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Ciao a tutti!
Dopo una veloce infarinatura, nei mesi precedenti, delle prime tre serie dedicate alle eroine di Ikkitousen, ho aspettato con molta curiosità questa quarta serie, Xtreme Xecutor. Il motivo è presto detto: nelle serie precedenti lo sviluppo del racconto delle storie dei personaggi e delle loro relazioni aveva decisamente assunto risvolti narrativi ed emozionali notevoli, sui quali avevo già avuto modo di soffermarmi. Tutto ciò, unito ad alcuni concetti di base (amicizia, tenacia, lealtà), a un comparto grafico di tutto rispetto (chara-design, animazioni e dinamismo sopra la media), e al delinearsi ben definito delle personalità delle guerriere, aveva portato al climax giunto all'apice in Great Guardians, dove era stato raggiunto il mix giusto di tensione, epicità e coinvolgimento. Certo, sempre in mezzo a brandelli di vestiti, a mutande e a seni semi-nudi, ma tenuti rigorosamente sotto controllo.

Ora giungiamo a X -X: prima di tutto, <i>non</i> è un hentai, come da molti erroneamente prefigurato; ma questo esito era già scontato, data la piega che questa serie ha preso sia su fumetto sia nell'anime, la quale si spinge più sul versante dell'azione e dell'ecchi.
La quarta stagione, lo anticipo subito, presente alcune "anomalie narrative". Queste anomalie narrative dipendono dalle scelte degli autori, gli stessi di GG, alle prese con la consapevolezza di essere giunti alla quarta serie. In piccola parte queste scelte arricchiscono la saga e il mondo di Ikkitousen; in parte però cominciano a evidenziare anche una certa fase di "stanca".
Partiamo dalle sigle, che sono ottime (Endless Soul e Warrior Cry), in pieno stile Ikkitousen, da scaricare, ascoltare e riascoltare.
Il comparto grafico invece, per stavolta, sembra presentare più debolezze rispetto alla linearità, pulizia, cromia, animazioni e dinamismo dei capitoli precedenti. Infatti, a parte il primo e l'ultimo episodio, e i radi combattimenti intensi sparsi qua e là, spesso ci troveremo ad assistere a dialoghi, flashback e sequenze d'azione assai ridotte. Il tutto si traduce in una sensazione di animazioni essenziali su sfondi fissi, tutto discretamente realizzato, ma che dopo qualche episodio ci costringerà ad ammettere che in Ikkitousen si era abituati a un livello un pelino superiore. Pazienza: le scene d'azione offrono discrete sequenze, anche se, purtroppo, sono dosate davvero con il contagocce, e intervallate da una staticità certe volte davvero fastidiosa. Guardate come si muovono o combattono gli onnipresenti, a un certo punto, scagnozzi del terribile Kentei e poi capirete di cosa parlo.

Ma dove la serie si colloca leggermente al di sotto della precedente è nella qualità della storia, dei personaggi e nel loro evolversi: laddove GG si spingeva coraggiosamente nella descrizione delle relazioni dei personaggi, della loro emotività e del loro interagire, portandoci ad accompagnare le costanti evoluzioni dei caratteri e delle loro relazioni, in Xtreme Xecutor la scelta del team di autori (gli stessi di GG) è di fare, a mio parere malamente, l'esatto contrario. A parte l'arrivo di Bacchin, ben delineata e decisamente il personaggio più pimpante e dinamico della serie, gli altri personaggi vengono come "congelati" e talvolta "zombizzati". Assistiamo troppo spesso a un Hakufu che vaga attraverso gli episodi, senza fare nulla di rilievo per la storia. In Xtreme Xecutor il suo ruolo si contrae decisamente sino a ridivenire solo una leader tra le altre, meno seriosa e più "gioviale" delle altre, anche se è l'unica dotata (almeno per adesso) della capacità di sconfiggere i nemici più potenti grazie al suo drago acquatico.
Vedere, per esempio, Ryomou e Koukin impegnati assieme in battaglia per più episodi, senza rivolgersi quasi una parola - quest'ultimo poi sembra regredire di episodio in episodio al ruolo che fu di Shinji Ikari, mentre all'inizio s'inseriva come un personaggio di mediazione-azione efficace -, è snervante, poiché nulla raccontano di sé stessi, ma seguono come marionette la catena di eventi. Stessa scelta sembra essere stata preferita per il malvagio di turno, il rinato Imperatore Kentei: dipinto come un simil-Arles di Zodiaca memoria prima, come uno sterminatore e un manipolatore poi, alla fine a conti fatti darà ben poco filo da torcere alle nostre eroine. L'esito dei suoi piani e del suo personaggio, viste le premesse decisamente epiche-demoniache con le quali ha sfidato le nostre, si rivelano molto sciatte e si risolvono con un platonico "tornerò sempre".
Da segnalare inoltre come spesso l'attenzione sembra sia volutamente centrata sull'accademia Seito di Kanu, Gentokou & co., con parentesi sulla vicenda di Bacchin , presentata come una specie di free-lancer delle arti marziali in cerca di vendetta contro Sosou, che le ha ucciso il fratello. Sosou stesso, il suo socio con l'occhio bendato e l'intera sua Accademia, casa di alcuni dei combattenti più forti delle serie precedenti, rimangono fuori dai giochi, attendendo tempi migliori.

Ecco, disinnescando tutte le potenziali situazioni di conflitto e le modalità e le fatiche del superamento di questo, il ritmo e la qualità della narrazione segnano il passo, e verso la metà arriva un momento di stanca, dove si capisce chiaramente che il meglio (forse) arriverà dopo ma, per adesso, bisogna accontentarsi di ciò che passa il convento.
E il convento passa poco, purtroppo, relegando persino Ryoumou (!) e tutto il suo potenziale narrativo al ruolo di comparsa, laddove invece, con la sua tenerezza, la sua timidezza ma anche con la sua forza, Ryoumou aveva saputo catalizzare interi episodi in GG, DD e BV.
La serie si chiude frettolosamente e in affannoso recupero negli ultimi tre-quattro episodi, dove però vi è il ritorno, finalmente, al refrain originale: la Cina dei Tre Regni, delle sfide tra gli eroi, dei sacrifici, e delle ambizioni. La sfida finale che coinvolge tre delle più apprezzate guerriere della serie risveglia il coinvolgimento che Ikkitousen ha sempre dispensato sotto varie forme, più o meno ammiccanti.
L'amicizia, la lealtà, il sacrificio che queste ragazze imparano a loro spese vengono messi a servizio degli altri, nella convinzione che ognuno, anche se intrappolato in un ruolo e in un destino perennemente avversi, può sfidarli con la propria volontà per sé e per le persone a lui care.
Certo, il finale purtroppo, dato lo sbilanciamento nei tempi della storia, sa di posticcio e di frettoloso, e neppure un'ultima puntata, infarcita di buoni sentimenti e scene di vita "famigliare", risana la sensazione di avere assistito, in quanto a tempi narrativi, a una specie di OAV di Ikkitousen piuttosto che a una serie intera.
Da segnalare come, tra le altre new entry, le due sorelle titolari dell'Accademia "reietta" sono pressoché impalpabili, fino addirittura a sparire senza colpo ferire dalla storia.

Che dire alla fine?
Soddisfatto perché le tematiche che mi avevano piacevolmente stupito e coinvolto in GG sono in parte lentamente, ma faticosamente, riemerse.
Rammaricato perché molto materiale narrativo, che attendevo con ansia, rimane "non pervenuto", e alcuni momenti, come quelli tra Ryofou e Ryomou, tra Kanu e Ryomou, e tra Hakufu e Kokukin, mancano della profondità di GG, e risultano troppo superficiali e senza mordente. Forse perché il manga in Giappone è ancora in corso? Perché si discosta dalla serie anime? Non possedendo informazioni in tal senso, non mi spingo oltre.
La serie inoltre lascia tutto in sospeso senza reali progressioni, non accadendo nulla di realmente significativo tra le nostre eroine, le quali rimarrebbero ognuna nel suo dojo senza incontrarsi, se un folle nemico millenario non le attirasse in trappola per tentare di eliminarle e regnare sul mondo.
Alla fine, l'unica novità vera è rappresentata dall'inserimento di Bacchin nel mondo di Ikkitousen, che apre e chiude i 12 episodi. Anche se la scelta finale è abbastanza assurda, la sensazione è che Kanu, Gentokou e compagnia siano una fucina di guerriere ben organizzata e addestrata, mentre alla Nanyo di Hakufu regni la causalità pura. Non è un caso che mentre i membri della prima sono rappresentate come una grande famiglia allargata, i membri della seconda siano molto più "stand-alone". Anche questo aspetto della "famiglia" e degli affetti è un tema caro a Ikkitousen.
...E le mutande? Beh, non c'è da preoccuparsi. Anche se la sensazione è sempre più quella del "numero limite" per ogni puntata. Dato il rallentamento generale del ritmo, vi garantisco che alla fine non ci presterete neppure più caso. Anzi, in alcune puntate proprio non se ne vedono.

In conclusione, se avete visto le altre serie di Ikkitousen, guardate pure questa serie e, come il sottoscritto, vi sentirete in compagnia di amici e amiche.
Se invece volete sottoporre Ikkitousen a un neofita, corre l'obbligo di ripartire da Battle Vixen per giungere sino a questo Xtreme Xecutor, che ad oggi è lo snodo più debole della serie. Rischiereste altrimenti di non far comprendere la crescita e il dispiegarsi di questa saga, composta da personaggi spettacolari e percorsa da un sentimento epico mai celato.
Ne vedremo ancora? Chissà...
Con questa logica, di serie di Ikkitousen ne potrebbero uscire una dozzina. Speriamo semplicemente che la serie prossima, se mai ci sarà, possa tornare a centrare le tematiche e gli svolgimenti dei personaggi, elementi che erano i punti di forza delle prime tre serie.
Voto 7.
Ciao!