Recensione
Digimon Frontier
7.0/10
'Digimon Frontier' narra delle avventure dei nuovi digi-prescelti, che sono stati chiamati per salvare Digiworld dalla minaccia che riguarda la sua esistenza e quella dei suoi abitanti. Perché il mondo è stato devastato dalla mancanza di alcune porzioni del suo terreno? Chi è il misterioso Kerpymon che trama dietro tutto questo?
La quarta serie di 'Digimon' cerca di riproporre una serie completamente nuova, che parte su delle basi completamente differenti rispetto a quelle classiche, eppure si avverte quella forte sensazione di classicità, che è stata interrotta da 'Tamers'. I digi-prescelti che sono stati chiamati per salvare Digiworld non dispongono di alcun Digimon che combatta al loro fianco, poiché viene introdotta la digi-evoluzione da umano a Digimon, per garantirne la forza e la possibilità di combattere le numerose avversità, che si presentano nel viaggio. Una mossa alquanto azzardata, che porta all'annullamento totale del rapporto di amicizia tra umani e Digimon, poiché questi ultimi non esistono. Tuttavia si cerca di coprire tale mancanza con una maggiore interazione tra i numerosi digimon che popolano i numerosi settori, infatti si assiste a un mondo più civilizzato e organizzato rispetto a quelli delle serie precedenti, dove i digimon godono di uno status sociale e di una vita, che per molti versi ricorda quella degli esseri umani. Non mancheranno le città commerciali, le baie estive e perfino dei fanclub dedicati a uno dei cattivi della serie.
I digi-prescelti presentano una caratterizzazione e dei ruoli che sembrano riferirsi a quelli della prima serie, ma risultano ugualmente piacevoli e intriganti nel generare l'intesa che delinea l'originalità del gruppo. Il leader sarà lo spavaldo Takuya, che risulterà decisamente avventato e spaccone nel compiere le sue azioni; come opposto vi è Koji, un ragazzo dall'atteggiamento decisamente malinconico quanto scontroso, che nasconde un passato molto interessante quanto emozionante. La ragazza del gruppo sarà Zoey, una giovane decisamente sportiva e determinata, che non tradisce il lato "rosa" e allo stesso tempo maschiaccio, che spesso delinea l'atteggiamento dei personaggi femminili delle serie precedenti. Non mancherà il piccolo Tommy, il più giovane del gruppo, dotato di un carattere debole e infantile, che spesso lo porta ad appoggiarsi al prossimo, eppure nonostante le avversità cercherà di migliorare se stesso attraverso le numerose esperienze che lo coinvolgeranno. Infine abbiamo J.P., un personaggio completamente nuovo e decisamente originale, dotato di un fisico robusto e nella posizione di senpai del gruppo, che nonostante la sua superiorità gerarchica soffre di una forte solitudine, che dovrà affrontare attraverso la comprensione completa del legame di amicizia e fiducia che lo lega ai suoi compagni. E' una figura del tutto nuova, che si farà notare per la sua ironia e per la sensazione di novità che porta all'interno della serie.
'Digimon Frontier' preferisce affrontare un'avventura dai toni fortemente classici e maturi, poiché si assiste a una storia dove i personaggi dovranno salvare il mondo, ma allo stesso tempo dovranno confrontarsi con i loro problemi sociali e personali, attraverso le difficoltà e le numerose conoscenze che faranno durante il loro viaggio.
Nonostante le ottime premesse, molte componenti mi hanno deluso (ma non del tutto), a causa della pessima sceneggiatura che delinea l'intera serie. L'esperimento che propone 'Digimon Frontier' mira a unire la classica e stereotipata struttura dei supereroi giapponesi - che spesso sono identificabili per i colori che li differenziano - e l'avventura che porta alla crescita interiore dei protagonisti. Un esperimento indubbiamente lodevole, che tuttavia non riesce a trovare il giusto bilancio a causa dell'atteggiamento stereotipato che assumono i protagonisti durante le battaglie e il confronto con i pericoli che gli si presentano. Non mancheranno delle cadute di stile fin troppo ovvie, che spesso propongono dei filler insensati quanto banali, che purtroppo dominano una gran parte della serie, e alcuni archi narrativi che spesso si concludono in un modo fin troppo speranzoso ed effimero. Un esempio è il combattimento che si tiene a metà serie, dove vengono coinvolti tutti i personaggi a livello sia fisico sia emotivo. Nonostante i numerosi episodi che delineano tale confronto, la conclusione si rivela decisamente pessima, il che lascia quella sensazione di amaro che non permette di avere un bel ricordo di tale arco narrativo.
Il team troverà il suo perfetto opposto, ovvero un gruppo di cattivi, che mostrano una maggiore organizzazione, rispetto all'indipendenza che separava quelli delle serie precedenti. Non mancherà una forte ironia che caratterizza tali figure, ma se da un lato si assiste a un nemico capace di stabilire un legame con lo spettatore, dall'altro abbiamo delle conclusioni o degli episodi che risultano eccessivi nella loro ironia. Un esempio sono le prime battaglie contro Ranamon.
Da menzionare il nemico finale della serie, che risulta decisamente malvagio e devastante, e che mostra un ideale e delle motivazioni maggiormente profondi rispetto al classico ideale di conquistare il mondo; infatti, seppur in modo affrettato, ci lascerà con un interrogativo riguardo all'eliminazione delle numerose differenze che caratterizzano tutti gli esseri viventi, per garantire una pace assoluta, che non verrà eliminata dalle possibili minacce, dovute dalla sete di potere.
Un aspetto che ho trovato decisamente inaccettabile sono le animazioni, che non mostrano un'ottima interazione tra gli sfondi e i movimenti dei personaggi, non sarà raro vedere dei digimon che volano da fermi, durante le sezioni di combattimento: un esempio è la scena di un digimon che fugge da un fermo immagine di un esplosione, che non offre l'azione e l'intensità del momento, un aspetto che ritengo fondamentale nelle scene particolarmente movimentate, rispetto a quelle d'interazione e di dialogo tra i personaggi. Nonostante la mancanza di dettagli sul lato tecnico, i nuovi digimon presentano un aspetto fortemente umanoide, ma intrigante, che riesce a rappresentare l'elemento che distingue i poteri dei personaggi principali; da menzionare Agunimon e Lobomon con le loro rispettive digi-evoluzioni oppure il forzuto Beetlemon, che godono di un aspetto che difficilmente passerà inosservato.
Purtroppo le critiche riguardo ai profondi cambiamenti che presenta la serie non hanno permesso la ricomparsa di tali digimon nelle serie future, il che è un peccato, visto che presentano un aspetto e delle tecniche decisamente particolari, che meritano un'ulteriore comparsa.
Infine le scene dedicate alle digi-evoluzioni risultano molto dettagliate e decisamente differenti tra loro, tuttavia quest'applicazione ha un impatto maggiormente diretto nei confronti dello spettatore, che rischia di annoiarsi di fronte alla lunghezza di tale processo, che viene applicato in molti episodi, al punto da coprirne gran parte della durata.
Il lato sonoro si mantiene sulla stessa qualità delle serie precedenti, pur offrendo dei cambiamenti che lo rendono più consono ai toni avventurosi e mistici di 'Digimon Frontier'. Non mancheranno alcune riprese dei brani appartenenti alla prima serie che tuttavia non risulteranno mai invadenti, ma piacevoli per il loro ritorno. Come opening abbiamo 'Fire!' di Koji Wada, che offre un ritmo scoppiettante e leggero, mentre come ending vi sono l'energetica 'Innocent' e la melodiosa quanto serena 'An Endless Tale', cantate da Koji Wada e Maeda Ai, che cercano di rievocare lo spirito della classicità che caratterizzava la prima e la seconda serie.
'Digimon Frontier' appare come un esperimento non completamente riuscito, a causa di una mancanza di bilancio tra gli elementi che propone, tuttavia si dimostra un ritorno al vecchio stile, che offre allo stesso tempo dei toni maggiormente drammatici e oscuri. Personalmente non me la sento di ritenerla una pessima serie, poiché si è rivelata una visione piacevole e carica di colpi di scena, ma ritengo che si poteva fare di più, sia dal lato tecnico sia da quello della sceneggiatura.
La quarta serie di 'Digimon' cerca di riproporre una serie completamente nuova, che parte su delle basi completamente differenti rispetto a quelle classiche, eppure si avverte quella forte sensazione di classicità, che è stata interrotta da 'Tamers'. I digi-prescelti che sono stati chiamati per salvare Digiworld non dispongono di alcun Digimon che combatta al loro fianco, poiché viene introdotta la digi-evoluzione da umano a Digimon, per garantirne la forza e la possibilità di combattere le numerose avversità, che si presentano nel viaggio. Una mossa alquanto azzardata, che porta all'annullamento totale del rapporto di amicizia tra umani e Digimon, poiché questi ultimi non esistono. Tuttavia si cerca di coprire tale mancanza con una maggiore interazione tra i numerosi digimon che popolano i numerosi settori, infatti si assiste a un mondo più civilizzato e organizzato rispetto a quelli delle serie precedenti, dove i digimon godono di uno status sociale e di una vita, che per molti versi ricorda quella degli esseri umani. Non mancheranno le città commerciali, le baie estive e perfino dei fanclub dedicati a uno dei cattivi della serie.
I digi-prescelti presentano una caratterizzazione e dei ruoli che sembrano riferirsi a quelli della prima serie, ma risultano ugualmente piacevoli e intriganti nel generare l'intesa che delinea l'originalità del gruppo. Il leader sarà lo spavaldo Takuya, che risulterà decisamente avventato e spaccone nel compiere le sue azioni; come opposto vi è Koji, un ragazzo dall'atteggiamento decisamente malinconico quanto scontroso, che nasconde un passato molto interessante quanto emozionante. La ragazza del gruppo sarà Zoey, una giovane decisamente sportiva e determinata, che non tradisce il lato "rosa" e allo stesso tempo maschiaccio, che spesso delinea l'atteggiamento dei personaggi femminili delle serie precedenti. Non mancherà il piccolo Tommy, il più giovane del gruppo, dotato di un carattere debole e infantile, che spesso lo porta ad appoggiarsi al prossimo, eppure nonostante le avversità cercherà di migliorare se stesso attraverso le numerose esperienze che lo coinvolgeranno. Infine abbiamo J.P., un personaggio completamente nuovo e decisamente originale, dotato di un fisico robusto e nella posizione di senpai del gruppo, che nonostante la sua superiorità gerarchica soffre di una forte solitudine, che dovrà affrontare attraverso la comprensione completa del legame di amicizia e fiducia che lo lega ai suoi compagni. E' una figura del tutto nuova, che si farà notare per la sua ironia e per la sensazione di novità che porta all'interno della serie.
'Digimon Frontier' preferisce affrontare un'avventura dai toni fortemente classici e maturi, poiché si assiste a una storia dove i personaggi dovranno salvare il mondo, ma allo stesso tempo dovranno confrontarsi con i loro problemi sociali e personali, attraverso le difficoltà e le numerose conoscenze che faranno durante il loro viaggio.
Nonostante le ottime premesse, molte componenti mi hanno deluso (ma non del tutto), a causa della pessima sceneggiatura che delinea l'intera serie. L'esperimento che propone 'Digimon Frontier' mira a unire la classica e stereotipata struttura dei supereroi giapponesi - che spesso sono identificabili per i colori che li differenziano - e l'avventura che porta alla crescita interiore dei protagonisti. Un esperimento indubbiamente lodevole, che tuttavia non riesce a trovare il giusto bilancio a causa dell'atteggiamento stereotipato che assumono i protagonisti durante le battaglie e il confronto con i pericoli che gli si presentano. Non mancheranno delle cadute di stile fin troppo ovvie, che spesso propongono dei filler insensati quanto banali, che purtroppo dominano una gran parte della serie, e alcuni archi narrativi che spesso si concludono in un modo fin troppo speranzoso ed effimero. Un esempio è il combattimento che si tiene a metà serie, dove vengono coinvolti tutti i personaggi a livello sia fisico sia emotivo. Nonostante i numerosi episodi che delineano tale confronto, la conclusione si rivela decisamente pessima, il che lascia quella sensazione di amaro che non permette di avere un bel ricordo di tale arco narrativo.
Il team troverà il suo perfetto opposto, ovvero un gruppo di cattivi, che mostrano una maggiore organizzazione, rispetto all'indipendenza che separava quelli delle serie precedenti. Non mancherà una forte ironia che caratterizza tali figure, ma se da un lato si assiste a un nemico capace di stabilire un legame con lo spettatore, dall'altro abbiamo delle conclusioni o degli episodi che risultano eccessivi nella loro ironia. Un esempio sono le prime battaglie contro Ranamon.
Da menzionare il nemico finale della serie, che risulta decisamente malvagio e devastante, e che mostra un ideale e delle motivazioni maggiormente profondi rispetto al classico ideale di conquistare il mondo; infatti, seppur in modo affrettato, ci lascerà con un interrogativo riguardo all'eliminazione delle numerose differenze che caratterizzano tutti gli esseri viventi, per garantire una pace assoluta, che non verrà eliminata dalle possibili minacce, dovute dalla sete di potere.
Un aspetto che ho trovato decisamente inaccettabile sono le animazioni, che non mostrano un'ottima interazione tra gli sfondi e i movimenti dei personaggi, non sarà raro vedere dei digimon che volano da fermi, durante le sezioni di combattimento: un esempio è la scena di un digimon che fugge da un fermo immagine di un esplosione, che non offre l'azione e l'intensità del momento, un aspetto che ritengo fondamentale nelle scene particolarmente movimentate, rispetto a quelle d'interazione e di dialogo tra i personaggi. Nonostante la mancanza di dettagli sul lato tecnico, i nuovi digimon presentano un aspetto fortemente umanoide, ma intrigante, che riesce a rappresentare l'elemento che distingue i poteri dei personaggi principali; da menzionare Agunimon e Lobomon con le loro rispettive digi-evoluzioni oppure il forzuto Beetlemon, che godono di un aspetto che difficilmente passerà inosservato.
Purtroppo le critiche riguardo ai profondi cambiamenti che presenta la serie non hanno permesso la ricomparsa di tali digimon nelle serie future, il che è un peccato, visto che presentano un aspetto e delle tecniche decisamente particolari, che meritano un'ulteriore comparsa.
Infine le scene dedicate alle digi-evoluzioni risultano molto dettagliate e decisamente differenti tra loro, tuttavia quest'applicazione ha un impatto maggiormente diretto nei confronti dello spettatore, che rischia di annoiarsi di fronte alla lunghezza di tale processo, che viene applicato in molti episodi, al punto da coprirne gran parte della durata.
Il lato sonoro si mantiene sulla stessa qualità delle serie precedenti, pur offrendo dei cambiamenti che lo rendono più consono ai toni avventurosi e mistici di 'Digimon Frontier'. Non mancheranno alcune riprese dei brani appartenenti alla prima serie che tuttavia non risulteranno mai invadenti, ma piacevoli per il loro ritorno. Come opening abbiamo 'Fire!' di Koji Wada, che offre un ritmo scoppiettante e leggero, mentre come ending vi sono l'energetica 'Innocent' e la melodiosa quanto serena 'An Endless Tale', cantate da Koji Wada e Maeda Ai, che cercano di rievocare lo spirito della classicità che caratterizzava la prima e la seconda serie.
'Digimon Frontier' appare come un esperimento non completamente riuscito, a causa di una mancanza di bilancio tra gli elementi che propone, tuttavia si dimostra un ritorno al vecchio stile, che offre allo stesso tempo dei toni maggiormente drammatici e oscuri. Personalmente non me la sento di ritenerla una pessima serie, poiché si è rivelata una visione piacevole e carica di colpi di scena, ma ritengo che si poteva fare di più, sia dal lato tecnico sia da quello della sceneggiatura.