Recensione
Raramente ho avuto modo di visionare prodotti così belli, sotto ogni punto di vista, e, se devo pensare a cosa mi ha emozionato tanto, parlo inesorabilmente di classici, vecchi o nuovi che siano. AnoHana è recentissima sotto questo aspetto, poiché è una serie targata 2011, e conclusa solamente di recente in Giappone.
Composta da 11 episodi (il formato è poco meno di una midseason contro le 26 canoniche), è prodotta dallo stesso staff che ha lavorato al più famoso <i>Toradora!</i> attualmente in onda in Italia sugli schermi di Rai4; e appartiene al genere che prediligo: lo slice-of-life.
La storia ruota attorno a un gruppo di sei amici composto da Jinta, Yukiatsu, Poppo, Menma, Anaru e Tsuruko, rispettivamente tre ragazze e tre ragazzi. Una tragedia li ha divisi quand'erano piccoli e, perdendosi di vista, i ragazzi sono cresciuti diventando per certi versi ciò che non sarebbero voluti essere. Quando diversi anni dopo, una di loro, Menma, si presenta a casa di Jinta chiedendogli di realizzare il suo più grande desiderio, il gruppo, che lo voglia o meno, sarà costretto a riunirsi.
Questo è solo l'incipit della storia in sé, molte sono le tematiche narrate: problemi famigliari, disagio sociale, il complesso dell'otaku e dell'hikikomori, il dramma del lutto, fenomeni sovrannaturali, i rapporti personali e, chiave più importante, i sentimenti non confessati, le parole non dette e lasciati naufragare nel mare del tempo e dei ricordi. La crescita rappresenta per tutti un cambiamento radicale: ogni tot anni siamo messi di fronte a nuovi scenari, nuove sfide e a nuovi problemi che di tanto in tanto ci impongono di compiere scelte che instaurano in noi nuove consapevolezze e sentimenti, quali la nostalgia. AnoHana è un campione assoluto in questo senso; è impossibile non commuoversi e non immedesimarsi nei vari personaggi che si completano l'un l'altro con diverse sfumature, ognuno con il proprio passato, i propri fantasmi, i propri sensi di colpa e l'esasperato desiderio di andare avanti e non sentirsi più così inadeguati di fronte alla vita.
Se la storia è di per sé un piccolo gioiello, la realizzazione tecnica che va a confezionarla non è da meno, poiché, per tutta la durata della serie, ci troviamo di fronte a un prodotto di altissimo livello: un character design godibile e gradevole, animazioni fluide e colorate, paesaggi realistici e una cgi mai usata a sproposito, ma accennata quel che basta. Ottima la scelta anche della colonna sonora che tra score, opening ed ending esprime appieno i sentimenti e i messaggi che il prodotto vuole lanciare.
In conclusione, AnoHana è una serie splendida, probabilmente uno dei prodotti migliori nel suo genere e che non può mancare nella vostra collezione emotiva. I migliori riguardi sono dovuti a questa produzione che rasenta la perfezione e che ha il pregio di non dilungarsi troppo, emozionando e rapendo in crescendo, dall'inizio alla fine. Se cercate qualcosa che vi farà sorridere, emozionare e piangere, AnoHana è esattamente ciò che fa al caso vostro.
Composta da 11 episodi (il formato è poco meno di una midseason contro le 26 canoniche), è prodotta dallo stesso staff che ha lavorato al più famoso <i>Toradora!</i> attualmente in onda in Italia sugli schermi di Rai4; e appartiene al genere che prediligo: lo slice-of-life.
La storia ruota attorno a un gruppo di sei amici composto da Jinta, Yukiatsu, Poppo, Menma, Anaru e Tsuruko, rispettivamente tre ragazze e tre ragazzi. Una tragedia li ha divisi quand'erano piccoli e, perdendosi di vista, i ragazzi sono cresciuti diventando per certi versi ciò che non sarebbero voluti essere. Quando diversi anni dopo, una di loro, Menma, si presenta a casa di Jinta chiedendogli di realizzare il suo più grande desiderio, il gruppo, che lo voglia o meno, sarà costretto a riunirsi.
Questo è solo l'incipit della storia in sé, molte sono le tematiche narrate: problemi famigliari, disagio sociale, il complesso dell'otaku e dell'hikikomori, il dramma del lutto, fenomeni sovrannaturali, i rapporti personali e, chiave più importante, i sentimenti non confessati, le parole non dette e lasciati naufragare nel mare del tempo e dei ricordi. La crescita rappresenta per tutti un cambiamento radicale: ogni tot anni siamo messi di fronte a nuovi scenari, nuove sfide e a nuovi problemi che di tanto in tanto ci impongono di compiere scelte che instaurano in noi nuove consapevolezze e sentimenti, quali la nostalgia. AnoHana è un campione assoluto in questo senso; è impossibile non commuoversi e non immedesimarsi nei vari personaggi che si completano l'un l'altro con diverse sfumature, ognuno con il proprio passato, i propri fantasmi, i propri sensi di colpa e l'esasperato desiderio di andare avanti e non sentirsi più così inadeguati di fronte alla vita.
Se la storia è di per sé un piccolo gioiello, la realizzazione tecnica che va a confezionarla non è da meno, poiché, per tutta la durata della serie, ci troviamo di fronte a un prodotto di altissimo livello: un character design godibile e gradevole, animazioni fluide e colorate, paesaggi realistici e una cgi mai usata a sproposito, ma accennata quel che basta. Ottima la scelta anche della colonna sonora che tra score, opening ed ending esprime appieno i sentimenti e i messaggi che il prodotto vuole lanciare.
In conclusione, AnoHana è una serie splendida, probabilmente uno dei prodotti migliori nel suo genere e che non può mancare nella vostra collezione emotiva. I migliori riguardi sono dovuti a questa produzione che rasenta la perfezione e che ha il pregio di non dilungarsi troppo, emozionando e rapendo in crescendo, dall'inizio alla fine. Se cercate qualcosa che vi farà sorridere, emozionare e piangere, AnoHana è esattamente ciò che fa al caso vostro.