Recensione
Tokyo Magnitude 8.0
9.0/10
Tokyo Magnitude 8.0 è forse l'anime che più mi ha colpito di questa stagione 2009. La storia, ambientata nell'ipotetico e verosimile scenario di una Tokyo colpita da un devastante terremoto, racconta il cammino per ritornare a casa di due fratelli, Mirai e Yuki che, in visita a una mostra di robotica sull'isola di Odaiba, si ritrovano coinvolti nel sisma in una situazione di drammatica emergenza. Aiutati dalla giovane Mari Kusanabe, una corriere motociclista, i due s'incamminano verso casa attraverso una città stravolta in cui le conseguenze del terremoto, morte, distruzione, dolore, sono sotto gli occhi di tutti. Realizzato superbamente per quanto attiene la ricostruzione dei luoghi e dello scenario post-sisma, Tokyo Magnitude non tende alla spettacolarizzazione dell'evento, non indugia più del necessario su corpi martoriati o sul sangue (invero pressochè assente), ma lascia trasparire più realisticamente le atmosfere di una simile disgrazia attraverso tutta la gestione dell'emergenza, i piccoli grandi dolori di ciascuno, i rinnovati legami "comunitari" che si creano tra persone che, in una situazione normale, passerebbero oltre come ombre indefinite di perfetti sconosciuti. D'altronde, se qualcuno avesse avuto la sfortuna di vivere un evento simile, sa benissimo che è la desolazione ciò che più colpisce, il vedere la propria casa, gli edifici simbolo della propria città distrutti (in questo caso la Tokyo Tower o il Rainbow Bridge), la calca di persone in cerca di aiuti e di sostentamento, i sacchi per i cadaveri, la ricerca dei superstiti, gli scavi... Dopo una prima parte più a tutto tondo, la storia si concentra sui tre protagonisti, sulle loro ansie e paure di non rivedere i propri cari e la propria casa verso cui sono incamminati, prendendo sviluppi che, dall'ottavo episodio, verranno chiariti solo nel commovente finale (forse eccessivo?), lasciando di sasso i meno attenti (è consigliabile osservare sempre con attenzione ogni dettaglio, i volti e le espressioni di Mari) e restituendoci una protagonista, Mirai, profondamente maturata e cresciuta da questa terribile esperienza. Accostato da alcuni al celebre "Una tomba per le lucciole" di Takahata, Tokyo Magnitude 8.0 ripropone in effetti la vicenda di due fratelli (in questo caso Mirai, la ragazzina, è la sorella maggiore) in un contesto di tragica emergenza e uno sviluppo "paranormale", ma non voglio esprimermi sul se e quanto si possano accostare i due prodotti, credo che ognuno potrà trarre le sue conclusioni. Certo è che la prima visione può perdere a tratti di mordente, apparire financo noiosa in alcuni momenti; per apprezzarlo compiutamente e coglierne ogni sfaccettatura consiglio una seconda visione, personalmente così ne ho apprezzato e ne ho colto le diverse sfumature molto meglio.