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8.0/10
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Goro Honda ha soli 5 anni e un'innata passione per il baseball. Suo padre Shigeharu è un lanciatore professionista per la squadra degli Yokohama Blue Oceans, ma non è mai riuscito a sfondare nella Lega Maggiore. Rimasto solo con il figlio da 2 anni per la morte della sua adorata moglie, il signor Honda non vive un momento felice per la sua carriera. Reduce da una rottura del legamento del gomito è consapevole che dovrà lasciare il baseball. La delusione di Goro di fronte alla scelta del padre che lui considera un idolo, convince Shigeharu a reinventarsi battitore. Inizia allora un duro allenamento segreto per potersi presentare a un provino degli Oceans. Il provino va a buon fine e Shigeharu viene aggregato alla squadra delle riserve. Da questo momento in poi, comincia per lui la scalata verso il successo che lo porterà a scontarsi alla pari con un grande fuoriclasse della Major League, Joe Gibson. Ma un destino avverso incombe ancora una volta sulla famiglia Honda e toccherà allora al piccolo Goro prendere in consegna il sogno del padre ed iniziare il cammino che lo condurrà al baseball professionista.

Non seguivo una serie sul baseball da parecchio tempo oramai e quando ho sentito parlare di “Major” mi sono subito incuriosita. Major non è solamente una storia di sport. Seppure siamo solo all'inizio, considerando che l'anime comprende ben 6 stagioni che seguono il protagonista durante tutta la sua carriera sportiva, fin dalle prime battute si notano le vicende umane e la sofferenza che ne scaturisce. Dopo la parentesi che cambia la vita di Goro, si entra nella fase dedicata esclusivamente alla questione sportiva. Passa qualche anno e il protagonista si aggrega alla squadra giovanile della sua città e con fatica e impegno riusce a creare un gruppo solido e affiatato in grado di sfornare grandi prestazioni anche con squadre più accreditate.

La forza di Major e del bellissimo messaggio che lancia è l'unità del gruppo. La voglia di far bene e divertirsi insieme, cercando di raggiungere un obiettivo comune. Che sia la vittoria o una sconfitta non ha importanza. Quello che conta è sapere di aver dato il massimo e non avere rimpianti. Credere in sé stessi e nei propri compagni di squadra è alla base di ogni sport di gruppo e Major mira fortemente a far emergere questo concetto.

La storia si districa perfettamente tra i momenti nostalgici a quelli comici. Seppur non vengono analizzate le psicologie di tutti i componenti della squadra ognuno di essi riesce comunque a dare il suo contributo e a ritagliarsi un piccolo spazio. I protagonisti come Goro, la signorina Hoshino, Sawamura, Shimizu e Komori, sono i personaggi su cui c'è maggior approfondimento. Del resto la serie non è lunghissima (26 episodi in questa prima stagione).

Ottime le animazioni, soprattutto durante le partite dove la velocità di esecuzione è molto importante, risultano molto fluide e rendono al meglio le sensazioni di suspance durante il gioco. Belle le musiche. L'opening che accompagna tutta la stagione dal titolo “Kokoro e” dà la carica giusta, mentre le due splendide ending “Step” e “Faraway” sono orecchiabili canzoni stile pop.
Curiosità: nello stacchetto che sancisce la metà di ogni episodio viene mostrata un' illustrazione colorata ad acquerelli con diversi personaggi a seconda delle puntate, il tutto accompagnato da un gingle dal sound rock.

Major è una storia ricca di insegnamenti e di valori importanti. È la storia del piccolo Goro Honda che ci insegna a credere nei nostri sogni e a far di tutto per realizzarli, anche se questo comporta dei sacrifici. La strada per realizzarli è lunga e tortuosa, ma se c'è la volontà nulla ci è precluso. Voto 8!