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Il giovane Keima è un ragazzo con la passione per il mondo virtuale dei simulatori d'appuntamenti, tanto da meritarsi il titolo di "Dio della conquista". La sua vita, completamente scollegata dalla realtà, viene sconvolta dall'arrivo della demonietta Elsie, che lo arruola suo malgrado a catturare anime di demoni malvagi che si rifugiano nel vuoto dei cuori delle persone.
In questa seconda stagione del fortunato Kami nomi zo shiru sekai (The world god only knows, in lingua più comprensibile) continuano le conquiste di Keima con tre nuove eroine, che incarnano anch'esse, come le quattro della prima stagione, tre stereotipi del genere gal games. A esse si aggiungerà nelle new entry un'ex compagna di scuola di Elsie, Haqua, armata di una bella falce, ben più adatta al suo ruolo che la scopina dell'amica.
La struttura degli episodi rimarrà la stessa: a ogni eroina verranno dedicate 3-4 puntate e tra ogni arco ci sarà una puntata di svago.

Ho trovato questa nuova serie decisamente sottotono rispetto alla prima, un vero e proprio "more of the same" della stagione 1. L'entrata in scena di Haqua, che mi faceva sperare in un'evoluzione nella storia principale, si rivela però essere fine a se stessa e totalmente trascurabile. Ridimensiono quindi di molto il mio giudizio sulla prima stagione. E' un anime che diverte, gli appassionati troveranno simpatico il modo in cui si fa ironia sui canoni del genere, gli altri inizieranno a stufarsi. Una terza stagione così è probabilmente il modo migliore per fare cadere una serie che meritava una certa attenzione nel dimenticatoio - perché ho in mente Zero no Tsukaima?

Voglio in conclusione lasciare una nota positiva che mi ha fatto decidere di dare all'opera 7 (il voto reale è 6/7): l'ultimo episodio è davvero divertente, affascinante e ricco di citazioni che si gustano con piacere.
Guardatelo, quindi, se non siete fan del detto "il troppo stroppia"; evitatelo se vi stufate facilmente.