Recensione
Inazuma Eleven
8.0/10
Sarò subito diretto con voi che state per accingervi a leggere quanto segue: se avete odiato, poco gradito, trovato assurdo, ridicolo, stupido, esagerato ecc. (si è capito il concetto, no?) un'opera come “Capitan Tsubasa” (Holly e Benji), lasciate perdere Inazuma Eleven. Non vedo altrimenti come possa interessarvi un titolo dalle tematiche simili, con un “comparto atletico” che a confronto quelli di Holly e company sono bazzecole applicabili tranquillamente al nostro campionato di Serie A.
Precisato ciò, posso proseguire tranquillamente senza avere il timore di aver fatto perdere del tempo a chicchessia.
Inazuma Eleven nasce come videogioco calcistico per Nintendo DS nel 2008 e fin da subito riscuote più che discreti consensi tanto da indurre poco dopo la realizzazione di un manga e di un anime a esso ispirati.
Il cartaceo è stato pubblicato da Shogakukan su CoroCoro Comic mentre la serie animata è stata prodotta da Level 5 con la collaborazione di Tv Tokyo e OLM Incorporated ed è tuttora in corso.
In concomitanza con l'inizio del Mondiale sudafricano del 2010, Inazuma Eleven è sbarcato anche in Italia trasmesso su Rai 2 ogni mattina. Il titolo originale è stato mantenuto con in più l'aggiunta dell'appendice “La squadra delle meraviglie”.
Di ottima fattura, i disegni e anche le animazioni non sfigurano mentre le musiche non sono certamente il punto forte dato che scarseggiano abbastanza all'interno della narrazione. Discorso a parte merita però la sigla italiana in quanto è stato deciso saggiamente di adoperare la base musicale dell'opening originale traducendone solamente il testo con un risultato davvero notevole.
Il doppiaggio si assesta su discreti livelli senza eccellere o sfigurare particolarmente.
Venendo adesso alla trama, tutto ruota attorno a una giovane squadra di calcio appartenente a un istituto scolastico, la Raimon Junior High.
La squadra è molto debole e non vince una partita da tempo immemore e ciò comporta l'abbandono di molti elementi dal team. La rosa pertanto si restringe a soli 7 giocatori effettivi, un numero chiaramente insufficiente affinché possa disputare una qualsiasi partita futura dato che, come sappiamo, per scendere in campo occorrono 11 elementi.
Mark Evans però, portiere e capitano della Raimon, non è tipo da arrendersi così facilmente e, spinto da una grandissima passione per il gioco del calcio, parte alle ricerca di nuovi calciatori da aggregare alla squadra con l'obiettivo di partecipare in seguito al Football Frontier, manifestazione al quale prendono parte le migliori formazioni del paese.
Ecco dunque come inizia quest'avventura che ci porta a conoscere svariati personaggi quasi tutti caratterizzati più che discretamente, con alcuni di essi in possesso di storie personali passate che in qualche caso sporadico si ripercorrono anche sul campo da gioco.
Inazuma Eleven è un titolo destinato principalmente a un pubblico di giovani e assistendo a una qualunque partita all'interno della serie si può capire perfettamente quanto affermo: ho fatto accenno sopra a un titolo famoso come “Holly e Benji” di cui ricordiamo tutti i vari colpi speciali dei protagonisti (il “tiro della tigre” di Lenders, la “catapulta infernale” dei fratelli Derrick, oppure il “tiro combinato” di Hutton e Becker ecc.); bene, Inazuma Eleven li batte tutti e si pone su un altro livello.
A ogni esecuzione/intervento effettuato all'interno del campo da gioco da un qualsiasi elemento, corrispondono infatti differenti proiezioni tridimensionali di ologrammi raffiguranti tal volta arti giganti, draghi lucenti, montagne maestose, mari impetuosi, pinguini che sbucano dal terreno ecc., indicanti l'effettiva potenza di quel colpo specifico, quasi sempre un tiro o una parata.
Ciò ovviamente chiarisce il perché del target in questione dato che farebbe destare il naso a molti, che giudicherebbero come una “cavolata immane” qualcosa di simile, soprattutto poi se aggiunto ai vari nomi che questi colpi assumono e che vengono ripetuti in continuazione al momento delle loro esecuzioni e sono accompagnati peraltro da una grafica che mostra il nome del colpo al momento della sua messa in atto.
Io però non sono d'accordo (tranne per il ripetersi delle grafiche e dei nomi che a lungo andare hanno stufato pure me), non vedo perché privarsi di un'opera che pur nella sua “teatrale eccessività” è capace d'infondere sani valori quali amicizia, coesione, perseveranza, spirito di squadra, rispetto, avversari affrontati come tali e non come nemici, insomma. Tutto questo oggi si vede sempre più raramente in diversi campi da calcio professionistici, dove le partite sono vissute più come una sorta di battaglia all'ultimo sangue, con interventi sempre più ai limiti del codice penale, piuttosto che come una normale partita di pallone in cui si dovrebbero fronteggiare solamente due squadre per determinare quale è superiore.
Ecco quindi che fare la conoscenza di un titolo come Inazuma Eleven può aiutare a fare scoprire o magari ritrovare quei principi che stanno alla base di tutto e che oggi purtroppo tendono spesso a non essere considerati o peggio ancora dimenticati soprattutto dalle nuove generazioni. Quanto di più sbagliato possa esserci visto che il futuro appartiene principalmente a loro.
Inazuma Eleven è poi un titolo molto leggero che si lascia seguire con assoluta spensieratezza, spesso infatti si assiste a simpatici siparietti fuori dal campo che fanno scappare diversi sorrisi, per non parlare dei vari colpi “folkloristici” dei protagonisti, di fronte ai quali non ci si può certamente esimere dal farsi quattro risate.
Insomma, se cercavate qualcosa con questo tipo di caratteristiche avete fatto “goal”, se così non fosse invece, dato che comunque vi siete soffermati a leggere fino alla fine, potete pure buttarci un'occhiata, no? Io ve lo consiglio di sicuro.
Precisato ciò, posso proseguire tranquillamente senza avere il timore di aver fatto perdere del tempo a chicchessia.
Inazuma Eleven nasce come videogioco calcistico per Nintendo DS nel 2008 e fin da subito riscuote più che discreti consensi tanto da indurre poco dopo la realizzazione di un manga e di un anime a esso ispirati.
Il cartaceo è stato pubblicato da Shogakukan su CoroCoro Comic mentre la serie animata è stata prodotta da Level 5 con la collaborazione di Tv Tokyo e OLM Incorporated ed è tuttora in corso.
In concomitanza con l'inizio del Mondiale sudafricano del 2010, Inazuma Eleven è sbarcato anche in Italia trasmesso su Rai 2 ogni mattina. Il titolo originale è stato mantenuto con in più l'aggiunta dell'appendice “La squadra delle meraviglie”.
Di ottima fattura, i disegni e anche le animazioni non sfigurano mentre le musiche non sono certamente il punto forte dato che scarseggiano abbastanza all'interno della narrazione. Discorso a parte merita però la sigla italiana in quanto è stato deciso saggiamente di adoperare la base musicale dell'opening originale traducendone solamente il testo con un risultato davvero notevole.
Il doppiaggio si assesta su discreti livelli senza eccellere o sfigurare particolarmente.
Venendo adesso alla trama, tutto ruota attorno a una giovane squadra di calcio appartenente a un istituto scolastico, la Raimon Junior High.
La squadra è molto debole e non vince una partita da tempo immemore e ciò comporta l'abbandono di molti elementi dal team. La rosa pertanto si restringe a soli 7 giocatori effettivi, un numero chiaramente insufficiente affinché possa disputare una qualsiasi partita futura dato che, come sappiamo, per scendere in campo occorrono 11 elementi.
Mark Evans però, portiere e capitano della Raimon, non è tipo da arrendersi così facilmente e, spinto da una grandissima passione per il gioco del calcio, parte alle ricerca di nuovi calciatori da aggregare alla squadra con l'obiettivo di partecipare in seguito al Football Frontier, manifestazione al quale prendono parte le migliori formazioni del paese.
Ecco dunque come inizia quest'avventura che ci porta a conoscere svariati personaggi quasi tutti caratterizzati più che discretamente, con alcuni di essi in possesso di storie personali passate che in qualche caso sporadico si ripercorrono anche sul campo da gioco.
Inazuma Eleven è un titolo destinato principalmente a un pubblico di giovani e assistendo a una qualunque partita all'interno della serie si può capire perfettamente quanto affermo: ho fatto accenno sopra a un titolo famoso come “Holly e Benji” di cui ricordiamo tutti i vari colpi speciali dei protagonisti (il “tiro della tigre” di Lenders, la “catapulta infernale” dei fratelli Derrick, oppure il “tiro combinato” di Hutton e Becker ecc.); bene, Inazuma Eleven li batte tutti e si pone su un altro livello.
A ogni esecuzione/intervento effettuato all'interno del campo da gioco da un qualsiasi elemento, corrispondono infatti differenti proiezioni tridimensionali di ologrammi raffiguranti tal volta arti giganti, draghi lucenti, montagne maestose, mari impetuosi, pinguini che sbucano dal terreno ecc., indicanti l'effettiva potenza di quel colpo specifico, quasi sempre un tiro o una parata.
Ciò ovviamente chiarisce il perché del target in questione dato che farebbe destare il naso a molti, che giudicherebbero come una “cavolata immane” qualcosa di simile, soprattutto poi se aggiunto ai vari nomi che questi colpi assumono e che vengono ripetuti in continuazione al momento delle loro esecuzioni e sono accompagnati peraltro da una grafica che mostra il nome del colpo al momento della sua messa in atto.
Io però non sono d'accordo (tranne per il ripetersi delle grafiche e dei nomi che a lungo andare hanno stufato pure me), non vedo perché privarsi di un'opera che pur nella sua “teatrale eccessività” è capace d'infondere sani valori quali amicizia, coesione, perseveranza, spirito di squadra, rispetto, avversari affrontati come tali e non come nemici, insomma. Tutto questo oggi si vede sempre più raramente in diversi campi da calcio professionistici, dove le partite sono vissute più come una sorta di battaglia all'ultimo sangue, con interventi sempre più ai limiti del codice penale, piuttosto che come una normale partita di pallone in cui si dovrebbero fronteggiare solamente due squadre per determinare quale è superiore.
Ecco quindi che fare la conoscenza di un titolo come Inazuma Eleven può aiutare a fare scoprire o magari ritrovare quei principi che stanno alla base di tutto e che oggi purtroppo tendono spesso a non essere considerati o peggio ancora dimenticati soprattutto dalle nuove generazioni. Quanto di più sbagliato possa esserci visto che il futuro appartiene principalmente a loro.
Inazuma Eleven è poi un titolo molto leggero che si lascia seguire con assoluta spensieratezza, spesso infatti si assiste a simpatici siparietti fuori dal campo che fanno scappare diversi sorrisi, per non parlare dei vari colpi “folkloristici” dei protagonisti, di fronte ai quali non ci si può certamente esimere dal farsi quattro risate.
Insomma, se cercavate qualcosa con questo tipo di caratteristiche avete fatto “goal”, se così non fosse invece, dato che comunque vi siete soffermati a leggere fino alla fine, potete pure buttarci un'occhiata, no? Io ve lo consiglio di sicuro.