Recensione
Fairy Tail
6.0/10
Grandiosa opera da ubicare nell’olimpo degli shounen contemporanei per alcuni, autentico bluff editoriale per altri, il manga di Fairy Tail resta indiscutibilmente uno dei più grandi successi degli ultimi anni. Era quindi prevedibile che prima o poi ne venisse tratta una trasposizione animata al fine di cavalcare l’onda del successo.
L’anime, la cui messa in onda è iniziata il 12 ottobre 2009 in Giappone su TV Tokyo, è il frutto di una co-produzione tra A-1 Pictures (Kuroshitsuji, Kannagi, Valkyria Chronicles) e Satelight (Guin Saga, Metropolis, Gankutsuou- Il conte di MonteCristo), ed è ambientato in un mondo fantasy dove potenti maghi sono riuniti in gilde che svolgono compiti più o meno pericolosi in cambio di un proporzionale compenso. La narrazione si dipana attraverso missioni di varia natura che i membri della gilda sono chiamati ad affrontare in squadra, spesso portando più danni che benefici, visto che le capacità distruttive di alcuni maghi in particolare sono pari solo alla loro sbadataggine. Le “quest” vanno dall’eliminazione di mostri, al recupero di oggetti rari e preziosi, alla lotta contro gilde composte da maghi rinnegati. Presto però le cose si complicano a causa di oscure macchinazioni che si sviluppano in seno allo stesso Concilio dei Maghi, organo cui spetta il compito di vigilare sull’operato di tutte le gilde.
Natsu è uno degli esponenti più forti della gilda di Fairy Tail, un’autentica testa calda capace di governare l’elemento del fuoco perché allevato fin da bambino da un drago. A contendergli il ruolo di protagonista c’è la procace Lucy Heartfilia, una maga specializzata nell’evocazione degli spiriti stellari, ossia entità rappresentanti famose costellazioni, che possono essere convocate dal loro mondo tramite l’ausilio di apposite chiavi, ma solo nei giorni della settimana previsti da un contratto preventivamente stipulato.
Lucy in particolare ha un ruolo primario, visto che è attraverso i suoi occhi da neo-annessa alla gilda che lo spettatore viene iniziato alle meraviglie di questo mondo. Ovviamente arricchiscono la scena una vasta schiera di personaggi, ognuno con le proprie specificità magiche. Spiccano però coloro che, assieme a Natsu e Lucy, finiranno per rappresentare la squadra protagonista della storia: Gray, un mago in grado di governare il ghiaccio che non perde occasione per "mettersi comodo" denudandosi; ed Elsa Scarlett, una temuta maga guerriera capace di evocare armi e armature magiche dalle più disparate caratteristiche. A completare il gruppetto la mascotte Happy, un gatto volante (e parlante) ghiotto di pesce.
Le premesse forse non sono fra le più originali e, più che un anime, sembra di star qui a descrivere le meccaniche di un gioco di ruolo online, con un'ossatura narrativa che si presta particolarmente all’inserimento di missioncine filler fini a se stesse da svolgere qua e là; ma questo è un aspetto mutuato dal manga originale di Hiro Mashima. Un simile raffronto è infatti inevitabile, visto che questa trasposizione animata può vantare una grande fedeltà al prodotto a cui è ispirata, e di conseguenza presenta le stesse imbarazzanti reminiscenze. Natsu stesso continua a sembrare nell'anime una via di mezzo tra Rufy ed Ace di One Piece; inoltre tra i vari maghi che fanno man mano capolino nella storia, si sprecano gli “omaggi” ad altre famose opere dello stesso genere, soprattutto per quel che riguarda i relativi poteri magici: poteri elementali, controllo dell’ombra, cerchi alchemici, ecc.
Fatto sta che, sarà per il sapiente collage di elementi già ampiamente collaudati, il risultato finale può essere considerato gradevole. I personaggi sfoggiano un buon assortimento caratteriale, con un passato tutto da svelare di puntata in puntata; non si lesina poi sulle situazioni comiche che spaziano dalle tipiche ramanzine di Lucy all'indirizzo del tonto Natsu (che tra l’altro ha come punto debole quello di soffrire il mal di mare, mal d’auto… “mal di qualsiasi mezzo di trasporto”), ai battibecchi tra tra Natsu e Gray; per non parlare di altre mille situazioni che tanto risulteranno familiari, ad esempio, agli estimatori di una ben nota ciurma di pirati.
Al condire il tutto, una trama incalzante ricca di combattimenti, spesso disperati, e flashback più o meno toccanti.
Come già detto l’anime è abbastanza fedele al manga, a partire dal chara design di Yamamoto Midori immediatamente riconducibile a quello originale di Mashima, fatte magari un paio di eccezioni, come la capigliatura rosea di Natsu o il personaggio di Elza, che difetta forse di quel quid che la rende velatamente più fascinosa nel manga.
Il comparto grafico nel complesso può comunque dirsi di buonissimo livello e di ultima generazione, viste le aggiunte in grafica computerizzata per gli “effetti speciali” (le magie), una tavolozza vivace e delle animazioni che fanno bene il loro dovere, parimenti alle belle musiche e all'audio nel complesso.
Le voci dei doppiatori originali calzano bene ai personaggi, in particolar modo la voce di Kugimiya Rie per il gatto Happy, e si auspica venga fatto un lavoro altrettanto buono anche per la versione italiana. Ricordiamo infatti che l’anime di Fairy Tail è stato acquistato da Mediaset, anche se ancora non è stato reso noto nulla di preciso riguardo al sua messa in onda.
In conclusione c’è da ammettere che siamo di fronte a una trasposizione animata sicuramente all’altezza della fama del titolo in questione, ma nel contempo non possiamo chiudere un occhio sul fatto che tale prodotto, come in origine, offre poco o nulla di nuovo: Fairy Tail è il tipico prodotto mainstream studiato a tavolino per far felice il lettore genuinamente affamato di shounen, di storie basate sull’amicizia, l’ironia e l’azione. Sia chiaro: in questo presumibilmente non c’è nulla di male, soprattutto se il risultato è gradevole come in questo caso; certo difficilmente la sua visione potrà risultare irrinunciabile, non dico agli spettatori dal “palato raffinato”, ma per lo meno ai più smaliziati. Di sicuro è una serie particolarmente adatta al lunch time di Mediaset, da guardare possibilmente senza troppe pretese.
Voto 6.5
L’anime, la cui messa in onda è iniziata il 12 ottobre 2009 in Giappone su TV Tokyo, è il frutto di una co-produzione tra A-1 Pictures (Kuroshitsuji, Kannagi, Valkyria Chronicles) e Satelight (Guin Saga, Metropolis, Gankutsuou- Il conte di MonteCristo), ed è ambientato in un mondo fantasy dove potenti maghi sono riuniti in gilde che svolgono compiti più o meno pericolosi in cambio di un proporzionale compenso. La narrazione si dipana attraverso missioni di varia natura che i membri della gilda sono chiamati ad affrontare in squadra, spesso portando più danni che benefici, visto che le capacità distruttive di alcuni maghi in particolare sono pari solo alla loro sbadataggine. Le “quest” vanno dall’eliminazione di mostri, al recupero di oggetti rari e preziosi, alla lotta contro gilde composte da maghi rinnegati. Presto però le cose si complicano a causa di oscure macchinazioni che si sviluppano in seno allo stesso Concilio dei Maghi, organo cui spetta il compito di vigilare sull’operato di tutte le gilde.
Natsu è uno degli esponenti più forti della gilda di Fairy Tail, un’autentica testa calda capace di governare l’elemento del fuoco perché allevato fin da bambino da un drago. A contendergli il ruolo di protagonista c’è la procace Lucy Heartfilia, una maga specializzata nell’evocazione degli spiriti stellari, ossia entità rappresentanti famose costellazioni, che possono essere convocate dal loro mondo tramite l’ausilio di apposite chiavi, ma solo nei giorni della settimana previsti da un contratto preventivamente stipulato.
Lucy in particolare ha un ruolo primario, visto che è attraverso i suoi occhi da neo-annessa alla gilda che lo spettatore viene iniziato alle meraviglie di questo mondo. Ovviamente arricchiscono la scena una vasta schiera di personaggi, ognuno con le proprie specificità magiche. Spiccano però coloro che, assieme a Natsu e Lucy, finiranno per rappresentare la squadra protagonista della storia: Gray, un mago in grado di governare il ghiaccio che non perde occasione per "mettersi comodo" denudandosi; ed Elsa Scarlett, una temuta maga guerriera capace di evocare armi e armature magiche dalle più disparate caratteristiche. A completare il gruppetto la mascotte Happy, un gatto volante (e parlante) ghiotto di pesce.
Le premesse forse non sono fra le più originali e, più che un anime, sembra di star qui a descrivere le meccaniche di un gioco di ruolo online, con un'ossatura narrativa che si presta particolarmente all’inserimento di missioncine filler fini a se stesse da svolgere qua e là; ma questo è un aspetto mutuato dal manga originale di Hiro Mashima. Un simile raffronto è infatti inevitabile, visto che questa trasposizione animata può vantare una grande fedeltà al prodotto a cui è ispirata, e di conseguenza presenta le stesse imbarazzanti reminiscenze. Natsu stesso continua a sembrare nell'anime una via di mezzo tra Rufy ed Ace di One Piece; inoltre tra i vari maghi che fanno man mano capolino nella storia, si sprecano gli “omaggi” ad altre famose opere dello stesso genere, soprattutto per quel che riguarda i relativi poteri magici: poteri elementali, controllo dell’ombra, cerchi alchemici, ecc.
Fatto sta che, sarà per il sapiente collage di elementi già ampiamente collaudati, il risultato finale può essere considerato gradevole. I personaggi sfoggiano un buon assortimento caratteriale, con un passato tutto da svelare di puntata in puntata; non si lesina poi sulle situazioni comiche che spaziano dalle tipiche ramanzine di Lucy all'indirizzo del tonto Natsu (che tra l’altro ha come punto debole quello di soffrire il mal di mare, mal d’auto… “mal di qualsiasi mezzo di trasporto”), ai battibecchi tra tra Natsu e Gray; per non parlare di altre mille situazioni che tanto risulteranno familiari, ad esempio, agli estimatori di una ben nota ciurma di pirati.
Al condire il tutto, una trama incalzante ricca di combattimenti, spesso disperati, e flashback più o meno toccanti.
Come già detto l’anime è abbastanza fedele al manga, a partire dal chara design di Yamamoto Midori immediatamente riconducibile a quello originale di Mashima, fatte magari un paio di eccezioni, come la capigliatura rosea di Natsu o il personaggio di Elza, che difetta forse di quel quid che la rende velatamente più fascinosa nel manga.
Il comparto grafico nel complesso può comunque dirsi di buonissimo livello e di ultima generazione, viste le aggiunte in grafica computerizzata per gli “effetti speciali” (le magie), una tavolozza vivace e delle animazioni che fanno bene il loro dovere, parimenti alle belle musiche e all'audio nel complesso.
Le voci dei doppiatori originali calzano bene ai personaggi, in particolar modo la voce di Kugimiya Rie per il gatto Happy, e si auspica venga fatto un lavoro altrettanto buono anche per la versione italiana. Ricordiamo infatti che l’anime di Fairy Tail è stato acquistato da Mediaset, anche se ancora non è stato reso noto nulla di preciso riguardo al sua messa in onda.
In conclusione c’è da ammettere che siamo di fronte a una trasposizione animata sicuramente all’altezza della fama del titolo in questione, ma nel contempo non possiamo chiudere un occhio sul fatto che tale prodotto, come in origine, offre poco o nulla di nuovo: Fairy Tail è il tipico prodotto mainstream studiato a tavolino per far felice il lettore genuinamente affamato di shounen, di storie basate sull’amicizia, l’ironia e l’azione. Sia chiaro: in questo presumibilmente non c’è nulla di male, soprattutto se il risultato è gradevole come in questo caso; certo difficilmente la sua visione potrà risultare irrinunciabile, non dico agli spettatori dal “palato raffinato”, ma per lo meno ai più smaliziati. Di sicuro è una serie particolarmente adatta al lunch time di Mediaset, da guardare possibilmente senza troppe pretese.
Voto 6.5