logo GamerClick.it

8.0/10
-

Botte, botte, botte e ancora botte. Ecco il tema principale di "Kyo Kara Ore Wa!!" adattato nel nostro paese in “Due come noi” dalla Yamato Video. I dieci OAV prodotti dallo Studio Pierrot ci mostrano infatti due nuovi studenti del liceo Nanyo che, nonostante non si conoscano ancora, decidono di cambiare contemporaneamente e completamente tenore di vita diventando teppisti. Si tratta di Takashi Mitsuhashi e Shinji Ito.
Occorre qualcosa di forte e tangibile però per rendere l'idea a tutti di questa loro nuova tendenza. Ecco dunque l'idea: cambiare look ai capelli. I due ragazzi s'incontrano per la prima volta dinanzi un paio di sale da taglio adiacenti con ognuno ad attraversarne una distinta. Il risultato è “sconvolgente”. Mitsuhashi si fa tingere i capelli di biondo (ideologia del teppista in oriente) mentre Ito cambia pettinatura facendosi alzare i capelli in modo esagerato, acquistando per questo la nomea di “porcospino”.
Da questo momento in poi i due si troveranno coinvolti in numerose risse da strada con altri studenti di svariati licei - ma non solo - e i loro nomi faranno presto il giro del paese, nel bene e nel male.

L'anime miscela al meglio combattimenti e comicità in maniera veramente magistrale. Da ogni contesto infatti, pur seguendo un canovaccio quasi sempre lineare e perciò assai prevedibile, scaturisce una fonte continua e inesauribile di situazioni estreme quanto bizzarre. Le vicende inoltre tendono a mutare rapidamente sia nell'atmosfera sia nei toni, perciò è facile passare da istanti allegri, spensierati e demenziali a frangenti più seri, tesi e a volte parecchio pericolosi.
Avendo preso familiarità con il titolo però, anche le circostanze che via via possono apparire delicate non destano particolari preoccupazioni, si rimane “tranquilli” per così dire. In un modo o nell'altro si sa benissimo che “quei due” in un modo o nell'altro la spunteranno sempre. Resta da capire come però. Quasi ogni epilogo infatti desta parecchi spunti differenti, ma con un unico denominatore comune e ricorrente: il divertimento.

Sta nel carattere dei nostri protagonisti d'altronde, Mitsuhashi in primis. Il “biondino” è un tipo rissoso, subdolo, manovratore ma soprattutto sleale, tanto che la sua filosofia di vita è “<i>il fine giustifica i mezzi</i>”. In battaglia e nella vita quotidiana infatti non si fa mai pregare e attua qualunque stratagemma possibile affinché tutto ruoti a proprio favore. Ciononostante ogni qualvolta un suo amico - o presunto tale - si trova nei guai lui interviene puntualmente anche se i risultati non sono sempre idilliaci.
Ito invece è un ragazzo più sulle sue, molto gentile con tutti e pronto ad aiutare chiunque ne abbia bisogno in modo leale però, senza quindi adoperare trucchi o diavolerie di sorta come il suo compare di scazzottate.
Il cast dei personaggi è arricchito inoltre da diverse figure che sin dal primo episodio accompagnano le avventure dei nostri protagonisti, in particolar modo si segnalano Riko Akasaka, esperta di karate e innamorata di Mitsuhashi; Kyoko Hayakawa, fidanzata di Ito; e Katsutoshi Imai, capo del liceo Beni che definire sfigato sarebbe riduttivo. Quest'ultimo è anche accompagnato dal fedele Yasuo Tanigawa, che purtroppo per lui si trova spesso nei guai a causa delle disavventure di Imai. Il modo di fare e la sfortuna che colpisce questo personaggio sono incredibili quanto allucinanti, ma le gag a cui si assiste per merito suo (e di Mitsuhashi dato che in qualche maniera c'entrerà sempre) sono esilaranti all'ennesima potenza.

Il comparto tecnico si assesta su più che discreti livelli, con disegni e animazioni attinenti agli standard abituali dell'epoca a cui si deve la loro realizzazione - primi anni '90 - mentre nel sonoro va menzionata senz'altro la sigla finale che chiude ogni episodio, <i>Bokura wa family</i> ("Siamo una famiglia” in italiano), per me veramente fantastica con il suo ritmo e la sua cadenza che ti entrano dentro e non escono più. Ascoltare per credere.
Il doppiaggio nostrano ahimè non è senz'altro dei migliori. Passino pure i doppiatori dei personaggi principali tra cui Marcello Cortese (Mitsuhashi), Giorgio Bonino (Ito) e Marco Balbi (Imai) che tutto sommato, facendoci l'orecchio, non sfigurano più di tanto; il resto lascia parecchio a desiderare. I ruoli delle comparse sono quelli che più stonano. Salvo rare eccezioni, in diverse circostanze si ascoltano voci non troppo attinenti a ragazzi liceali che, in aggiunta a tempi e tonalità sfasate rispetto alla scena mostrataci, fanno scaturire un risultato sicuramente non eccelso.

Nonostante questa pecca, che magari non a tutti recherà troppo fastidio, e un epilogo che di fatto non chiude il cerchio di quella che può essere definita “trama” (questi OAV sono solamente una parte del manga), <i>Due come noi</i> è senz'altro una serie da vedere e rivedere, come ho fatto io a distanza di molti anni dalla prima volta, per fare la conoscenza di due tizi fuori dal comune. Questi, sia nell'aspetto sia nei comportamenti, ricordano parecchio un altro duo molto famoso nell'universo animato giapponese, gli “Oni-Baku di Shonan” ovvero Eikichi Onizuka e Ryuji Danma protagonisti di Shonan Junai Gumi (da noi “Young GTO”), la coppia di teppisti più temibile che si sia mai vista in circolazione.
Se a tutto ciò si aggiungono siparietti divertenti sempre più assurdi e spassosi, il risultato finale è un mix vincente per chi vuole trascorrere momenti in allegria e spensieratezza. Quando e se vi troverete giù per qualche ragione e vi occorre un titolo per tirarvi su il morale, <i>Due come noi</i> è ciò che fa per voi, garantito!