Recensione
Welcome to the N.H.K.
8.0/10
Un anime sorprendente. Anzitutto, per la tematica trattata: quello degli hikikkomori, o isolati cronici, è un grave e dilagante fenomeno sociale in Giappone, dove sta cominciando a essere davvero sentito come questione pubblica. Quindi se colpisce già qui il fenomeno, figuriamoci là dov'è stato prodotto. Lode al coraggio. Sono riusciti a stigmatizzare gli hikikkomori, sia dal lato affettivo (i parenti disperati) sia dal lato economico (l'isolamento è un lusso), ma non in modo troppo evidente, smaccato: la condanna è lasciata al pubblico che vede la situazione da più punti di vista. Ecco, questo, è un anime psicologico fino in fondo; non è esagerato dire che gli avvenimenti siano insignificanti e quando ci sono, sembrano un pretesto per analizzare le reazioni dei protagonisti (es. gli incontri fortuiti con la senpai o le stesse "lezioni" serali). Infatti si può riassumere la trama dicendo che un hikikkomori da quattro anni incontra una ragazza che, firmato un contratto, lo aiuterà a uscire alla sua condizione. Nel frattempo l'hikikkomori sperimenterà vari periodi di alti e bassi, più fuori e più dentro dall'isolamento.
I personaggi sono pochi, ma, per forza di cose, molto ben caratterizzati, sia in quanto a background, sia in quanto a reazioni nello svolgimento attuale dell'anime. Nota particolare di merito per Misaki, che si svela solo alla fine, con un indizio a metà (meeting offline), gettando una luce di realismo al suo atteggiamento "da santa" con l'hikikkomori Sato. Prima parlavo dell'approccio non banale, ed in effetti colpisce la varietà di generi e atteggiamenti raccolti in pochi minuti di pensiero: si va dallo psichedelico (Sato e gli elettrodomestici, gli strani folletti e la folla sogghignanti), al morboso (appartamento di Sato, Torotoro), al grottesco (Sato è un idiota e non reagisce mai, quando lo fa, è esagerato), al drammatico (meeting offline, incontri con la senpai, passato di misaki, capoclasse e fratello) alla commedia (ci sono parecchie parti divertenti o buffe). Insomma, già solo questa varietà è raggiunta da pochissimi anime, specie mantenendo un equilibrio credibile.
Ci sono comunque dei difetti, pur non eccessivi; anzitutto, per quanto realistico, e la realtà non è sempre piena d'avvenimenti. L'anime perde un po' nella fase centrale, soprattutto se confrontata con il buon inizio e l'eccellente finale (le ultime tre puntate), infatti rallenta e si dilata, ripetendo troppo i temi iniziali, dove forse avrebbe giovato introdurre nuovi sviluppi, qualche altro personaggio o contesto. Inoltre trovo sbagliato, ma è credo una scelta degli autori, abbandonare completamente personaggi passati (gli aspiranti suicida, la capoclasse) una volta esaurita la loro funzione principale (dando la sensazione di quadri, espediente poco realistico, per un anime che vuole esserlo).
Detto questo, ci troviamo davanti ad un eccellente anime psicologico, con un'ottica variegata, buoni personaggi e bei disegni (pur con qualche sporadica caduta), che induce a riflettere sul fenomeno dell'isolamento, dell'hikikkomori in grande, ma anche quotidiano in piccolo. Caldamente consigliato, a patto di capirne il genere.
I personaggi sono pochi, ma, per forza di cose, molto ben caratterizzati, sia in quanto a background, sia in quanto a reazioni nello svolgimento attuale dell'anime. Nota particolare di merito per Misaki, che si svela solo alla fine, con un indizio a metà (meeting offline), gettando una luce di realismo al suo atteggiamento "da santa" con l'hikikkomori Sato. Prima parlavo dell'approccio non banale, ed in effetti colpisce la varietà di generi e atteggiamenti raccolti in pochi minuti di pensiero: si va dallo psichedelico (Sato e gli elettrodomestici, gli strani folletti e la folla sogghignanti), al morboso (appartamento di Sato, Torotoro), al grottesco (Sato è un idiota e non reagisce mai, quando lo fa, è esagerato), al drammatico (meeting offline, incontri con la senpai, passato di misaki, capoclasse e fratello) alla commedia (ci sono parecchie parti divertenti o buffe). Insomma, già solo questa varietà è raggiunta da pochissimi anime, specie mantenendo un equilibrio credibile.
Ci sono comunque dei difetti, pur non eccessivi; anzitutto, per quanto realistico, e la realtà non è sempre piena d'avvenimenti. L'anime perde un po' nella fase centrale, soprattutto se confrontata con il buon inizio e l'eccellente finale (le ultime tre puntate), infatti rallenta e si dilata, ripetendo troppo i temi iniziali, dove forse avrebbe giovato introdurre nuovi sviluppi, qualche altro personaggio o contesto. Inoltre trovo sbagliato, ma è credo una scelta degli autori, abbandonare completamente personaggi passati (gli aspiranti suicida, la capoclasse) una volta esaurita la loro funzione principale (dando la sensazione di quadri, espediente poco realistico, per un anime che vuole esserlo).
Detto questo, ci troviamo davanti ad un eccellente anime psicologico, con un'ottica variegata, buoni personaggi e bei disegni (pur con qualche sporadica caduta), che induce a riflettere sul fenomeno dell'isolamento, dell'hikikkomori in grande, ma anche quotidiano in piccolo. Caldamente consigliato, a patto di capirne il genere.