Recensione
Paprika - Sognando un sogno
6.0/10
Recensione di MangaItalia
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Nell'ormai lontano 2006, Production I.G., insieme alla Madhouse, portarono Paprika al festival del cinema di Venezia. Voi vi chiederete cosa ci sia di tanto speciale in tutto questo. Il suddetto lungometraggio è stato girato dall'acclamato regista di anime Satoshi Kon che, anche in qui, sfoggia la sua competenza e bravura, dimostrata già in passato con opere come "Perfect Blue", "Millenium Actress" e "Tokio Godfathers". Questa volta il resista ci porta dove realtà e sogno si uniscono nel regno dell'immaginazione.
La storia è stata creata da Yasutaka Tsutsui. Paprika inizia quando un gruppo di scienziati inventa una macchina che permette di entrare nei sogni delle persone e, addirittura, di registrarli. Purtroppo l'invenzione viene rubata e, per recuperarla, una brillante terapista di nome Atsuko Chiba ed il detective Konakawa uniscono le forze per evitare che cada nelle mani di un terrorista dei sogni.
Il doppiaggio è su buoni livelli, con una discreta Federica de Bortoli nel ruolo di Paprika, e una più che buona nonché perspicace Perla Liberatori nel ruolo di Chiba. Non mi è piaciuto invece Michele Gammino nel ruolo di Kanagawa,
Il character design, di Masashi Ando, devo ammettere che non mi sia piaciuto molto, nonostante la grafica sia al passo con i tempi, in quanto presenta dei difetti, poco digeribili, quali le animazioni poco fluide e scattose.
Satoshi Kon è anche il direttore di questo lungometraggio, oltre che regista superbo, grazie ad uno stile perfetto, privo di sbavature nella scelta delle inquadrature, le quali permettono allo spettatore di seguire il film in maniera scorrevole e piacevole.
Al comparto sonoro abbiamo Susumu Hirasawa, che si fa apprezzare con delle musiche ben studiate e in linea con il tema dei sogni presente nel film, e grazie a melodie spesso azzeccate e mai ripetitive.
Per la nostra versione di Paprika è stata scelta la Sony Pictures come casa distributrice, la quale ci regala un'edizione a due dischi veramente notevole e con una miriade di contenuti extra molto interessanti, oltre a tre tracce audio in dolby digital in italiano, giapponese e spagnolo con sottotitoli in italiano, inglese, portoghese e spagnolo.
In conclusione, posso dare un 6.5, ma niente di più perché per me si salva solo la regia e le musiche. Quanto alla trama ammetto che sia originale, ma forse un po' troppo confusionaria sopratutto per i primi quindici minuti, dove il sottoscritto, pur riuscendo comunque a seguirla, non ci ha capito molto. Ammetto di averlo dovuto rivedere una seconda volta per capire di che cosa si stava parlando. Non che questo modo di narrare sia sbagliato, anzi, ma lascia un po' spiazzati anche se invoglia chi guarda ad andare avanti visto che poi tutto torna e ha un senso.
Questo film fa sognare, ma fa sognare nel senso che fa capire alle persone quanto siano importanti e vitali i sogni. Senza di essi la nostra vita non avrebbe un punto di arrivo, una meta e senza una meta l'uomo comune non sa dove andare. La visione è consigliata ai bambini solo in presenza di un adulto.
La storia è stata creata da Yasutaka Tsutsui. Paprika inizia quando un gruppo di scienziati inventa una macchina che permette di entrare nei sogni delle persone e, addirittura, di registrarli. Purtroppo l'invenzione viene rubata e, per recuperarla, una brillante terapista di nome Atsuko Chiba ed il detective Konakawa uniscono le forze per evitare che cada nelle mani di un terrorista dei sogni.
Il doppiaggio è su buoni livelli, con una discreta Federica de Bortoli nel ruolo di Paprika, e una più che buona nonché perspicace Perla Liberatori nel ruolo di Chiba. Non mi è piaciuto invece Michele Gammino nel ruolo di Kanagawa,
Il character design, di Masashi Ando, devo ammettere che non mi sia piaciuto molto, nonostante la grafica sia al passo con i tempi, in quanto presenta dei difetti, poco digeribili, quali le animazioni poco fluide e scattose.
Satoshi Kon è anche il direttore di questo lungometraggio, oltre che regista superbo, grazie ad uno stile perfetto, privo di sbavature nella scelta delle inquadrature, le quali permettono allo spettatore di seguire il film in maniera scorrevole e piacevole.
Al comparto sonoro abbiamo Susumu Hirasawa, che si fa apprezzare con delle musiche ben studiate e in linea con il tema dei sogni presente nel film, e grazie a melodie spesso azzeccate e mai ripetitive.
Per la nostra versione di Paprika è stata scelta la Sony Pictures come casa distributrice, la quale ci regala un'edizione a due dischi veramente notevole e con una miriade di contenuti extra molto interessanti, oltre a tre tracce audio in dolby digital in italiano, giapponese e spagnolo con sottotitoli in italiano, inglese, portoghese e spagnolo.
In conclusione, posso dare un 6.5, ma niente di più perché per me si salva solo la regia e le musiche. Quanto alla trama ammetto che sia originale, ma forse un po' troppo confusionaria sopratutto per i primi quindici minuti, dove il sottoscritto, pur riuscendo comunque a seguirla, non ci ha capito molto. Ammetto di averlo dovuto rivedere una seconda volta per capire di che cosa si stava parlando. Non che questo modo di narrare sia sbagliato, anzi, ma lascia un po' spiazzati anche se invoglia chi guarda ad andare avanti visto che poi tutto torna e ha un senso.
Questo film fa sognare, ma fa sognare nel senso che fa capire alle persone quanto siano importanti e vitali i sogni. Senza di essi la nostra vita non avrebbe un punto di arrivo, una meta e senza una meta l'uomo comune non sa dove andare. La visione è consigliata ai bambini solo in presenza di un adulto.