Recensione
Gegege no Kitarou (2007)
10.0/10
Nato nel lontano 1959 come manga, dalla matita di Shigeru Mizuki, GeGeGe no Kitaro, per noi Kitaro dei cimiteri, si colloca come pietra fondamentale nel panorama manga e anime del Sol Levante. Sottovalutato quanto snobbato al di fuori del paese d’origine, non può non essere preso in considerazione dagli appassionati di storia della’animazione nipponica. Questa quinta stagione, trasmessa in patria da Fuji TV, evidenzia un netto miglioramento per le animazioni rispetto alle serie precedenti mantenendo un buon livello musicale - famosissima la sigla di apertura. Gli episodi sono autoconclusivi e vedono protagonista Kitaro, accompagnato dall’immancabile padre “bulbo oculare”, difendere da mostri e spettri malvagi gli umani che richiedono il suo aiuto inserendo una lettera nella sua casella.
Ampi i riferimenti al mondo del soprannaturale nipponico, infatti i suoi compagni, ad esempio Ittanmomen (tessuto di cotone lungo un tan), Sunakaka Baba (vecchia che getta sabbia), Nurikabe (parete imbiancata), affondano le proprie radici nelle credenze popolari, così come anche alcuni mostri come Gashadokuro, l’enorme scheletro della seconda puntata. Sicuramente da amante del Giappone uno dei miei anime preferiti.
Ampi i riferimenti al mondo del soprannaturale nipponico, infatti i suoi compagni, ad esempio Ittanmomen (tessuto di cotone lungo un tan), Sunakaka Baba (vecchia che getta sabbia), Nurikabe (parete imbiancata), affondano le proprie radici nelle credenze popolari, così come anche alcuni mostri come Gashadokuro, l’enorme scheletro della seconda puntata. Sicuramente da amante del Giappone uno dei miei anime preferiti.