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10.0/10
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Prima di entrare nei dettagli, vorrei ricordare che Planetes, come Haibane Renmei, è una di quelle serie che parte lenta. Allo stesso modo dell'opera citata però è semplicemente uno degli anime più soddisfacenti che abbia mai visto. Planetes è una serie di ventisei episodi che ruota attorno alle prove e alle tribolazioni della unità di raccolta dei detriti spaziali della Corporation Technora. Il loro lavoro, che è proprio quello di raccogliere spazzatura pericolosa girando per lo spazio, non è di certo il massimo rispetto ad altre possibili professioni.

Nella storia siamo introdotti all'eclettico gruppo di protagonisti attraverso il personaggio principale, Ai Tanabe, una giovane ragazza, dal carattere ottimista, assegnata a questa sezione. La sua prospettiva sul tema della vita si scontra duramente con l'altro membro dell'equipaggio giapponese, Hachimaki, burbero e cinico ma comunque ha i suoi sogni e le motivazioni giuste per compiere grandi cose. Come questi due personaggi si sviluppino e si influenzino a vicenda è un aspetto significativo della storia. In effetti, uno dei punti di forza di Planetes sta proprio nella caratterizzazione dei personaggi, tutti molto simpatici, credibili e interessanti.
Oltre a Tanabe e Hachimaki, vi sono anche una serie di personaggi di nazionalità diverse. Questo aspetto mi è piaciuto particolarmente. Nessuno tra questi personaggi sono ridotti a stereotipi meschini, e anche gli antagonisti sono ben caratterizzati e dotati di una certa profondità psicologica. Ad esempio, i dirigenti della sezione Debris American, Philippe Myers e Arvind Ravi, provenienti dall' India, sono rappresentati inizialmente come opportunisti, odiosi e disposti a fare qualsiasi cosa per un aumento di paga. In seguito però si danno da fare nel convincerci del contrario.

Nonostante questo però quello rappresentato non è un futuro utopico in cui tutti gli uomini vivono felicemente insieme, perseguendo un obiettivo comune di esplorazione spaziale. Planetes infatti ritrae un'immagine molto realistica di ciò che potrebbe essere il futuro. Vi è un episodio che ruota attorno a un ingegnere proveniente da un paese devastato dalle guerre in Sud America. Egli cerca di vendere una sua invenzione, ma non è preso sul serio da nessuno, tranne che dalla sezione Debris. Essi infatti cercano in molti modi di aiutarlo, tentando addirittura di andare contro il benessere stesso della sezione. In questo contesto c'è una frase molto bella espressa proprio dall'ingegnere: <i>"Anche se non si possono vedere tutte le frontiere, da qui il mondo sembra unito..."</i>. Con questa affermazione vuole dire che nel mondo non dovrebbero esserci così tanti conflitti o barriere che impediscono a gente umile come lui, di sviluppare le proprie idee senza pressioni o "soffocamenti" di alcun genere.

Tornando allo schema narrativo dell'opera, si può dire che, mentre la prima metà potrebbe essere descritta come una serie di "racconti di vita" dei membri della Sezione Debris, il tono diventa molto più cupo e più emozionale nella metà finale. E' qui dunque che la serie brilla veramente, sia per lo sviluppo dei personaggi, così come per l'approfondimento di tante domande poste su temi come le disuguaglianze e le divisioni di classe. Ci sono alcuni momenti molto avvincenti e dolorosi degli episodi finali, e che culmineranno in uno dei finali più gratificanti e soddisfacenti che abbia mai visto in un anime.
Parlando come qualcuno che è in genere un po’ riluttante nel vedere anime fantascientifici, raccomando vivamente questa serie a chiunque vuole semplicemente vedere un anime di ottima fattura.