Recensione
Black Lagoon
8.0/10
Black Lagoon è una serie capace di conquistare immediatamente lo spettatore che le si avvicina con l'intenzione di provarla. Fin dall'inizio, si distacca dai canoni di altre serie simili, infrangendone le basi principali: infatti si tratta di una storia che non segue una trama unica e definita, ma più che altro si tratta di varie missioni, suddivise ciascuna su un numero indefinito di episodi, quasi autoconclusive e che difficilmente vedono il finale che i nostri eroi avevano preventivato.
Le vicende partono quando un certo Rokuro Hokaji viene mandato dalla sua ditta a compiere un viaggio di lavoro per una consegna; Rokuro purtroppo viene rapito da alcuni pirati/mercenari, e, dato per morto dall'azienda che gli dava il lavoro perchè considerato un elemento irrilevante e ora anche causa di fastidi, è costretto a cambiare vita dopo essersi ritrovato da solo, ma con una seconda possibiltà: quella di rinascere e non essere più lo zerbino che era un tempo. Finirà così al seguito degli stessi mercenari che lo avevano rapito, i quali sono privi di ideali e senza bandiera, stanno semplicemente al soldo di chi fa loro una richiesta e di chi riesce a pagarli di più. Nonostante il suo passato da impiegatucolo, Rokuro (ora ribattezzato Rock) riesce ad amalgamarsi alla Lagoon Company, nonostante egli sia incapace di fare tutto quello che un simile lavoro richiede, come ad esempio maneggiare una pistola e uccidere a sangue freddo.
Violento, sanguinoso e volgarotto nel linguaggio, Black Lagoon presenta delle location da sogno: le città dell'estremo oriente raffigurate in questa opera hanno un fascino onirico e sognatore difficile da riprodurre, tuttavia qui il risultato è quasi perfetto. Piccole città disperse nel mondo e dimenticate da Dio, nascondono in realtà pericolose insidie celando un universo cattivo, nauseante e corrotto che rende difficile la vita anche al peggior essere umano sulla Terra.
Le missioni, poi, in cui la Compagnia si trova coinvolta sono tutte particolari: spesso cominciano con dei lavoretti di tutto riposo e banali quanto basta a intascare denaro facile, ma poi va a finire sempre che si presenta qualche intoppo non previsto capace di coinvolgere perfino la mafia russa o l'esercito, e come sempre i membri della Lagoon si troveranno non solo a rischiare la vita, ma anche totalmente a bocca asciutta.
I disegni e le animazioni sono davvero buone, si avverte un pò di computer grafica, ma non c'è da preoccuparsi: non guasta affatto la visione perché non è eccessiva, come a volte può succedere in altri casi quando si vuol rendere migliore una scena d'azione ma si ottiene il risultato opposto. Tutto questo viene infine condito da musiche eccelse. La opening e la ending, che ci accompagnano lungo tutti i 12 episodi, riescono a completare quel senso di avventura, azione, pericolo e tuttavia angoscia che già di per se l'anime riesce e inculcarci.
Chi va al cinema a gustarsi spesso film colmi di sparatorie, acrobazie ed effetti speciali, non può perdersi questa delirante perla nipponica, la quale riesce sempre a lasciare, alla fine di ogni episodio, la voglia irrefrenabile di vedere quello successivo.
Le vicende partono quando un certo Rokuro Hokaji viene mandato dalla sua ditta a compiere un viaggio di lavoro per una consegna; Rokuro purtroppo viene rapito da alcuni pirati/mercenari, e, dato per morto dall'azienda che gli dava il lavoro perchè considerato un elemento irrilevante e ora anche causa di fastidi, è costretto a cambiare vita dopo essersi ritrovato da solo, ma con una seconda possibiltà: quella di rinascere e non essere più lo zerbino che era un tempo. Finirà così al seguito degli stessi mercenari che lo avevano rapito, i quali sono privi di ideali e senza bandiera, stanno semplicemente al soldo di chi fa loro una richiesta e di chi riesce a pagarli di più. Nonostante il suo passato da impiegatucolo, Rokuro (ora ribattezzato Rock) riesce ad amalgamarsi alla Lagoon Company, nonostante egli sia incapace di fare tutto quello che un simile lavoro richiede, come ad esempio maneggiare una pistola e uccidere a sangue freddo.
Violento, sanguinoso e volgarotto nel linguaggio, Black Lagoon presenta delle location da sogno: le città dell'estremo oriente raffigurate in questa opera hanno un fascino onirico e sognatore difficile da riprodurre, tuttavia qui il risultato è quasi perfetto. Piccole città disperse nel mondo e dimenticate da Dio, nascondono in realtà pericolose insidie celando un universo cattivo, nauseante e corrotto che rende difficile la vita anche al peggior essere umano sulla Terra.
Le missioni, poi, in cui la Compagnia si trova coinvolta sono tutte particolari: spesso cominciano con dei lavoretti di tutto riposo e banali quanto basta a intascare denaro facile, ma poi va a finire sempre che si presenta qualche intoppo non previsto capace di coinvolgere perfino la mafia russa o l'esercito, e come sempre i membri della Lagoon si troveranno non solo a rischiare la vita, ma anche totalmente a bocca asciutta.
I disegni e le animazioni sono davvero buone, si avverte un pò di computer grafica, ma non c'è da preoccuparsi: non guasta affatto la visione perché non è eccessiva, come a volte può succedere in altri casi quando si vuol rendere migliore una scena d'azione ma si ottiene il risultato opposto. Tutto questo viene infine condito da musiche eccelse. La opening e la ending, che ci accompagnano lungo tutti i 12 episodi, riescono a completare quel senso di avventura, azione, pericolo e tuttavia angoscia che già di per se l'anime riesce e inculcarci.
Chi va al cinema a gustarsi spesso film colmi di sparatorie, acrobazie ed effetti speciali, non può perdersi questa delirante perla nipponica, la quale riesce sempre a lasciare, alla fine di ogni episodio, la voglia irrefrenabile di vedere quello successivo.