Recensione
Planetes
10.0/10
Nel corso del XXI secolo l'uomo conquista lo spazio. Esistono voli spaziali, una città è stata costruita sulla Luna, le spedizioni con persone sono giunte fino a Marte, ma c'è un problema: i detriti spaziali. La premessa della serie PlanetES è esattamente questa: un incidente provocato da un detrito spaziale che fa cambiare rotta nei piani dell'uomo per la conquista dello spazio.
La serie, in 26 episodi, sviluppa in modo differente e con contenuti aggiunti la serie manga di Makoto Yakimura, grazie al lavoro di Yoshitaka Kawaguchi, produttore dell'anime, e alla regia di Gorō Taniguchi. Nel corso degli episodi non viene sviluppata una singola trama, ma si delinea quello che si presenta essere un futuro verosimile. Il tutto ovviamente gira attorno ad una serie di personaggi che saranno i protagonisti.
Si può dire che la serie è divisa in due parti. La prima molto più lunga, dove vengono presentati i protagonisti e dove vengono affrontate diverse tematiche universali, come la morte, il fumo, la solitudine, l'amore ecc. A volte gli argomenti sono trattati in modo ingenuo e la risoluzione di qualche episodio risulta un po' forzata, ma il vero punto forte della serie non è la trama, come già detto, ma i personaggi.
La seconda parte della serie, invece, affronta in modo definitivo una tematica che viene a formarsi pian piano nel corso degli episodi precedenti, cioè il problema del divario tra la ricchezza dei paesi del Primo Mondo e quella dei Paesi più poveri, con tutte le conseguenza che questo porta. Le tesi politiche sollevate sono molto realistiche e anche molto attuali, sebbene le vicende narrate siano ambientate dal 2075 al 2080 circa.
In realtà si scorge una tematica che fa da filo conduttore a tutta la serie. Riguarda la solitudine dell'uomo, o meglio il modo di combatterla. Il cosmo è il luogo della solitudine assoluta e tanti dei personaggi che accompagnano i protagonisti, ma anche tra questi qualcuno ne è colpito, affrontano o non riescono ad affrontare questa situazione. La continua ricerca di un appiglio diventa quindi il modo di combattere questa terribile minaccia che grava sulle spalle di ogni astronauta. Un po' come quando i personaggi afferrano le apposite maniglie, mentre “camminano” nelle astronavi o nelle stazioni spaziali in assenza di gravità, dettaglio che è evidenziato in moltissimi momenti nel corso dell'anime, come fosse una trasposizione concreta di quello che gli autori vogliono dire.
Parlando dell'ambientazione si può dire con fermezza che la serie ha un rispetto della realtà incredibile. Sebbene si parli e vengano mostrate delle tecnologie molto avanzate, il tutto risulta verosimile, considerando che molte volte ci sono delle spiegazioni scientifiche che accompagnano le immagini. Inoltre, un cura quasi maniacale per quanto riguarda i meccanismi dei mezzi spaziali non fa che aumentare il livello di gradimento per i fanatici, ma anche per chi si avvicina al prodotto per semplice curiosità.
Per quanto riguarda le questioni tecniche il lavoro di sceneggiatura è ottima. Una caratterizzazione molto realistica e mai banale, con una costruzione dei dialoghi tanto genuina da poter quasi definire la serie come uno slice of life ambientato nello spazio. Anche il sonoro è ottimo e, paradossalmente, un dettaglio non indifferente è l'assenza di suoni nel vuoto.
Le animazioni sono di altissimo livello, anche se non c'è praticamente mai tanta azione, ma nei momenti in cui c'è, la realtà prende il sopravvento e il risultato a livello visivo è straordinario. Infine, un accenno sul doppiaggio italiano è doveroso. La scelta del cast è azzeccatissima e ogni personaggio ha una voce che calza perfettamente sulla figura.
Tutto questo fa di PlanetES un must imperdibile.
La serie, in 26 episodi, sviluppa in modo differente e con contenuti aggiunti la serie manga di Makoto Yakimura, grazie al lavoro di Yoshitaka Kawaguchi, produttore dell'anime, e alla regia di Gorō Taniguchi. Nel corso degli episodi non viene sviluppata una singola trama, ma si delinea quello che si presenta essere un futuro verosimile. Il tutto ovviamente gira attorno ad una serie di personaggi che saranno i protagonisti.
Si può dire che la serie è divisa in due parti. La prima molto più lunga, dove vengono presentati i protagonisti e dove vengono affrontate diverse tematiche universali, come la morte, il fumo, la solitudine, l'amore ecc. A volte gli argomenti sono trattati in modo ingenuo e la risoluzione di qualche episodio risulta un po' forzata, ma il vero punto forte della serie non è la trama, come già detto, ma i personaggi.
La seconda parte della serie, invece, affronta in modo definitivo una tematica che viene a formarsi pian piano nel corso degli episodi precedenti, cioè il problema del divario tra la ricchezza dei paesi del Primo Mondo e quella dei Paesi più poveri, con tutte le conseguenza che questo porta. Le tesi politiche sollevate sono molto realistiche e anche molto attuali, sebbene le vicende narrate siano ambientate dal 2075 al 2080 circa.
In realtà si scorge una tematica che fa da filo conduttore a tutta la serie. Riguarda la solitudine dell'uomo, o meglio il modo di combatterla. Il cosmo è il luogo della solitudine assoluta e tanti dei personaggi che accompagnano i protagonisti, ma anche tra questi qualcuno ne è colpito, affrontano o non riescono ad affrontare questa situazione. La continua ricerca di un appiglio diventa quindi il modo di combattere questa terribile minaccia che grava sulle spalle di ogni astronauta. Un po' come quando i personaggi afferrano le apposite maniglie, mentre “camminano” nelle astronavi o nelle stazioni spaziali in assenza di gravità, dettaglio che è evidenziato in moltissimi momenti nel corso dell'anime, come fosse una trasposizione concreta di quello che gli autori vogliono dire.
Parlando dell'ambientazione si può dire con fermezza che la serie ha un rispetto della realtà incredibile. Sebbene si parli e vengano mostrate delle tecnologie molto avanzate, il tutto risulta verosimile, considerando che molte volte ci sono delle spiegazioni scientifiche che accompagnano le immagini. Inoltre, un cura quasi maniacale per quanto riguarda i meccanismi dei mezzi spaziali non fa che aumentare il livello di gradimento per i fanatici, ma anche per chi si avvicina al prodotto per semplice curiosità.
Per quanto riguarda le questioni tecniche il lavoro di sceneggiatura è ottima. Una caratterizzazione molto realistica e mai banale, con una costruzione dei dialoghi tanto genuina da poter quasi definire la serie come uno slice of life ambientato nello spazio. Anche il sonoro è ottimo e, paradossalmente, un dettaglio non indifferente è l'assenza di suoni nel vuoto.
Le animazioni sono di altissimo livello, anche se non c'è praticamente mai tanta azione, ma nei momenti in cui c'è, la realtà prende il sopravvento e il risultato a livello visivo è straordinario. Infine, un accenno sul doppiaggio italiano è doveroso. La scelta del cast è azzeccatissima e ogni personaggio ha una voce che calza perfettamente sulla figura.
Tutto questo fa di PlanetES un must imperdibile.