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Con questo quinto film si conclude la serie di OAV realizzati per affiancare e contribuire a risaltare l'anime de I Cavalieri dello Zodiaco. Avendo sentito dire che il lungometraggio in questione non aveva riscosso un giudizio molto positivo fra le masse, la mia opinione era stata già condizionata in partenza e propendeva per coloro che biasimavano l'opera suddetta. Tuttavia, dopo aver visionato il film - che ho seguito in Giapponese con sottotitoli in Inglese, quindi vi avverto subito che alcune parti potrebbero variare dalle scelte dell'adattatore dei dialoghi italiani - non l'ho trovato affatto male.
Lo stile è quello a cui ci ha abituato Shingo Araki nella saga che vede come nemico dichiarato il Signore dell'Oltretomba, Ade, quindi in questo senso non c'è alcuna novità. Da notare, invece, la caratterizzazione delle atmosfere che si qualificano per una luminosità soffusa - soft, come si direbbe oggigiorno -, incantata, quasi paradisiaca, e questo probabilmente non solo per confermare il ritorno a "un mondo pieno di luce", espressione questa con cui si conclude il Chapter Elysion, ma anche per proiettare lo spettatore verso quella che dovrebbe essere la Saga dei Cieli, la serie ambientata nel regno dei cieli, per l'appunto, alla corte del Re degli Dei, Zeus, secondo i progetti del Maestro Kurumada.

Non posso esimermi invece dall'asserire che non ho apprezzato il modo in cui sono stati realizzati gli sfondi, che presentano un tratto eccessivamente moderno, quasi futuristico direi, e questo a discapito dell'anime classico dei nostri beniamini che fu prodotto a partire dai tardi anni '80. La trama è disseminata di particolari di cui non è dato ricevere una spiegazione e anche i personaggi si comportano in maniera decisamente indecifrabile. Prendiamo ad esempio Pegasus, ridotto in uno coma pietoso e per di più su una sedia a rotelle. Tutto a un tratto, come se nulla fosse, riprende coscienza di sé e riacquista miracolosamente l'uso delle gambe. Parte dunque alla volta del Grande Tempio, divenuto nel frattempo residenza temporanea della Dea Artemide, e viene inspiegabilmente attaccato da Tisifone e dai suoi nuovi "scagnozzi", Asher e Idra.
Perde il combattimento, perché è ancora in uno stato di convalescenza, ma riesce successivamente a ritrovare in una spelonca la sua armatura che tuttavia non lo accetta come suo legittimo possessore, in quanto non più avvezzo alla battaglia. Riesce comunque a indossarla e, proseguendo il suo cammino, incontra Crystal e Sirio impegnati nella lotta contro uno degli Angeli al servizio di Artemide. Qui c'è un altro fatto alquanto bizzarro, dacché Sirio e Crystal non solo non gioiscono per il ritorno del loro compagno che è rinsavito misteriosamente, ma non se ne stupiscono affatto, proprio come se fosse la cosa più normale del mondo che uno esca dal coma così facilmente riuscendo nuovamente a camminare dopo aver perso questa facoltà.

Come è possibile tutto ciò? Ma Sirio, perlomeno, non dovrebbe essere lieto per la guarigione di Pegasus? Un tempo non erano forse pappa e ciccia loro due? Eh, da qualche tempo a questa parte Sirio preferisce la compagnia di Crystal a quella di Pegasus, e precisamente da quando si è scontrato con il Cavaliere del Cigno nelle distese perennemente innevate di Asgard nel secondo lungometraggio dedicato ai nostri eroi. Proseguendo con il discorso lasciato in sospeso, continuiamo dicendo che Pegasus lascia dietro di sé i suoi compagni e si affretta a ritrovare lady Isabel, la quale ha accettato spontaneamente di espiare le colpe di cui si sono macchiati i suoi Cavalieri ogniqualvolta avessero osato sfidare una Divinità, offrendo in cambio il proprio sangue a sua sorella Artemide.
Pegasus, che sembra essere unito a lei da un legame che va al di là di quello che comunemente viene definito "rapporto di lavoro", riesce a raggiungerla ma, per tutta risposta, viene colpito a morte dallo scettro della sua Dea.
Fortunatamente non è morto - figuriamoci - e riesce anzi a risollevarsi e a erigersi a difesa dell'umanità contro la venuta di un nemico di vecchia data, Apollo, fratello gemello di Artemide, nonché fratellastro di lady Isabel. Tutto il mondo circostante svanisce, sfuma in una luce accecante al suono di brevi accordi d'organo.

La cosa che mi ha suggestionato maggiormente in questo OAV è stato il triste destino toccato ai nobili, valorosi, nonché intramontabili Cavalieri d'Oro, i quali, per avere osato abbattere il Muro del Pianto permettendo così ai Cavalieri di Bronzo di raggiungere i Campi Elisi e salvare lady Isabel, sono stati costretti a sacrificare la loro vita. E tutto questo a che pro? Per poi essere rinchiusi in una monumentale teca d'ambra in cui sono scolpiti i loro busti per fungere da dimostrazione di che cosa potrebbe accadere a tutti coloro che tentassero di sfidare un Dio? Mi ha commosso, in particolare, la scena in cui si può vedere che da ognuno dei volti scolpiti nell'ambra sgorgano delle lacrime di amarezza.
Che tristezza! Tutto ciò non sarebbe successo se lady Isabel non si fosse messa in testa di salvare la Terra e l'intera umanità da sola. Così aggrava solamente una situazione già di per sé complessa. E poi scusate: non è forse una Dea? Che impari a cavarsela anche da sola, tanto anche se muore avrà sempre l'opportunità di reincarnarsi in un'altra persona, cosa che invece ai Cavalieri che gli stanno tanto a cuore non è concessa.
Come ho detto all'inizio, dunque, questo non è male come OAV, sia per l'accuratezza dei disegni, realizzati dall'indimenticabile Shingo Araki, per il quale questo è stato l'ultimo film riguardante i Cavalieri prima del suo ritiro dal mondo dell'animazione, sia per le musiche, create, come sempre, dal genio affermato di Seiji Yokoyama.
Anche se la trama lascia un po' a desiderare, posso tranquillamente confermare il mio 8.