Recensione
Siamo nel Giappone, dove l'umanità sta per andare incontro alla sua rivoluzione, grazie alla scoperta di una nuova fonte di energia: l'energia Fotonica. Tuttavia il Dr. Hell, assetato di potere, ha intenzione di impossessarsi di tale fonte d'energia, attraverso i suoi mostri meccanici e i suoi sottoposti, per attuare il suo piano di conquista del mondo, ma ad opporsi a tale minaccia vi è un ragazzo di nome Koji Kabuto, che insieme al suo potentissimo mecha Mazinger Z cercherà di respingere il nemico e allo stesso tempo di preservare il futuro dell'umanità. Ma un oscuro passato si nasconde nell'ombra, fatto di intrighi e complotti, insieme alla presenza della mitologia Greca, che il giovane protagonista sarà costretto a conoscere ed affrontare attraverso i numerosi personaggi ai quali andrà incontro.
Prima di tutto, ci tengo a dire che il nuovo Mazinger Z non è un remake, ma bensì un retake, che prende numerosi elementi da titoli originariamente noti come Mazinger Z, The great Mazinger e Z Mazinger; quindi nonostante l'incredibile follia che intercorre all'interno della serie, molte vicende troveranno una giustificazione, tuttavia questo è solo uno dei tanti preavvisi che ci tengo a fare prima di iniziare la visione della serie.
Di fronte alla visione del primo episodio vi sentirete spaesati di fronte a tante battaglie e salti temporali privi di fondamento, impossibile darvi torto, tuttavia la vera trama avrà inizio nel secondo episodio, immediatamente dopo il riferimento di quello precedente, dove avranno inizio le numerose battaglie tra Koji Kabuto e i suoi nemici.
C'è da dire che la prima metà della serie non risulta abbastanza intrigante e carica di colpi di scena fino all'episodio 9, ma bisogna considerare che tutto questo è stato attuato al fine di creare quello che è un "trampolino da lancio" che mira all'introduzione dei nuovi personaggi e al cambiamento di quelli che molti di voi già conoscono grazie alla serie del passato (il Barone Ashura per esempio).
La serie "esploderà" in seguito all'introduzione della seconda metà, dove avranno luogo una serie di incredibili rivelazioni che si ripercuoteranno senza sosta in quello che sembra un ritmo incessante di misteri ed intrighi che si risolveranno/creeranno con l'avanzare degli episodi. Il tutto troverà la sua devastante quanto definitiva risoluzione nel finale, che tuttavia lascerà presupporre quello che sembra un possibile sequel.
Anche se Koji Kabuto può essere definito il protagonista della serie, trovo che in realtà sia soltanto un personaggio che, attraverso le sue numerose battaglie, ci porterà alla scoperta dei segreti riguardanti l’oscuro passato della sua famiglia e la rivalità di quest’ultima con il Dottor Hell, dando vita a quello che è un anime del tutto diverso dal classico "respingi il cattivo e diventa l'eroe della giornata".
Ad essere protagonisti sono infatti i personaggi secondari, come La signora Tsubasa, che gestisce la pensione di Kuroganeya, insieme ai suoi misteriosi quanto "psicopatici" dipendenti, la cui presenza sarà di fondamentale importanza per l'avanzamento della trama.
Un altro aspetto interessante è la revisione del personaggio del Barone Ashura, che si ritroverà ad essere legato a quello che è un destino decisamente più grande e particolare che quello di essere un semplice sottoposto del cattivo principale.
La serie non mira alla crescita dei personaggi, ma alla scoperta del loro vero io e del loro passato, che ci verrà presentato attraverso una serie di discorsi e di flashback che non andranno ad intaccare l'azione che intercorre all'interno della serie, anzi, permetterà la giustificazione di quest'ultima e la renderà più seriosa (pur rispettando la classicità del titolo) per rendere questo retake più moderno per i giovani d'oggi e piacevole per gli amanti del vintage - quest'ultimi tuttavia non si aspettino il ritorno del famoso anime degli anni '80.
Un elemento che apprezzo nella maggior parte delle opere di Go Nagai è quello di vedere dei cattivi che servono il bene della società, affrontando quelli che sono i veri nemici di quest'ultima, anche se questi "nemici" non sono poi così diversi dai presunti "buoni" sul punto di vista caratteriale, infatti a distinguerli sarà il fine, ma non il comportamento; il tutto va a generare quella sembra una folle ma affascinante teoria che comporta l'uso del male per combattere quest'ultimo.
Il soundtrack è decisamente appetibile ma parzialmente ridotto, infatti con l'avanzare della serie si avverte la necessità di qualche traccia in più, tuttavia i pochi brani presenti all'interno degli episodi rendono per bene l'emozione che si vuole trasmettere in determinati momenti, in particolare il brano che accompagna l'esplorazione di importanti flashback riguardanti il passato che lega il mondo attuale con la popolazione di Micene.
Da menzionare la bellezza delle due opening: Kanjite Knight, che cederà il posto a Shugojin - the Guardian nella seconda metà della serie, come Brand New World per Tsuyokimono yo, il tutto per simboleggiare il profondo cambiamento che comporta questo passaggio.
Da sottolineare la bellezza dei disegni e delle animazioni, che rispolverano la classicità dei volti "vintage" senza intaccare la loro originalità, tuttavia bisogna sottolineare la presenza di alcune scene che risultano appositamente modificate per creare un effetto particolare (un esempio lo si vedrà nell'episodio 9), personalmente questo esperimento non mi ha colpito più di tanto, però la sua presenza è risultata tutt'altro che invasiva.
Infine mi sento di menzionare la presenza di Yasuhiro Imagawa, particolarmente noto per la sua tecnica narrativa in titoli come Giant Robot e per la sua incredibile capacità di creare scene che esaltano l'azione e il carisma dei suoi personaggi come nell'altrettanto noto Mobile Fighter G Gundam.
Anche se non raggiunge la qualità delle sue opere precedenti, Mazinger Z si rivela un titolo ugualmente apprezzabile, che rende omaggio al suo autore originale.
Nonostante i suoi difetti sul punto di vista narrativo e l'eccessiva esuberanza del primo episodio, Mazinger Z si è rivelata un'opera che ripaga per bene la pazienza dello spettatore nella prima metà della serie, che si ritroverà ad assistere a quella che è un opera capace di intrattenere attraverso le sue numerose rivelazioni e i suoi personaggi. Peccato per il finale, che nonostante riesca a concludere le vicende dell'intera serie ne getta immediatamente altre di cui si spera un possibile sequel.
Prima di tutto, ci tengo a dire che il nuovo Mazinger Z non è un remake, ma bensì un retake, che prende numerosi elementi da titoli originariamente noti come Mazinger Z, The great Mazinger e Z Mazinger; quindi nonostante l'incredibile follia che intercorre all'interno della serie, molte vicende troveranno una giustificazione, tuttavia questo è solo uno dei tanti preavvisi che ci tengo a fare prima di iniziare la visione della serie.
Di fronte alla visione del primo episodio vi sentirete spaesati di fronte a tante battaglie e salti temporali privi di fondamento, impossibile darvi torto, tuttavia la vera trama avrà inizio nel secondo episodio, immediatamente dopo il riferimento di quello precedente, dove avranno inizio le numerose battaglie tra Koji Kabuto e i suoi nemici.
C'è da dire che la prima metà della serie non risulta abbastanza intrigante e carica di colpi di scena fino all'episodio 9, ma bisogna considerare che tutto questo è stato attuato al fine di creare quello che è un "trampolino da lancio" che mira all'introduzione dei nuovi personaggi e al cambiamento di quelli che molti di voi già conoscono grazie alla serie del passato (il Barone Ashura per esempio).
La serie "esploderà" in seguito all'introduzione della seconda metà, dove avranno luogo una serie di incredibili rivelazioni che si ripercuoteranno senza sosta in quello che sembra un ritmo incessante di misteri ed intrighi che si risolveranno/creeranno con l'avanzare degli episodi. Il tutto troverà la sua devastante quanto definitiva risoluzione nel finale, che tuttavia lascerà presupporre quello che sembra un possibile sequel.
Anche se Koji Kabuto può essere definito il protagonista della serie, trovo che in realtà sia soltanto un personaggio che, attraverso le sue numerose battaglie, ci porterà alla scoperta dei segreti riguardanti l’oscuro passato della sua famiglia e la rivalità di quest’ultima con il Dottor Hell, dando vita a quello che è un anime del tutto diverso dal classico "respingi il cattivo e diventa l'eroe della giornata".
Ad essere protagonisti sono infatti i personaggi secondari, come La signora Tsubasa, che gestisce la pensione di Kuroganeya, insieme ai suoi misteriosi quanto "psicopatici" dipendenti, la cui presenza sarà di fondamentale importanza per l'avanzamento della trama.
Un altro aspetto interessante è la revisione del personaggio del Barone Ashura, che si ritroverà ad essere legato a quello che è un destino decisamente più grande e particolare che quello di essere un semplice sottoposto del cattivo principale.
La serie non mira alla crescita dei personaggi, ma alla scoperta del loro vero io e del loro passato, che ci verrà presentato attraverso una serie di discorsi e di flashback che non andranno ad intaccare l'azione che intercorre all'interno della serie, anzi, permetterà la giustificazione di quest'ultima e la renderà più seriosa (pur rispettando la classicità del titolo) per rendere questo retake più moderno per i giovani d'oggi e piacevole per gli amanti del vintage - quest'ultimi tuttavia non si aspettino il ritorno del famoso anime degli anni '80.
Un elemento che apprezzo nella maggior parte delle opere di Go Nagai è quello di vedere dei cattivi che servono il bene della società, affrontando quelli che sono i veri nemici di quest'ultima, anche se questi "nemici" non sono poi così diversi dai presunti "buoni" sul punto di vista caratteriale, infatti a distinguerli sarà il fine, ma non il comportamento; il tutto va a generare quella sembra una folle ma affascinante teoria che comporta l'uso del male per combattere quest'ultimo.
Il soundtrack è decisamente appetibile ma parzialmente ridotto, infatti con l'avanzare della serie si avverte la necessità di qualche traccia in più, tuttavia i pochi brani presenti all'interno degli episodi rendono per bene l'emozione che si vuole trasmettere in determinati momenti, in particolare il brano che accompagna l'esplorazione di importanti flashback riguardanti il passato che lega il mondo attuale con la popolazione di Micene.
Da menzionare la bellezza delle due opening: Kanjite Knight, che cederà il posto a Shugojin - the Guardian nella seconda metà della serie, come Brand New World per Tsuyokimono yo, il tutto per simboleggiare il profondo cambiamento che comporta questo passaggio.
Da sottolineare la bellezza dei disegni e delle animazioni, che rispolverano la classicità dei volti "vintage" senza intaccare la loro originalità, tuttavia bisogna sottolineare la presenza di alcune scene che risultano appositamente modificate per creare un effetto particolare (un esempio lo si vedrà nell'episodio 9), personalmente questo esperimento non mi ha colpito più di tanto, però la sua presenza è risultata tutt'altro che invasiva.
Infine mi sento di menzionare la presenza di Yasuhiro Imagawa, particolarmente noto per la sua tecnica narrativa in titoli come Giant Robot e per la sua incredibile capacità di creare scene che esaltano l'azione e il carisma dei suoi personaggi come nell'altrettanto noto Mobile Fighter G Gundam.
Anche se non raggiunge la qualità delle sue opere precedenti, Mazinger Z si rivela un titolo ugualmente apprezzabile, che rende omaggio al suo autore originale.
Nonostante i suoi difetti sul punto di vista narrativo e l'eccessiva esuberanza del primo episodio, Mazinger Z si è rivelata un'opera che ripaga per bene la pazienza dello spettatore nella prima metà della serie, che si ritroverà ad assistere a quella che è un opera capace di intrattenere attraverso le sue numerose rivelazioni e i suoi personaggi. Peccato per il finale, che nonostante riesca a concludere le vicende dell'intera serie ne getta immediatamente altre di cui si spera un possibile sequel.