Recensione
5 centimetri al secondo
10.0/10
A distanza di qualche anno dal pluripremiato “La voce delle stelle (Hoshi No Koe)”, <i>Makoto Shinkai</i>, regista e sceneggiatore dal fervente talento artistico, ci propone un’altra opera dalla spiccata e ardita chiave poetica, su cui vorrei spendere qualche parola: sto parlando di <i>Byōsoku go senchimētoru</i> , meglio noto come “5 Cm per Second”.
Già vincitore di un premio nel 2007 durante l’<i>Asia Pacific Screen Awards</i>, "5 Cm per Second" viene presentato in anteprima, nel nostro paese, nel 2008 al <i>Future Film Festival</i> di Bologna, aggiudicandosi il Lancia Platinum Grand Prize, ovvero il riconoscimento per il miglior lungometraggio d’animazione con effetti speciali; mostrato al mondo intero, questo film sarà oggetto di numerose critiche, positive e non solo.
Quarto film in Blu-ray Disc più venduto in Giappone dell’anno 2008, "5 Cm per Second", viene acclamato dai fans e fortemente elogiato dalla critica locale, tant’è che il giornale <i>The Japan Times</i> (famoso per le sue pagine scritte in lingua inglese) lo paragona e lo definisce addirittura superiore ad alcuni lavori del maestro <i>Hayao Miyazaki</i> per quel che concerne l’acume nel ritrarre l’evanescenza del vivere quotidiano. Molto più contenuta è, invece, l’enfasi idolatrica dello statunitense <i>Variety</i>, che si limita a riconoscere in Shinkai l’erede naturale di Miyazaki, pur asserendo che, in quanto a ritrarre le profonde emozioni dell’animo umano, in alcuni casi l’allievo superi il maestro.
E’ quindi, più che chiaro, che ci troviamo al cospetto di una piccola perla artistica, e dunque recensire "5 cm Per Second" non è compito facile, e si rischia di tralasciare sempre qualche punto; cercherò di affrontarne il più possibile e di analizzarli attraverso quello che è il mio punto di vista e le sensazioni che, personalmente, ho provato nel corso dell’intera visione.
<i>“Cerco in ogni momento, ovunque, la tua immagine
sulle banchine al di là dei binari, nelle finestre lungo i viali, anche se non puoi essere in posti simili.
Se il mio desiderio si avverasse, vorrei essere ancora al tuo fianco. Non c'è nulla che non farei, darei tutto per poterti stringere ancora.”</i>
(One more time, one more chance - di Yamazaki Masayoshi)
La trama è divisa in tre periodi cronologicamente distanti tra essi, segmentata quasi come istanti di vita che, per quanto lineari li si possa immaginare, appaiono però non connessi dal tempo che scorre, ma dalle emozioni che investono l’animo dei protagonisti. Premessa basilare, per non incorrere in critiche precoci, superficiali e vacue, è quella che la storia si muove dagli inizi degli anni ’90, epoca in cui i telefonini e l’utilizzo delle e-mail non erano ancora di uso comune come oggi.
<i>Takaki Tōno</i> e <i>Akari Shinohara</i> sono due ragazzi legati da una profonda amicizia d’infanzia, tale condizione è destinata a cambiare quando Akari si trasferisce, dopo le elementari, per andare a vivere nella prefettura di Tochigi, e Takaki va in una scuola di Tokyo. La distanza che li separa diventa immensa, più che a livello fisico, lo diventa a un livello emotivo; distanza che da immensa sfocia in abissale, quando Takaki apprende di doversi trasferire a Kagoshima, capoluogo della omonima prefettura.
A queste distanze, nemmeno le lettere potrebbero bastare, quindi Takaki, prima di trasferirsi, decide di fissare un ultimo incontro (?) con Akari, e suggellare per sempre un’amicizia e poi un amore nato con non pochi ostacoli sul suo breve percorso. Nella tristezza di un addio, si cela forse un barlume di felicità, ma sta allo spettatore scoprirlo, a proprio modo, e secondo la propria visione critico-riflessiva dell’opera.
Da questo prologo, muovono i passi gli altri episodi che compongono questo lungometraggio, carico di ansie e tormenti a cui l’animo umano è normalmente soggetto, e che durante la fase della crescita assume connotazioni diverse per tangibilità, introspezione e disincanto.
Comprendo il pensiero di chi ritiene che parlare di trama, riferendosi a "5 cm Per Second", possa sembrare superfluo, ed effettivamente la trama, appunto, non è altro che un singolo e infinitesimale tassello di un mosaico ben più ampio e vasto che è l’opera nella sua completezza; ma è proprio affinché l’analisi critica risulti esaustiva che è opportuno parlarne. Tutto, dalle animazioni alle musiche, dalle voci dei personaggi ai fruscii del vento, dai rumori della città alle luci dell’infinito firmamento, tutto è parte di un’opera che esprime un’ispirazione artistica che raramente s'incontra.
Il correre incessante del treno della vita accompagna l’esistenza dei protagonisti come un ciliegio rigoglioso che, a ogni petalo che lascia cadere, segna il tempo di un’eterna emozione.
"Byōsoku go senchimētoru", per tutto il mondo “5 Cm per Second”, è un titolo che consiglio senza remore stavolta, perché per la qualità e la quantità dei contenuti non può che rendere ricettivo qualsiasi tipo di pubblico. Voto 10.
Secondo me Miyazaki è ancora lontano, ma con il tempo e con l’esperienza, e soprattutto con questo talento, tutto può essere.
Già vincitore di un premio nel 2007 durante l’<i>Asia Pacific Screen Awards</i>, "5 Cm per Second" viene presentato in anteprima, nel nostro paese, nel 2008 al <i>Future Film Festival</i> di Bologna, aggiudicandosi il Lancia Platinum Grand Prize, ovvero il riconoscimento per il miglior lungometraggio d’animazione con effetti speciali; mostrato al mondo intero, questo film sarà oggetto di numerose critiche, positive e non solo.
Quarto film in Blu-ray Disc più venduto in Giappone dell’anno 2008, "5 Cm per Second", viene acclamato dai fans e fortemente elogiato dalla critica locale, tant’è che il giornale <i>The Japan Times</i> (famoso per le sue pagine scritte in lingua inglese) lo paragona e lo definisce addirittura superiore ad alcuni lavori del maestro <i>Hayao Miyazaki</i> per quel che concerne l’acume nel ritrarre l’evanescenza del vivere quotidiano. Molto più contenuta è, invece, l’enfasi idolatrica dello statunitense <i>Variety</i>, che si limita a riconoscere in Shinkai l’erede naturale di Miyazaki, pur asserendo che, in quanto a ritrarre le profonde emozioni dell’animo umano, in alcuni casi l’allievo superi il maestro.
E’ quindi, più che chiaro, che ci troviamo al cospetto di una piccola perla artistica, e dunque recensire "5 cm Per Second" non è compito facile, e si rischia di tralasciare sempre qualche punto; cercherò di affrontarne il più possibile e di analizzarli attraverso quello che è il mio punto di vista e le sensazioni che, personalmente, ho provato nel corso dell’intera visione.
<i>“Cerco in ogni momento, ovunque, la tua immagine
sulle banchine al di là dei binari, nelle finestre lungo i viali, anche se non puoi essere in posti simili.
Se il mio desiderio si avverasse, vorrei essere ancora al tuo fianco. Non c'è nulla che non farei, darei tutto per poterti stringere ancora.”</i>
(One more time, one more chance - di Yamazaki Masayoshi)
La trama è divisa in tre periodi cronologicamente distanti tra essi, segmentata quasi come istanti di vita che, per quanto lineari li si possa immaginare, appaiono però non connessi dal tempo che scorre, ma dalle emozioni che investono l’animo dei protagonisti. Premessa basilare, per non incorrere in critiche precoci, superficiali e vacue, è quella che la storia si muove dagli inizi degli anni ’90, epoca in cui i telefonini e l’utilizzo delle e-mail non erano ancora di uso comune come oggi.
<i>Takaki Tōno</i> e <i>Akari Shinohara</i> sono due ragazzi legati da una profonda amicizia d’infanzia, tale condizione è destinata a cambiare quando Akari si trasferisce, dopo le elementari, per andare a vivere nella prefettura di Tochigi, e Takaki va in una scuola di Tokyo. La distanza che li separa diventa immensa, più che a livello fisico, lo diventa a un livello emotivo; distanza che da immensa sfocia in abissale, quando Takaki apprende di doversi trasferire a Kagoshima, capoluogo della omonima prefettura.
A queste distanze, nemmeno le lettere potrebbero bastare, quindi Takaki, prima di trasferirsi, decide di fissare un ultimo incontro (?) con Akari, e suggellare per sempre un’amicizia e poi un amore nato con non pochi ostacoli sul suo breve percorso. Nella tristezza di un addio, si cela forse un barlume di felicità, ma sta allo spettatore scoprirlo, a proprio modo, e secondo la propria visione critico-riflessiva dell’opera.
Da questo prologo, muovono i passi gli altri episodi che compongono questo lungometraggio, carico di ansie e tormenti a cui l’animo umano è normalmente soggetto, e che durante la fase della crescita assume connotazioni diverse per tangibilità, introspezione e disincanto.
Comprendo il pensiero di chi ritiene che parlare di trama, riferendosi a "5 cm Per Second", possa sembrare superfluo, ed effettivamente la trama, appunto, non è altro che un singolo e infinitesimale tassello di un mosaico ben più ampio e vasto che è l’opera nella sua completezza; ma è proprio affinché l’analisi critica risulti esaustiva che è opportuno parlarne. Tutto, dalle animazioni alle musiche, dalle voci dei personaggi ai fruscii del vento, dai rumori della città alle luci dell’infinito firmamento, tutto è parte di un’opera che esprime un’ispirazione artistica che raramente s'incontra.
Il correre incessante del treno della vita accompagna l’esistenza dei protagonisti come un ciliegio rigoglioso che, a ogni petalo che lascia cadere, segna il tempo di un’eterna emozione.
"Byōsoku go senchimētoru", per tutto il mondo “5 Cm per Second”, è un titolo che consiglio senza remore stavolta, perché per la qualità e la quantità dei contenuti non può che rendere ricettivo qualsiasi tipo di pubblico. Voto 10.
Secondo me Miyazaki è ancora lontano, ma con il tempo e con l’esperienza, e soprattutto con questo talento, tutto può essere.