Recensione
Sora o Kakeru Shoujo
7.0/10
Sora wo Kakeru Shoujo, ovvero la ragazza che salta nello spazio, è un anime di 26 episodi realizzato nel 2009 dalla Sunrise in collaborazione con la Bandai Entertainment.
Come è possibile desumere dal nome, Sora wo Kakeru Shoujo è interamente ambientato nello spazio, in un futuro prossimo in cui l’uomo, grazie alla tecnologia, è riuscito a creare delle gigantesche colonie autosufficienti e indipendenti. Protagonista della storia è Akiha, terza figlia della famiglia Shishidou, una normale ragazza la cui vita viene stravolta dall’inaspettato e rocambolesco incontro con la misteriosa Honoka Kawai e con l’egocentrica AI (intelligenza artificiale) di nome Leopard. Accompagnata dalla fedele Imoko (Mio-chan), Akiha sarà costretta ad affrontare la cupa minaccia che incombe sulla colonia di Kirkwood.
Fatto un breve accenno alla trama, che, in ragione dei continui ‘eventi a sorpresa’ non può essere approfondita più di tanto, vale la pena soffermarsi su una della caratteristiche dell’anime, ovvero l’evoluzione della storia. Invero i primi episodi risultano piuttosto lenti e, soprattutto, privi della capacità di coinvolgere lo spettatore, che li vive in modo alquanto passivo, anche perché privo della capacità di comprendere a pieno ciò che sta accadendo. Successivamente, invece, determinati i pilastri della trama principale, il ritmo narrativo acquista la giusta velocità, risultando piuttosto gradevole e coinvolgente, pur non brillando certo per originalità.
Quanto detto per la trama, peraltro, si riflette anche nella ipotetica catalogazione dell’opera; Sora wo Kakeru Shoujo, infatti, sin dalle prime battute non pare facilmente catalogabile all’interno di uno specifico genere, e, anzi, per buona parte dell’anime lo spettatore è assillato da un dubbio concernente la serietà della stessa storia, che, in virtù di alcune scelte, pare più in linea con uno stile comico, o, per meglio dire, demenziale. Solo giunti ad un certo punto si riesce a capire l’effettivo intento degli autori, che tuttavia, proprio in ragione delle opinabili scelte poc’anzi citate, non riesce a fare piena presa sullo spettatore, costretto all’arduo compito di coniugare elementi caratterizzati da una certa drammaticità con situazioni apparentemente demenziali, incapaci di conferire un valore aggiunto all’opera, sminuendo ‘l’epicità’ di una trama che, al contrario, vorrebbe essere abbastanza seria e collegata alla tradizionale dicotomia bene/male stile Sunrise (o forse sarebbe meglio dire alla tradizionale assenza di tale dicotomia).
Nondimeno, Sora wo Kakeru Shoujo è un anime godibile, anche grazie a personaggi tutto sommato ‘carini’, anche se, come nel caso di Honoka e Itsuki, non manca il ricorso a stereotipi ampiamente collaudati dall’animazione giapponese. Sicuramente tra i più riusciti vale la pena annoverare Kazane Shishidou (sorella maggiore di Akiha, e capofamiglia degli Shishidou), Nina Stratoski (eccentrica comandante della divisione misteri) e Leopard, egocentrica e folle AI, che, pur non essendo attagliato per essere il protagonista principale, è comunque dotato di una certa originalità. Per completezza devo ammettere che comunque la mia ‘preferita’ resta Takane Shishidou (seconda figlia della famiglia Shishidou, che, volenti o nolenti, è composta da ben quattro donne). Come peraltro si può dedurre dai nomi citati, un difetto che va rilevato in materia di personaggi riguarda proprio la totale assenza di una figura maschile dotata di carisma, eccezion fatta per le AI (che comunque son pur sempre artificiali) sembra infatti che gli uomini siano stati banditi da quest’anime.
Il comparto tecnico è nel complesso di buon livello, anche se in certi frangenti il character design non manca di prestare il fianco a qualche critica; decisamente orecchiabile la prima opening realizzata dagli Ali Project (il cui stile è decisamente inconfondibile).
In conclusione Sora wo Kakeru Shoujo è comunque un anime piacevole, che, pur con i difetti testé esposti, riesce comunque ad attirare l’attenzione dello spettatore, ripagando il tempo speso per la visione. Proprio per tale ragione, ritengo che quest’anime possa essere un ottimo prodotto per chi è in cerca di qualcosa di leggero.
Come è possibile desumere dal nome, Sora wo Kakeru Shoujo è interamente ambientato nello spazio, in un futuro prossimo in cui l’uomo, grazie alla tecnologia, è riuscito a creare delle gigantesche colonie autosufficienti e indipendenti. Protagonista della storia è Akiha, terza figlia della famiglia Shishidou, una normale ragazza la cui vita viene stravolta dall’inaspettato e rocambolesco incontro con la misteriosa Honoka Kawai e con l’egocentrica AI (intelligenza artificiale) di nome Leopard. Accompagnata dalla fedele Imoko (Mio-chan), Akiha sarà costretta ad affrontare la cupa minaccia che incombe sulla colonia di Kirkwood.
Fatto un breve accenno alla trama, che, in ragione dei continui ‘eventi a sorpresa’ non può essere approfondita più di tanto, vale la pena soffermarsi su una della caratteristiche dell’anime, ovvero l’evoluzione della storia. Invero i primi episodi risultano piuttosto lenti e, soprattutto, privi della capacità di coinvolgere lo spettatore, che li vive in modo alquanto passivo, anche perché privo della capacità di comprendere a pieno ciò che sta accadendo. Successivamente, invece, determinati i pilastri della trama principale, il ritmo narrativo acquista la giusta velocità, risultando piuttosto gradevole e coinvolgente, pur non brillando certo per originalità.
Quanto detto per la trama, peraltro, si riflette anche nella ipotetica catalogazione dell’opera; Sora wo Kakeru Shoujo, infatti, sin dalle prime battute non pare facilmente catalogabile all’interno di uno specifico genere, e, anzi, per buona parte dell’anime lo spettatore è assillato da un dubbio concernente la serietà della stessa storia, che, in virtù di alcune scelte, pare più in linea con uno stile comico, o, per meglio dire, demenziale. Solo giunti ad un certo punto si riesce a capire l’effettivo intento degli autori, che tuttavia, proprio in ragione delle opinabili scelte poc’anzi citate, non riesce a fare piena presa sullo spettatore, costretto all’arduo compito di coniugare elementi caratterizzati da una certa drammaticità con situazioni apparentemente demenziali, incapaci di conferire un valore aggiunto all’opera, sminuendo ‘l’epicità’ di una trama che, al contrario, vorrebbe essere abbastanza seria e collegata alla tradizionale dicotomia bene/male stile Sunrise (o forse sarebbe meglio dire alla tradizionale assenza di tale dicotomia).
Nondimeno, Sora wo Kakeru Shoujo è un anime godibile, anche grazie a personaggi tutto sommato ‘carini’, anche se, come nel caso di Honoka e Itsuki, non manca il ricorso a stereotipi ampiamente collaudati dall’animazione giapponese. Sicuramente tra i più riusciti vale la pena annoverare Kazane Shishidou (sorella maggiore di Akiha, e capofamiglia degli Shishidou), Nina Stratoski (eccentrica comandante della divisione misteri) e Leopard, egocentrica e folle AI, che, pur non essendo attagliato per essere il protagonista principale, è comunque dotato di una certa originalità. Per completezza devo ammettere che comunque la mia ‘preferita’ resta Takane Shishidou (seconda figlia della famiglia Shishidou, che, volenti o nolenti, è composta da ben quattro donne). Come peraltro si può dedurre dai nomi citati, un difetto che va rilevato in materia di personaggi riguarda proprio la totale assenza di una figura maschile dotata di carisma, eccezion fatta per le AI (che comunque son pur sempre artificiali) sembra infatti che gli uomini siano stati banditi da quest’anime.
Il comparto tecnico è nel complesso di buon livello, anche se in certi frangenti il character design non manca di prestare il fianco a qualche critica; decisamente orecchiabile la prima opening realizzata dagli Ali Project (il cui stile è decisamente inconfondibile).
In conclusione Sora wo Kakeru Shoujo è comunque un anime piacevole, che, pur con i difetti testé esposti, riesce comunque ad attirare l’attenzione dello spettatore, ripagando il tempo speso per la visione. Proprio per tale ragione, ritengo che quest’anime possa essere un ottimo prodotto per chi è in cerca di qualcosa di leggero.