Recensione
"AnoHana" è uno slice of life piuttosto drammatico: il tema è la morte, e come può essere vissuta dalla parte di chi, purtroppo, non c'è più, e di chi invece è rimasto. La storia tratta di un gruppo di amici d'infanzia che si sono allontanati dopo la morte della piccola Menma, avvenuta qualche anno prima; sarà proprio lei, in forma di spirito, a riavvicinarli e a farli riappacificare. I personaggi primari, che inizialmente sembrano essere freddi tra loro, piano piano decideranno di riunirsi con l'obiettivo di esaudire il desiderio di Menma, pur non sapendo quale sia, per permetterle di lasciare questo mondo. Anche se i presupposti possono essere interessanti, quest'opera non è priva di difetti.
<b>[ATTENZIONE, SPOILER!!]</b>
Jintan, il protagonista, è l'unico che riesce a vedere e parlare con Menma e inizialmente ci viene descritto come una specie di hikikomori, che rimane isolato con la classica scusa del "parla da solo, è pazzo". Su questa condizione, però, non ci viene detto nulla di più: Jintan rimane da solo semplicemente perché viene definito strambo (vede i fantasmi), e la cosa rimane lì, senza venire approfondita.
Menma è una ragazza molto dolce, forse troppo, ma il suo animo sincero e infantile potrebbe essere dato dal fatto che lei in realtà non è cresciuta, essendo morta quando era ancora piccola, quindi mantiene il carattere di quando era bambina. Anaru, che all'inizio è ostile e snob nei confronti di Jintan, nel giro di poco tempo si accorgerà di essere ancora innamorata di lui, con un cambiamento forse troppo repentino. Anche Yukiatsu si finge scostante e freddo, ma in realtà la sua sofferenza è talmente grande da portarlo a travestirsi da Menma, facendola così "rivivere". Poppo è il classico simpaticone, e la ragione del suo dolore ci verrà mostrata solo nell'ultimo episodio; Tsuruko soffre per la morte di Menma, ma è la più 'stabile' del gruppo, pur maturando non subisce grandi cambiamenti, non passa da un estremo a un altro.
La caratterizzazione dei personaggi è buona; tutti sono addolorati per Menma, ma allo stesso tempo si accorgono che il loro desiderio di farle lasciare questo mondo non è dovuto a puro e semplice altruismo, dovendo così confrontarsi con i loro intenti egoistici e con i relativi sensi di colpa. La storia non ha grandi colpi di scena, e a volte può arrivare persino a essere un po' banale: il gruppo è formato da tre ragazzi, di cui due innamorati di Menma, e da tre ragazze (inclusa Menma), di cui due innamorate di Jintan. Inoltre i protagonisti non hanno la minima idea di quale sia il desiderio da realizzare, però si auto-convincono che questo riguardi i fuochi d'artificio, e si stupiscono quando, dopo avere finito, vedono Menma ancora lì, senza mai pensare "Ma, in fondo, come possiamo essere certi che il suo desiderio sia proprio questo? Non è che stiamo sbagliando?".
Insomma, in definitiva a questa serie do 7 (sarebbe un 7 e mezzo), per vari motivi non me la sento di dargli 8: risulta difficile pensare che, dopo tanti anni, i protagonisti siano ancora così legati a qualcuno che è morto. E' consigliato a chi vuole vedersi una serie un po' malinconica senza particolari colpi di scena.
<b>[ATTENZIONE, SPOILER!!]</b>
Jintan, il protagonista, è l'unico che riesce a vedere e parlare con Menma e inizialmente ci viene descritto come una specie di hikikomori, che rimane isolato con la classica scusa del "parla da solo, è pazzo". Su questa condizione, però, non ci viene detto nulla di più: Jintan rimane da solo semplicemente perché viene definito strambo (vede i fantasmi), e la cosa rimane lì, senza venire approfondita.
Menma è una ragazza molto dolce, forse troppo, ma il suo animo sincero e infantile potrebbe essere dato dal fatto che lei in realtà non è cresciuta, essendo morta quando era ancora piccola, quindi mantiene il carattere di quando era bambina. Anaru, che all'inizio è ostile e snob nei confronti di Jintan, nel giro di poco tempo si accorgerà di essere ancora innamorata di lui, con un cambiamento forse troppo repentino. Anche Yukiatsu si finge scostante e freddo, ma in realtà la sua sofferenza è talmente grande da portarlo a travestirsi da Menma, facendola così "rivivere". Poppo è il classico simpaticone, e la ragione del suo dolore ci verrà mostrata solo nell'ultimo episodio; Tsuruko soffre per la morte di Menma, ma è la più 'stabile' del gruppo, pur maturando non subisce grandi cambiamenti, non passa da un estremo a un altro.
La caratterizzazione dei personaggi è buona; tutti sono addolorati per Menma, ma allo stesso tempo si accorgono che il loro desiderio di farle lasciare questo mondo non è dovuto a puro e semplice altruismo, dovendo così confrontarsi con i loro intenti egoistici e con i relativi sensi di colpa. La storia non ha grandi colpi di scena, e a volte può arrivare persino a essere un po' banale: il gruppo è formato da tre ragazzi, di cui due innamorati di Menma, e da tre ragazze (inclusa Menma), di cui due innamorate di Jintan. Inoltre i protagonisti non hanno la minima idea di quale sia il desiderio da realizzare, però si auto-convincono che questo riguardi i fuochi d'artificio, e si stupiscono quando, dopo avere finito, vedono Menma ancora lì, senza mai pensare "Ma, in fondo, come possiamo essere certi che il suo desiderio sia proprio questo? Non è che stiamo sbagliando?".
Insomma, in definitiva a questa serie do 7 (sarebbe un 7 e mezzo), per vari motivi non me la sento di dargli 8: risulta difficile pensare che, dopo tanti anni, i protagonisti siano ancora così legati a qualcuno che è morto. E' consigliato a chi vuole vedersi una serie un po' malinconica senza particolari colpi di scena.