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8.0/10
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Amante delle sperimentazioni, non posso sottrarmi da recensire un'amalgama cosi' particolareggiata, un'efficace miscela dove ogni singolo elemento mantiene inalterata la sua identità.
Si presenta con una "finta" opening, ironicamente trash e in totale controtendenza rispetto all'eticità, visiva e sonora, solitamente associata al culto dei samurai. Colori un po' troppo scuri, e chiari che non riescono a risaltare, mentre l'audio e' perfetto nel suo intento.
Il filone dell'ironia diventa quasi feroce nella seconda proposta, un paternalista e fanfarone gallo che, spinto dal desiderio di vendere un'ipotetica assicurazione, stravolge il mito dell'Arca; scontrandosi tuttavia con dei polli la cui apparente ignavia e' filtro per una visione disincantata della vita, incarnazione dello stereotipo della gang. Audio ancora impeccabile a mio avviso, stile curioso e non sgradevole, un po' pastellato.
Il terzo titolo, tecnicamente riuscitissimo, e' la classica rappresentazione di un mondo industriale e terroso, ove si percepisce un senso di fuga e continuo movimento, meccanico ma inesorabile; stile del disegno e scelte di luce e colore sublime.
Segue un'ironica e variopinta perla sui desideri di un adolescente, magnifico il setting e l'allusione simbolica alla fantasia come esplosione di luce e tinte; la base musicale e' ben nota, pezzo pregiato per quello che dall'anatomia dei personaggi sembrava un abominio, e che invece sorprende positivamente. Il principe azzurro poi, altro che puerile è una spietata materializzazione dell'antitesi sogno-erotismo
E se i sogni sono di un uomo pesce e un tavolino innamorato? metteteci una favola, neon brillanti, un mondo psichedelico e delle buone animazioni (come ricorda un intermezzo del disegnatore), e verrà fuori la quarta parte dell'OAV. Ma l'eroe che fine ha fatto? Calpestato, in un mondo a base di rock sesso e soldi, si rischia di perdere per un filo d'aria.
Breve epopea che si conclude con una sperimentazione nella sperimentazione. Uno "slice of live" visto attraverso gli occhi sognacchiosi di un calice di vino; curioso ma probabilmente il peggiore, sia per la resa grafica che per la scelta dell'atmosfera troppo sanguigna.

Cosa viene fuori da un prodotto bello da vedere e da sentire? Un prodotto bello da vedere e da sentire appunto, un vero e proprio divertissement che si rapporta all'arte con ironia, un incipit destinato per fortuna a non terminare.