Recensione
Ponyo sulla scogliera
6.0/10
Recensione di Sgt. Pepper
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Che delusione. Me lo sono procurato in tutta fretta appena ho saputo della sua uscita in Italia, convinta di trovarmi di fronte ad una altro capolavoro firmato Studio Ghibli, e invece mi sono trovata di fronte ad un'insipida favoletta per bambini. Certo, l'impronta di Miyazaki si vede subito, ma in fondo Ponyo sulla Scogliera non è altro che una rivisitazione un po' fantasiosa della Sirenetta. Probabilmente se non avessi visto buona parte delle sue opere lo avrei trovato molto carino e gli avrei assegnato un come minimo un 7 o addirittura un 8; tuttavia, essendo abituata ad opere di ben altro livello, non ho potuto non restare parecchio contrariata.
La trama, come ho già detto, non è altro che una rivisitazione della Sirenetta, sicuramente molto dolce e piacevole da vedere, ma che non raggiunge certamente la profondità e la complessità a cui Miyazaki ci ha abituati. Questo non può non influire sulla realizzazione grafica che, per adeguarsi alla semplicità della trama, viene semplificata e privata quasi completamente di quegli elementi particolari - e talvolta inquietanti - presenti, ad esempio, nei precedenti - e decisamente meglio riusciti - La Città Incantata e Il Castello Errante di Howl, e che ne costituivano, a mio parere, uno dei punti di forza. Non si può comunque dire che la grafica non sia ben curata, sia nella realizzazione degli sfondi, molto gradevoli da vedere grazie alla prevalenza delle tonalità pastello, che dei singoli personaggi, nei quali è evidente il tratto tipico degli anime targati Studio Ghibli.
Per quanto riguarda i personaggi, a dispetto di due protagonisti decisamente poco simpatici (Ponyo in particolare, a cui, non bastando il fatto che fosse già di suo incredibilmente snervante, nel doppiaggio italiano è stata assegnata una vocetta così odiosa che peggio non si poteva fare), ho apprezzato molto le figure dei genitori: da una parte i genitori di Ponyo, esseri magici, "sovrumani" e in qualche modo inquietanti, dall'altra quelli di Sosuke, umani sotto ogni aspetto; due coppie così diverse, ma comunque due rappresentazioni della "fatica" dell'essere genitori, in particolare per quanto riguarda il padre di Ponyo, costretto ad accettare il desiderio della figlia di diventare umana per stare vicino a Sosuke, rinnegando la sua vera natura di creatura del mare. Proprio a Fujimoto viene dato, a mio parere, decisamente troppo poco spazio, relegato com'è al ruolo si semi-cattivo della storia che vuole ad ogni costo ostacolare la felicità della figlia, quando invece a me è sembrato il personaggio più interessante e meglio riuscito, nonché, a dirla tutta, il più (se non l'unico) simpatico.
Non mi esprimo sulla terrificante canzoncina alla fine: va bene che Miyazaki stesso abbia voluto che fosse tradotta in italiano, ma si sarebbe decisamente potuto evitare, dal momento che l'unico risultato a cui questa porta è di abbassare ulteriormente il livello dell'opera, senza contare la spaventosa somiglianza con quelle orribili sigle italiane che la Mediaset ci propina ogni santo giorno, che sono già un colpo al cuore abbastanza violento per qualsiasi appassionato di anime.
In conclusione, non posso dire che Ponyo sulla Scogliera sia un brutto anime, tuttavia non posso dargli più di 6.5, sebbene mi pianga il cuore ad assegnare un voto così basso ad un'opera di Miyazaki.
La trama, come ho già detto, non è altro che una rivisitazione della Sirenetta, sicuramente molto dolce e piacevole da vedere, ma che non raggiunge certamente la profondità e la complessità a cui Miyazaki ci ha abituati. Questo non può non influire sulla realizzazione grafica che, per adeguarsi alla semplicità della trama, viene semplificata e privata quasi completamente di quegli elementi particolari - e talvolta inquietanti - presenti, ad esempio, nei precedenti - e decisamente meglio riusciti - La Città Incantata e Il Castello Errante di Howl, e che ne costituivano, a mio parere, uno dei punti di forza. Non si può comunque dire che la grafica non sia ben curata, sia nella realizzazione degli sfondi, molto gradevoli da vedere grazie alla prevalenza delle tonalità pastello, che dei singoli personaggi, nei quali è evidente il tratto tipico degli anime targati Studio Ghibli.
Per quanto riguarda i personaggi, a dispetto di due protagonisti decisamente poco simpatici (Ponyo in particolare, a cui, non bastando il fatto che fosse già di suo incredibilmente snervante, nel doppiaggio italiano è stata assegnata una vocetta così odiosa che peggio non si poteva fare), ho apprezzato molto le figure dei genitori: da una parte i genitori di Ponyo, esseri magici, "sovrumani" e in qualche modo inquietanti, dall'altra quelli di Sosuke, umani sotto ogni aspetto; due coppie così diverse, ma comunque due rappresentazioni della "fatica" dell'essere genitori, in particolare per quanto riguarda il padre di Ponyo, costretto ad accettare il desiderio della figlia di diventare umana per stare vicino a Sosuke, rinnegando la sua vera natura di creatura del mare. Proprio a Fujimoto viene dato, a mio parere, decisamente troppo poco spazio, relegato com'è al ruolo si semi-cattivo della storia che vuole ad ogni costo ostacolare la felicità della figlia, quando invece a me è sembrato il personaggio più interessante e meglio riuscito, nonché, a dirla tutta, il più (se non l'unico) simpatico.
Non mi esprimo sulla terrificante canzoncina alla fine: va bene che Miyazaki stesso abbia voluto che fosse tradotta in italiano, ma si sarebbe decisamente potuto evitare, dal momento che l'unico risultato a cui questa porta è di abbassare ulteriormente il livello dell'opera, senza contare la spaventosa somiglianza con quelle orribili sigle italiane che la Mediaset ci propina ogni santo giorno, che sono già un colpo al cuore abbastanza violento per qualsiasi appassionato di anime.
In conclusione, non posso dire che Ponyo sulla Scogliera sia un brutto anime, tuttavia non posso dargli più di 6.5, sebbene mi pianga il cuore ad assegnare un voto così basso ad un'opera di Miyazaki.