Recensione
"La malinconia di Haruhi Suzumiya" non è un'opera che passa inosservata. Non passò inosservata quando era solo una light novel, e non lo fece quando venne trasposta in anime, sia in Giappone sia all'estero. Pensate che conoscevo di nome l'opera ancora prima d'interessarmi seriamente agli anime e ai manga, come mi è capitato poche volte. Sin da subito avevo voluto anch'io ficcare il naso nella malinconia di Haruhi Suzumiya.
In genere le opere che godono di un tale successo di pubblico non mi piacciono per niente, ma questo non mi distolse dal mio intento: credevo di trovarmi di fronte a un anime veramente originale, con una trama con cui non ci si potesse mai annoiare, con dei contenuti da preferire a tonnellate di superficiale fan service.
Mi sbagliavo.
Non fatevi ingannare: "La Malinconia di Haruhi Suzumiya" non ha trama. Certo, c'è il solito ritornello su Haruhi che non ha interesse in nessuno che non sia un alieno, un esper o un viaggiatore del tempo, e c'è anche il solito ritornello sulle suddette aliena, esper e viaggiatrice del tempo che vigilano affinché Suzumiya - niente meno che una specie di divinità - nella sua noia non faccia follie che mettano a rischio il mondo intero, ma quella non si può definire trama. Tutta questa pappardella, infatti, occupa a malapena metà della serie, di cui solo due puntate su quattordici dedicate a cosa accade veramente quando Haruhi si annoia troppo. Tutto il resto sono cose normalissime che abbiamo visto a bizzeffe, con giusto una patina di demenzialità e di fantastico per fare pensare allo spettatore ingenuo di stare vedendo un anime incredibilmente originale e geniale. Cosa a mio parere assolutamente non vera.
A mio parere, un'opera veramente originale può avere due caratteristiche che la rendono tale: la prima, quando è qualcosa da non potere essere paragonata a nessun canone preesistente; e la seconda, quando detti canoni sono stati talmente stravolti da creare un canone a sé stante. "La malinconia" non è né l'una né l'altra. Se grattiamo la patina superficiale con mezze divinità, esper, alieni e viaggiatori del tempo, tutto quello che rimane è una scialba commedia scolastica, che tutto si può dire tranne geniale, visto che si fonda su stilemi triti e ritriti. Competizioni interne alla scuola, fanservice, cottarelle innocenti... alla faccia dell'originalità!
Alla faccia dell'originalità anche per i personaggi. Oltre alla spumeggiante (e isterica) Haruhi, grande successo tra il pubblico riscuote l'unico umano della Brigata SOS, Kyon, per il suo mai visto prima cinismo e realismo. Anche qui, vi invito a grattare la superficie: il sarcasmo assassino di Kyon, tra l'altro all'acqua di rose - se non lo so io, che sono veramente cinica - non nasconde che il classico protagonista che non ha nessuna caratteristica particolare ma che si ritrova in prima fila tra gli intrecci principali. Uno stereotipo, insomma.
E anche i suoi compari non sono da meno. Yuki Nagato è quella che personalmente ho preferito di più, se non altro perché sta zitta e buona, ma purtroppo è la tipica ragazza algida e intelligente, quasi un elemento di sfondo. Koizumi è il ragazzo simpatico e aperto; Mikuru Asahina è la pudica ma formosa, che secondo me nasconde in sé una contraddizione mica da ridere: perché scegliere come viaggiatrice del tempo una persona che ha paura di tutto? Non sarebbe più adatto al ruolo qualcuno più coraggioso?
Haruhi Suzumiya risulta per forza di cose quella caratterizzata meglio, ma non va tanto oltre lo stereotipo della ragazzina esuberante che trascina i protagonisti nelle avventure più strambe possibili e fornisce loro l'assist per le battute. Inoltre, solo io penso che, invece di preoccuparsi della sua malinconia (praticamente inesistente!), gli esseri sovrannaturali dovrebbero concentrarsi sull'isteria di cui è evidentemente afflitta? A volte Haruhi risulta troppo caricata, risultando quindi ai miei occhi insopportabile.
Il comparto tecnico è l'unica cosa su cui mi sentirei di dare ragione agli estimatori della Malinconia. In effetti è veramente ben fatto: i colori sono piacevoli, il character design si lascia guardare pur non essendo il mio genere, la regia è ben fatta. Unico neo a mio parere è la musica: a parte poche eccezioni, è irritante e invadente. Un po' come la nostra cara Suzumiya, insomma.
Tuttavia, secondo me non basta solamente il buon comparto tecnico, e un paio di episodi leggermente più brillanti degli altri, per salvare "La malinconia di Haruhi Suzumiya".
A volte ho dei pregiudizi troppo alti nei confronti delle opere mainstream, ma forse qui è stato il contrario: troppe aspettative. Credevo che avrei visto un'opera geniale e originale, che forse in futuro avrebbe significativamente cambiato l'animazione giapponese; volevo vedere un'opera geniale e originale, e invece mi sono ritrovata qualcosa che avevo già visto un sacco di altre volte. La delusione è stata tale che non sono più riuscita a godermi l'anime, al punto di annoiarmi più volte durante la visione e di sforzarmi per finirlo.
Altro che Haruhi Suzumiya: che avrei dovuto dire, io, sulla noia? Con questa nota semiseria chiudo con un voto che non avrei voluto mai dare a quest'opera.
In genere le opere che godono di un tale successo di pubblico non mi piacciono per niente, ma questo non mi distolse dal mio intento: credevo di trovarmi di fronte a un anime veramente originale, con una trama con cui non ci si potesse mai annoiare, con dei contenuti da preferire a tonnellate di superficiale fan service.
Mi sbagliavo.
Non fatevi ingannare: "La Malinconia di Haruhi Suzumiya" non ha trama. Certo, c'è il solito ritornello su Haruhi che non ha interesse in nessuno che non sia un alieno, un esper o un viaggiatore del tempo, e c'è anche il solito ritornello sulle suddette aliena, esper e viaggiatrice del tempo che vigilano affinché Suzumiya - niente meno che una specie di divinità - nella sua noia non faccia follie che mettano a rischio il mondo intero, ma quella non si può definire trama. Tutta questa pappardella, infatti, occupa a malapena metà della serie, di cui solo due puntate su quattordici dedicate a cosa accade veramente quando Haruhi si annoia troppo. Tutto il resto sono cose normalissime che abbiamo visto a bizzeffe, con giusto una patina di demenzialità e di fantastico per fare pensare allo spettatore ingenuo di stare vedendo un anime incredibilmente originale e geniale. Cosa a mio parere assolutamente non vera.
A mio parere, un'opera veramente originale può avere due caratteristiche che la rendono tale: la prima, quando è qualcosa da non potere essere paragonata a nessun canone preesistente; e la seconda, quando detti canoni sono stati talmente stravolti da creare un canone a sé stante. "La malinconia" non è né l'una né l'altra. Se grattiamo la patina superficiale con mezze divinità, esper, alieni e viaggiatori del tempo, tutto quello che rimane è una scialba commedia scolastica, che tutto si può dire tranne geniale, visto che si fonda su stilemi triti e ritriti. Competizioni interne alla scuola, fanservice, cottarelle innocenti... alla faccia dell'originalità!
Alla faccia dell'originalità anche per i personaggi. Oltre alla spumeggiante (e isterica) Haruhi, grande successo tra il pubblico riscuote l'unico umano della Brigata SOS, Kyon, per il suo mai visto prima cinismo e realismo. Anche qui, vi invito a grattare la superficie: il sarcasmo assassino di Kyon, tra l'altro all'acqua di rose - se non lo so io, che sono veramente cinica - non nasconde che il classico protagonista che non ha nessuna caratteristica particolare ma che si ritrova in prima fila tra gli intrecci principali. Uno stereotipo, insomma.
E anche i suoi compari non sono da meno. Yuki Nagato è quella che personalmente ho preferito di più, se non altro perché sta zitta e buona, ma purtroppo è la tipica ragazza algida e intelligente, quasi un elemento di sfondo. Koizumi è il ragazzo simpatico e aperto; Mikuru Asahina è la pudica ma formosa, che secondo me nasconde in sé una contraddizione mica da ridere: perché scegliere come viaggiatrice del tempo una persona che ha paura di tutto? Non sarebbe più adatto al ruolo qualcuno più coraggioso?
Haruhi Suzumiya risulta per forza di cose quella caratterizzata meglio, ma non va tanto oltre lo stereotipo della ragazzina esuberante che trascina i protagonisti nelle avventure più strambe possibili e fornisce loro l'assist per le battute. Inoltre, solo io penso che, invece di preoccuparsi della sua malinconia (praticamente inesistente!), gli esseri sovrannaturali dovrebbero concentrarsi sull'isteria di cui è evidentemente afflitta? A volte Haruhi risulta troppo caricata, risultando quindi ai miei occhi insopportabile.
Il comparto tecnico è l'unica cosa su cui mi sentirei di dare ragione agli estimatori della Malinconia. In effetti è veramente ben fatto: i colori sono piacevoli, il character design si lascia guardare pur non essendo il mio genere, la regia è ben fatta. Unico neo a mio parere è la musica: a parte poche eccezioni, è irritante e invadente. Un po' come la nostra cara Suzumiya, insomma.
Tuttavia, secondo me non basta solamente il buon comparto tecnico, e un paio di episodi leggermente più brillanti degli altri, per salvare "La malinconia di Haruhi Suzumiya".
A volte ho dei pregiudizi troppo alti nei confronti delle opere mainstream, ma forse qui è stato il contrario: troppe aspettative. Credevo che avrei visto un'opera geniale e originale, che forse in futuro avrebbe significativamente cambiato l'animazione giapponese; volevo vedere un'opera geniale e originale, e invece mi sono ritrovata qualcosa che avevo già visto un sacco di altre volte. La delusione è stata tale che non sono più riuscita a godermi l'anime, al punto di annoiarmi più volte durante la visione e di sforzarmi per finirlo.
Altro che Haruhi Suzumiya: che avrei dovuto dire, io, sulla noia? Con questa nota semiseria chiudo con un voto che non avrei voluto mai dare a quest'opera.