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<b>Attenzione: una buona recensione non può fare a meno di contenere spoilers, per quanto si cerchi di limitarli. Regolatevi di conseguenza.</b>

Sicuramente sono due le caratteristiche che per prime saltano all'occhio quando ci si accosta a questo bellissimo anime: l'originalità degli haibane e la lentezza della trama.
Certo, gli angeli non sono nuovi, ma qui essi non hanno alcun potere mistico, ma solo ali (inadatte al volo), aureola (antigravità e apparentemente magnetica, ma di nessuna utilità) e circostanze di nascita particolari. Queste ultime sono il motore della trama: gli Haibane nascono una seconda volta in un bozzolo, nel quale sognano; questo sogno toccherà loro interpretare, e capire, per poter ricevere la "benedizione" e lasciare il "micromondo", la città chiusa dalle mura, costruito per loro.
Qui abbiamo il primo snodo: alcuni haibane non hanno sogni, ma incubi, e sono "maledetti" da una colpa, sia essa della vita attuale (Reki) o passata (Rakka). Essi devono allora capire il sogno-incubo, compito reso più difficile dalla loro inconscia propensione a dimenticarlo, e ottenere il perdono per la loro colpa. Ecco, questo è il tema principale dell'anime, l'espiazione della colpa e il suo perdono.

Nella trama sono sì presenti molto buchi, ma questi sono lasciati all'immaginazione del pubblico: la cosa non infastidisce affatto, anzi è parte dell'atmosfera fantastica dell'anime. Con ciò mi ricollego alla lentezza di cui all'inizio: per le prime cinque puntate non succede nulla. O, perlomeno, nulla d'eccezionale: l'ordinario, che pur tale non è, ma lo diventa, è una cappa che copre tutto come una coperta e sembra subentrare quasi alla "routine" di questi angeli, alla loro quotidianità. Qualcosa di simile a Spice & Wolf. Lo straordinario diviene ordinario.
Un evento, la scomparsa di Kuu, cambia tutto: la quiete è rotta, il motore acceso, e i personaggi inizieranno a fare davvero i conti con la loro "missione", cioè interpretare il sogno e ottenere il perdono. Dapprima Rakka, che s'intravede forse come colpevole di un suicidio, poi Reki, gravata da una colpa simile. Rakka tuttavia nella prima vita ha avuto qualcuno che l'amava e l'avrebbe fermata, incarnato in questa seconda possibilità in un uccello. Reki non ha invece questa fortuna, si perde nella sua colpa e sembra verrà uccisa dalla sua maledizione. Ma Reki è diversa da com'era prima: nell'intraprendere un percorso d'espiazione, aiutando gli altri, è cambiata anche lei e ora può essere aiutata a sua volta.

Anime più introspettivo di altri, non cade come Evangelion in un solipsismo troppo lontano dall'occidente, ma mostra con l'atmosfera quello che il pensiero fa fatica a trasmettere: non siamo soli.
Tecnicamente, ora non saprei giudicarlo, risente della data 2002, ma è certamente più che godibile.
Consigliato a chiunque sia stufo di personaggi onnipotenti e infallibili e voglia vedere un po' d'umanità, "vera".