Recensione
Recensione di DeborohWalker
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Otto anni dopo la realizzazione de Il torneo di Miifan, nel 1996 esce nelle sale cinematografiche giapponesi il quarto film dedicato alle avventure del piccolo Goku; realizzato dopo un anno dall'ultimo film di Dragon Ball Z, e offerto al pubblico nello stesso periodo della messa in onda dei primi episodi di Dragon Ball GT, "Il cammino dell'eroe" è tuttora l'ultimo prodotto cinematografico animato ispirato al manga di Toriyama, e si può considerare tranquillamente il migliore che sia mai stato fatto. Il progetto nasce per celebrare il 10° anniversario di Dragon Ball e riesce a farlo nel modo migliore mescolando in maniera ottimale quanto più ci fosse di buono nella prima parte della saga, ovvero le trame leggere dai toni scanzonati e i personaggi ben caratterizzati.
La vicenda fonde le prime due ricerche delle sfere del drago, introducendo volta per volta i componenti del cast principale (anche se in una sequenza differente, lasciando Muten per ultimo) inserendo il Red Ribbon come minaccia nel corso di tutto il film: ecco quindi comparire la Muscle Tower (purtroppo priva di Murasaki e Sproing), il generale Blue al comando delle sue navi pronte a sferrare un attacco marino, e infine l'assalto alla base del Red Ribbon, dove si ripete il "passaggio di consegne" tra Red e Black e il conseguente combattimento finale col robottone.
Molte sono le scene già lette nel manga, ma in questa versione funzionano più che nelle precedenti versioni animate, soprattutto dal rinnovato stile estetico che richiama la serie animata GT, essendo questo lungometraggio realizzato dal medesimo staff; la colorazione e le animazioni sono superiori a quanto visto in precedenza, ed è un piacere che una trama così ben fatta nella sua semplicità possa contare finalmente di una degna realizzazione tecnica. Il nuovo character design propone una versione rinnovata dei personaggi senza snaturare il tratto originario di Toriyama; gli unici che ne escono un po' male sono gli ufficiali del Red Ribbon, in particolare White (completamente modificato, chissà perché), Red e Black, tutti con nasoni e mascelloni.
<b>ATTENZIONE! POSSIBILE SPOILER!</b>
La trama procede spedita ma riesce a sviluppare tutte le sequenze in successione senza far sembrare il processo particolarmente affrettato, ogni evento ha lo spazio necessario per raccontarlo; unico squilibrio nella vicenda è la lotta finale contro l'esoscheletro di Black, l'unico passaggio lento e forse un po' troppo diluito.
La trovata più intelligente del film è invece l'operazione volta a nobilitare Ottone, al quale viene dedicato un bel po' di tempo al termine della sequenza alla Muscle Tower; per rinsaldare la sua amicizia con Goku, l'androide interverrà poi nel combattimento conclusivo sacrificando la sua vita, ma Goku lo resusciterà con le sfere (al posto di Bora, assente nel film) rendendo la scena finale molto più emozionante.
<b>FINE SPOILER</b>
Le musiche si discostano dai brani già conosciuti, essendo stati utilizzate melodie originali o prese in prestito da Dragon Ball GT, come la canzone che si sente durante i titoli di coda, nata come opening per la nuova serie animata.
Insomma, un ottimo riassunto che riesce a sintetizzare in un'ora e venti quanto di meglio ci fosse in Dragon Ball prima dell'arrivo di Z, Sayan, alieni vari e trasformazioni biondeggianti.
La vicenda fonde le prime due ricerche delle sfere del drago, introducendo volta per volta i componenti del cast principale (anche se in una sequenza differente, lasciando Muten per ultimo) inserendo il Red Ribbon come minaccia nel corso di tutto il film: ecco quindi comparire la Muscle Tower (purtroppo priva di Murasaki e Sproing), il generale Blue al comando delle sue navi pronte a sferrare un attacco marino, e infine l'assalto alla base del Red Ribbon, dove si ripete il "passaggio di consegne" tra Red e Black e il conseguente combattimento finale col robottone.
Molte sono le scene già lette nel manga, ma in questa versione funzionano più che nelle precedenti versioni animate, soprattutto dal rinnovato stile estetico che richiama la serie animata GT, essendo questo lungometraggio realizzato dal medesimo staff; la colorazione e le animazioni sono superiori a quanto visto in precedenza, ed è un piacere che una trama così ben fatta nella sua semplicità possa contare finalmente di una degna realizzazione tecnica. Il nuovo character design propone una versione rinnovata dei personaggi senza snaturare il tratto originario di Toriyama; gli unici che ne escono un po' male sono gli ufficiali del Red Ribbon, in particolare White (completamente modificato, chissà perché), Red e Black, tutti con nasoni e mascelloni.
<b>ATTENZIONE! POSSIBILE SPOILER!</b>
La trama procede spedita ma riesce a sviluppare tutte le sequenze in successione senza far sembrare il processo particolarmente affrettato, ogni evento ha lo spazio necessario per raccontarlo; unico squilibrio nella vicenda è la lotta finale contro l'esoscheletro di Black, l'unico passaggio lento e forse un po' troppo diluito.
La trovata più intelligente del film è invece l'operazione volta a nobilitare Ottone, al quale viene dedicato un bel po' di tempo al termine della sequenza alla Muscle Tower; per rinsaldare la sua amicizia con Goku, l'androide interverrà poi nel combattimento conclusivo sacrificando la sua vita, ma Goku lo resusciterà con le sfere (al posto di Bora, assente nel film) rendendo la scena finale molto più emozionante.
<b>FINE SPOILER</b>
Le musiche si discostano dai brani già conosciuti, essendo stati utilizzate melodie originali o prese in prestito da Dragon Ball GT, come la canzone che si sente durante i titoli di coda, nata come opening per la nuova serie animata.
Insomma, un ottimo riassunto che riesce a sintetizzare in un'ora e venti quanto di meglio ci fosse in Dragon Ball prima dell'arrivo di Z, Sayan, alieni vari e trasformazioni biondeggianti.