Front Mission 1st Remake - Recensione
Il primo capitolo di una serie poco nota arriva su Playstation e Xbox, sperabilmente aprendo le porte anche ai successivi capitoli.
di Revil-Rosa
Quella di Front Mission è una saga di wargame nata nel 1995 su Super Nintendo, periodo e console che hanno dato i natali a molte serie note e in cui la sperimentazione era una realtà all'ordine del giorno. Quello che stupisce di Front Mission è la sua natura multimediale e in un certo senso mutevole: al debutto in patria del primo capitolo è stato infatti anche fatto uscire un radiodramma (!) di dieci episodi e i capitoli successivi hanno spaziato anche su generi diversi dallo strategico a scacchiera, pur rimanendo sempre nella stessa timeline ed espandendo la ricca lore del mondo. La serie non è particolarmente nota in occidente, complice l'uscita sfasata rispetto al Giappone – destino toccato anche ad altre serie del tempo, come ad esempio Romancing SaGa – ma la già citata operazione di rispolvero di Square-Enix sta permettendo a vecchi e nuovi giocatori di (ri)scoprire titoli prima mai sentiti e quale modo migliore di approcciarsi all'universo bellico di Front Mission se non con il Remake del primo capitolo?
I have never advocated war except as means of peace, so seek peace, but prepare for war. Because war... War never changes. War is like winter and winter is coming. - Ulysses S. Grant
Front Mission è ambientato in un futuro ormai non più così distante, gli eventi infatti prendono piede nel 2090 dopo che il mondo ha subito alcuni grossi cambi politici durante il secolo precedente: I paesi di oggi si sono per lo più uniti andando a formare nuove macro-nazioni e tra assestamenti vari, compromessi e alcune tensioni, bene o male alla fine si vive in un contesto relativamente pacifico. Il protagonista degli eventi è Royd Clive, un promettente soldato dell'OCU (Oceania Cooperative Union) che ha fatto carriera velocemente grazie alle proprie abilità di pilota di Wanzer, i mecha usati in combattimento, attraverso il quale ha guadagnato molti meriti fino a diventare comandante. Spostato da una zona critica all'altra, Royd viene assegnato all'isola di Huffman, un territorio conteso dall'OCU e dalla USN (United States of the New Continent – ovvero l'unione di Nord e Sud America) dove i cittadini delle due nazioni convivono spartendosi più o meno metà dell'isola a testa.
Un giorno, durante quella che sembra una normale giornata di pattugliamento del confine, Royd e la sua unità ricevono l'ordine di controllare una certa struttura abbandonata dove si dice siano stati visti soldati della USN. Il gruppo si reca a destinazione e la scout in avanscoperta Karen Meure, fidanzata del protagonista, vede qualcosa che non avrebbe dovuto e rimane coinvolta e uccisa in un'imboscata da parte dei soldati della USN. Accusati di aver violato il trattato di non-invasione, la squadra di Royd viene bandita dall'esercito ma ormai il danno è fatto e la guerra tra OCU e USN si scatena sull'isola di Huffman.
Passa il tempo e Royd, tormentato dal senso di colpa per la morte dell'amata sotto il suo comando, si guadagna da vivere combattendo nell'Arena e vincendo gli incontri con il suo wanzer finché un giorno non viene reclutato dal colonnello Olsen per prestare servizio come mercenario dell'OCU. Inizialmente riluttante all'idea, alla fine Royd accetta l'incarico vedendolo come un'occasione per scoprire la verità sulla morte di Karen ed è così che inizia l'avventura bellica di Front Mission. Da notare che il Remake, similmente alla versione espansa uscita su Nintendo DS, aggiunge una nuova storia oltre a quella di Royd Clive: vestendo i panni di Kevin Greenfield, soldato della USN, il giocatore assiste ai fatti che hanno portato all'imboscata a Karen e alle macchinazioni che hanno fatto scatenare il sanguinoso conflitto sull'isola.
Le due storie sono intrecciate e danno una maggiore lustro all'altra, esplicitando meglio i principi di causa-effetto delle vicende, ma nonostante tale aggiunta migliori sensibilmente il gioco, la narrazione diretta e dai ritmi lenti non trasmette il giusto pathos delle scene e, nonstante il simpatico cast di protagonisti, Front Mission 1st finisce per essere solo una non troppo brillante storia di guerra che, se a metà anni '90 poteva risultare accattivante, oggi si perde un po' nel mare di uscite. Detto questo, uno degli elementi più interessanti di Front Mission è la sua natura interconnessa con i vari capitoli successivi, spesso con storie slegate ma che aggiungono elementi che meglio contestualizzano cause ed effetto dei conflitti e delle motivazioni dei personaggi e degli eventi, aggiungendo uno strato più profondo alle nuove e alle vecchie vicende. Dunque se questo primo capitolo può non risultare così incisivo, non è da escludere che i successivi possano farlo brillare, proprio come la storia di Kevin fa con quella di Royd e viceversa.
Sul fronte gameplay, Front Mission è squisitamente vecchia scuola. Le spiegazioni sintetiche e sommarie del sistema di gioco, apparentemente semplice, nascondono una elegante complessità di fondo che si palesa fin da subito grazie a dinamiche spartane e senza pietà. Se nelle prime fasi il gioco può risultare ingiusto ed eccessivamente difficile, quasi frustrante, una volta presa confidenza con le meccaniche e con la personalizzazione dei wanzer da schierare in campo le missioni risulteranno piuttosto stimolanti. Poter regolare la difficoltà in ogni momento aiuta i giocatori a gestire al meglio le proprie esigenze, diminuendo o incrementando il livello di sfida a seconda di come ci si sente. Front Mission 1st si divide sostanzialmente in due fasi: preparazione e combattimento.
Durante le fasi di preparazione il giocatore è libero di spostarsi nelle varie città della mappa, organizzare le proprie risorse o combattere nell'arena. L'arena in particolare è fondamentale nell'economia del gioco non solo perché è un'ottima fonte di punti esperienza, ma soprattutto perché è il modo migliore per accumulare fondi da investire per migliorare i propri mecha. Senza mecha ben equipaggiati è impossibile vincere le battaglie e, soprattutto nelle prime fasi, potenziare tutto il team con le ultime armi è fondamentale per superare le sfide. Le battaglie sono le classiche da startegici a scacchiera, a turno il giocatore e la cpu muovono i propri mecha e attaccanano le unità nemiche. Non ci sono reali mosse speciali, gli attacchi differiscono in base alle armi equipaggiate e tutti possono usare tutto, ma alcuni piloti hanno abilità particolari che si attivano casualmente e una maggiore affinità con alcune categorie di armi. I combattimenti tra wanzer seguono dinamiche particolari, il poco controllo e la casualità dei risvolti difficilmente potrebbero rientrare nel game design di un gioco moderno e se da un lato rende gli scontri più emozionanti, dall'altro a volte li rende frustranti.
Esistono tre categorie di armi e tutti possono usare tutto: lungo raggio, corto raggio e mischia. Le armi a lungo raggio, come suggerisce il nome, possono colpire i nemici da più caselle di distanza e non permettono all'unità nemica di contrattaccare, a differenza degli attacchi a corto raggio o in mischia, colpi che tra l'altro si possono effettuare solo tra wanzer adiacenti.
A seconda dell'arma equipaggiata i wanzer attaccheranno una o più parti del nemico ed è proprio la grande personalizzazione, unita al poco controllo, ciò che rende il gamplay di Front Mission interessante. La forte componente casuale degli scontri richiede un'attenzione maggiore nella personalizzazione del proprio gruppo perché un wanzer molto potente potrebbe venire sconfitto da uno molto più debole semplicemente perché quest'ultimo ha avuto la fortuna di colpire sempre e solo il torso, parte che se compromessa porta alla distruzione dell'unità, oppure perché una serie di attacchi hanno reso inutilizzabili le braccia del wanzer, rendendolo di conseguenza impossibilitato a contrattaccare.
La fortuna gioca un ruolo importante negli scontri e, soprattutto nelle prime missioni, questo si avverte in maniera fin troppo palese perché le parti dei wanzer hanno pochi punti vita. Fortunatamente con l'avanzare delle missioni la strategia e la costruzione dei propri robot si fanno più importanti e gli scontri più strategici e meno alleatori, lasciando però sempre quell'emozionante senso di insicurezza dettata dalla casualità.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, è doveroso segnalare che questo recente Remake offre numerosi quality of life improvements rispetto all'originale per Super Nintendo e al precedente Remake per DS, pur restando fedele all'aspetto retrò del titolo. La colonna sonora, disponibile sia in versione rimasterizzata che originale, trasmette tutte le vibes di metà anni '90 così come i colori e i dialoghi sono un viaggio nel tempo in questo futuro rappresentato con gli occhi del passato, tuttavia la gestione dei salvataggi automatici è inspiegabilmente mal gestita e poco funzionale. Il gioco salva in automatico all'inizio di una missione ed è sempre possibile effettuare dei salvataggi manuali, anche nel bel mezzo della battaglia. Sfortunatamente selezionando Continua si finisce per caricare l'ultimo salvataggio automatico e non il più recente, rendendo quindi inutile tale opzione. Curioso inoltre come l'opzione "Ritirata" in una missione non porti semplicemente il giocatore alla schermata precedente, ma vanifichi anche tutte le personalizzazioni effettuate dopo il termine della missione precedente.
GIUDIZIO FINALE
Front Mission 1st Remake è uno strategico caratterizzato da dinamiche e atmosfere molto figlie dei suoi tempi, ma proprio per questo oggi risulta fresco e divertente. Confrontarsi oggi con un gameplay così spartano e dai risvolti così casuali spinge il giocatore ad affinare la propria strategia e ad adattarsi a sfide molto diverse da quelle a cui si è abituati, confrontandosi con difficoltà, situazioni e design che oggi nessuno si sognerebbe mai di proporre. La storia non brilla particolarmente, ma i fan dei contesti bellici troveranno pane per i loro denti e avranno piacere a scoprire il vasto mondo narrativo di Front Mission, di cui qui avranno solo un piccolo assaggio. Da non sottovalutare inoltre il fatto che tutto sia impreziosito dal character design di Yoshitaka Amano, artista noto per Final Fantasy e che oggi non si presterebbe mai a disegnare un intero cast di protagonisti, artwork e comparse ma che nel 1995, dovendo ancora affermarsi e non essendo la celebrità quale è oggi, appariva come uno dei tanti artisti e perciò possiamo goderci a prezzo budget il suo magistrale lavoro. In definitiva, il titolo di Square-Enix e Forever Entertainment è un piacevole passatempo per i fan più sfegatati degli strategici a scacchiera e per gli estimatori delle storie di guerra, ma la natura old-school del titolo difficilmente farà presa su chi non è appassionato di entrambi i mondi.
Gioco testato su Playstation 5.