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Infinite Stratos è giunto alla sua conclusione, ed è il momento di tirare le somme.
In sostanza, è una serie godibilissima, con alcuni punti di vera forza e altri di debolezza "congenita". La forza sicuramente sta nel comparto grafico, uno splendido esempio di cosa possano fare oggi CG e disegni insieme: i mecha, gli Infinite Stratos, sono uno diverso dall'altro, interessanti e realizzati in ogni minimo dettaglio; la grafica è spesso da urlo, mentre le animazioni e i combattimenti rappresentano il vero piatto da gustare, seppure, ahimè relativamente rari e brevi nel corso della serie. Infine i personaggi sono assai stereotipati ma convincenti e a tutti è riservato uno spazio non insignificante.

Le debolezze, come potrete capire, stanno tutte nello straripante taglio harem della storia: protagonista, il solito asessuato giovane romantico ragazzotto giapponese, che ahimè vi farà imbestialire a più riprese, anche se regalerà alcuni momenti divertenti. Questa scelta "narrativa", riguardo alla totale centralità delle attenzioni delle protagoniste riguardo al nostro povero sprovveduto di turno, lascia decadere in automatico ogni pretesa di "approfondimento " psicologico o di costruzione della storia, che viene costruita per occasioni piuttosto che con un chiaro obiettivo, con il risultato di regalare anche dei momenti piuttosto deboli dalla metà della stagione in avanti, e di risultare spesso rivolta a un pubblico di giovani-giovanissimi.

In definitiva, se volete passare qualche momento di spensieratezza davanti ad un prodotto graficamente all'avanguardia, Infinite Stratos fa per voi. Se invece cercate un prodotto maturo, oltre i cliché, con elementi profondi nella storia e nei personaggi, girate alla larga. Chissà che con una seconda serie non si possa davvero combinare tanta fluidità a qualche storia degna d'interesse.