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Tokyo Magnitude 8.0 non è un'opera come tante. Tutto si basa sull'ipotesi che un terremoto di magnitudo 8.0 possa abbattersi sulla città di Tokyo, precisamente alla 15:46 a 25 km dalla baia. I danni sono numerosissimi: dopo il terremoto in sé, infatti,durante tutto l'anime si susseguiranno scosse di assestamento, crolli, incendi, maremoti(seppur quest'ultimi di scarsa entità). L'anime sviluppa però questa vicenda principalmente dal lato umano, e seguiremo le avventure di Mirai, Yuuki e Mari con un coinvolgimento stupefacente. Piangeremo, rideremo, ci dispereremo, ci preoccuperemo insieme a loro per l'intera durata dell'opera, dalla calma iniziale fino al finale, incredibile, ma di cui parleremo dopo.

I protagonisti, come dicevo prima, sono tre (anche se verranno aiutati durante tutta la storia da vari personaggi): Mirai, una tredicenne annoiata da un percorso di studi che non vuole fare (è costretta dalla mamma) e una famiglia troppo intenta a lavorare per passare un po' di tempo con lei; Yuuki, un ragazzino di sette-otto anni, fratello minore di Mirai, a cui piacerebbe passare un po' di tempo in più con la sorella; e Mari, una donna sui 35 anni che vive con la figlia di 4 anni e la nonna. Tutti e tre si trovano all'inizio della vicenda a Odaiba, l'isola artificiale al largo della baia di Tokyo, e dopo il loro primo incontro si avventureranno alla ricerca della loro casa e dei loro parenti.
Come anzidetto l'opera si concentra sul lato umano della vicenda,approfondendo molto i rapporti tra i tre personaggi. Inoltre in questa serie viene messo molto in mostra la compostezza e la solidarietà dei giapponesi, anche in momenti come questi. Infatti tutte le avversità e gli ostacoli incontrati dai protagonisti nella storia non sarà causato mai da agenti esterni, ma sempre dalla natura, quasi sempre feroce e crudele verso i protagonisti, soprattutto nella seconda parte.

Se la prima parte è infatti in buona parte allegra e abbastanza scanzonata, se non per qualche scena lievemente drammatica, è nella seconda parte che si riversano tutti i colpi di scena e le svolte più importanti, siano esse buone o cattive, fino al finale, sconvolgente e inaspettato, che trascina lo spettatore in un bagno di lacrime. Non dico altro sul finale per non rovinare la visione, solo una cosa: se siete intenzionati a vedere questo anime, preparatevi a piangere. Sarà forse per il disastroso terremoto che è avvenuto in Giappone, ma vi assicuro che c'è molto per cui piangere. Non piangevo così da molto tempo.

Un'altra cosa che mi ha colpito dell'anime è stata la visione della morte in relazione al terremoto, che riflette anche la forza morale dei giapponesi, dimostrando che ci si può sempre ricostruire dalle ceneri, che il ghiaccio sciolto al sole potrà tornare ad essere ghiaccio, che un leone sconfitto potrà tornare un leone forte, magari anche più di prima. Che una città distrutta potrà, con la forza dei suoi cittadini, essere una città serena, migliore, nuova. Anche perché poi le situazioni negative aiutano a migliorarsi. Migliorare se stessi, la propria autostima, il proprio senso di orgoglio, orgoglio di una popolazione e, soprattutto, scoprire rapporti con altre persone ora più nuovi e più sinceri, dai vicini di casa ai tuoi più cari affetti. Questo è Tokyo Magnitude 8.0. Questa è la storia di un popolo che saprà sempre ricostruirsi dalle ceneri della tragedia.

Per il resto, molto buono il tratto, semplice e pulito, che trae spunto dal filone kawaii senza eccedere, vicino in alcuni personaggi (in particolare il padre di Mirai e Yuuki) quasi a quello di Miyazaki, anche se ovviamente non siamo su quei livelli di qualità, e infatti le animazioni (tranne che in alcune scene come quella della prima scossa ed altre più movimentate) sono molto fisse e poco fluide, e in alcuni punti, come durante le numerose corse dei protagonisti, può risultare fastidioso. Bellissimo il doppiaggio, che riesce a enfatizzare perfettamente i personaggi e le loro storie che si intrecciano durante tutto il loro percorso. Buona la regia e in particolare la successione degli eventi che, al contrario di quanto si possa pensare, prende pochissimo spunto dalla tradizione disaster movie occidentale mostrando alti picchi di originalità, incatenando situazioni particolari ad altre un po' più scontate ma reinterpretate in chiave originale, proponendo situazioni mai completamente o del tutto scontate. La colonna sonora è veramente buona, ma né memorabile né particolarmente incisiva e fondamentale, se non per alcune scene, nel risultato finale (in poche parole non si fa molto notare). Molto bella l'opening, un pezzo Jrock orecchiabile ma anche molto ben realizzato (e devo dire con anche un bravo batterista), meno l'ending, un pezzo Jpop più allegro e scanzonato, con un arrangiamento sui generis ben fatto ma pensato per il mercato, che storpia come conclusione di alcuni episodi e soprattutto è poco originale, rendendola infatti poco orecchiabile.

Insomma, darei 8 1/2, ma sono costretto a dare 8. Nove mi sembra troppo esagerato, anche se non riesco bene a capire perché. Ë una sensazione, forse motivata dal fatto che sono rimasto sì commosso e sorpreso sia dal finale che da vari colpi di scena, ma non sconvolto, a opera conclusa, cosa che mi hanno lasciato altri anime. Insomma, mi rimarrà sì o no un'opera come questa come opera stupenda, ne ricorderò per sempre il nome, gli eventi e i personaggi? Ai posteri l'ardua sentenza.