offre migliorie particolari, fatta eccezione per gli apprezzatissimi caricamenti super veloci, ma vista la difficoltà nel reperire il titolo in formato fisico avere l'introduzione di una nuova versione nel mercato è forse il più grande pregio del porting.
Gioco testato su Playstation 5. Questa recensione tiene conto sia della riedizione che del gioco in sé, ma è scritta da una persona diversa rispetto alla precedente pertanto il voto finale non è da mettere in paragone con la recensione della versione Playstation 4 di The Caligula Effect Overdose.