Recensione
Digimon Tamers
10.0/10
Terzo capitolo della serie dei "Digimon" nonché primo a presentare personaggi e storia completamente diversi da quelli delle prime due serie, "Digimon Tamers quando uscì in Giappone nell'ormai lontano 2001 si presentava come un esperimento che poteva rivelarsi anche rischioso visto che in molti (come sicuramente è stato) non avrebbero apprezzato un cambiamento così radicale non soltanto dal punto di vista della storia e dei personaggi, ma esattamente in tutto. Intendiamoci meglio, "Digimon Adventure 02" era stata una serie un po' ruffiana creata con poche idee e tutte molto confuse, c'era il bisogno di rinnovasi e di replicare quel capolavoro di "Digimon Adventure" cercando però di non ripetersi, e "Digimon Tamers" è riuscito addirittura a superarlo affermandosi, a parer mio, come un capolavoro assoluto in grado di fare invidia ai più grandi successi che la fantascienza abbia creato.
Takato è un normalissimo ragazzo che frequenta le scuola elementari, ha tanti amici, una famiglia che gli vuole bene e una vita spensierata e allegra. Passa molto tempo a giocare con le carte dei digimon (che qui appaiono come un franchise creato dagli esseri umani negli anni '80) e un giorno scopre che i digimon esistono veramente entrando in contatto con Guilmon, un digimon che è stato addirittura creato da lui e dalla forza della sua fantasia. Conoscerà ben presti Henri Wong e Rika Nonaka, altri due ragazzi che come lui sono entrati in contatto con un digimon. All'inizio tutto sembrerà un gioco proprio perché sono gli occhi di un bambino a farcelo vedere, ma ben presto tutto cambierà e i tre ragazzi si renderanno conto dell'importanza che hanno per il futuro del loro mondo e di quello dei digimon.
I personaggi sono tutti approfonditi in una maniera spaventosamente realistica ed è impossibile non affezionarsi a loro. Takato spicca per la sua splendida innocenza, tipica della sua età, e per dei problemi relativi al passaggio dall'età infantile a quella adulta che traspaiono attraverso la sua caratterizzazione psicologica. Henri si caratterizza per il suo senso di responsabilità e maturità, tutte e due spesso messe in discussione dal compito troppo grande che deve affrontare. E lo splendido personaggio di Rika, schiva come poche, anche lei fortemente turbata dal suo passato e dalla sua situazione familiare, è pronta a essere cambiata completamente da questa avventura straordinaria.
Poi ci sono Kazu e Kenta, il duo di ragazzini sognatori che porta allegria all'interno del gruppo; e Jeri Kato, i cui sentimenti e difficoltà che la vita le ha portato la metteranno in condizione di essere uno dei personaggi chiave della serie. E' incredibile come questa storia riesca a mostrare i sentimenti, le paure e la determinazione che porterà i ragazzi a crescere piano piano imparando dai proprio errori fino a diventare degli adulti pronti ad affrontare battaglie epiche per salvare l'umanità.
Se da una parte ci sono i bambini, dall'altra ci sono gli adulti più complicati e privi di quella fantasia e di quella purezza che li mostrerà come disarmati di fronte alle minacce di questa avventura. Spicca la personalità del signor Hyamaki, un genio informatico che opera per Hypnos, un'associazione indipendente del governo che lavora per evitare che il mondo venga messo in pericolo dai digimon. Lo stesso si può dire di Tao Wong, il padre di Henri, anche lui con una sua personalità ben definita e partecipe a questa enorme battaglia. Ogni personaggio è approfondito nei minimi dettagli, persino quelli che apparentemente sembrerebbero delle comparse mostrano tutto dei loro pensieri e sentimenti.
Anche i digimon godono di personalità ben definire, ma comunque meno complicate di quelle degli umani che, in una società urbana civilizzata, risultano molto meno immediati dei digimon che vivono in una realtà di perenne stato di natura ove vige la legge del più forte. L'unico che fa eccezione a questa regola è il complicatissimo Impmon, uno dei personaggi più riusciti della serie, che attraverso i suoi errori e i suoi problemi emotivi riuscirà a crescere e a trovare se stesso. Da menzionare assolutamente anche il tenerissimo Calumon, anche lui chiave della serie.
La grafica e lo splendore dei luoghi arrivano a toccare il sublime. Tokyo, e in particolare il quartiere di Shinjuku, dove si ambienta la maggior parte della serie, risultano ricostruiti in maniera eccezionale, con la riproduzione di tutta la vita urbana che li popola. Per quel che riguarda Digiworld, beh, già nella prima serie si erano viste una natura selvaggia e una quantità di luoghi e atmosfere una diversa dall'altra, di un impatto incredibile, che catapultavano lo spettatore riuscendo a fargli sentire tutto di quei luoghi stupendi. La stessa cosa la possiamo dire di "Tamers", nel quale però compare una Digiworld completamente allo stato brado in cui ci sono deserti informatici e parti naturali completamente lasciate a se stesse, in preda agli abitanti che vivono come degli animali che pensano ad acquisire dati di altri digimon per diventare più potenti e solamente i più forti sopravvivono (da notare la forte ispirazione al pensiero di Charles Darwin).
La storia è eccezionale, articolata in maniera eccellente in grado di prendere come poche e mostrando un'epica avventura apocalittico-fantascientifica tutt'altro che per bambini. Verranno affrontati temi come la lotta interiore, la morte e il dolore causato da essa, insieme all'amore e alla complicità, rendendo lo spettatore partecipe di essi.
Tutto quanto è caratterizzato da una particolare e affascinante atmosfera oscura e tetra, probabilmente opera del grande Chiaki Konaka che, oltre alla sua bravura, porterà nella serie anche la sua passione per H.P. Lovercraft, che emergerà più volte nella serie.
Le citazioni sono innumerevoli e vanno alle leggende giapponesi alla mitologia indiana, cristiana, scandinava fino ad arrivare alle ispirazioni da Darwin e Lovercraft.
Il lavoro di doppiaggio italiano è ottimo e spiccano la voce del bravissimo Lorenzo de Angelis nel ruolo di Henri, il grande Fabrizio Vidale che presta la sua voce ad Impmon e una straordinaria Perla Liberatori che dà a Rika tutta la personalità di cui ha bisogno.
"Digimon Tamers" a mio avviso è dunque un capolavoro: tutte le volte che ho visto questa serie sono riuscito ad emozionarmi e ad immedesimarmi nei pensieri dei personaggi. L'anime per me risulta addirittura una fuga dalla vita quotidiana, facendomi immergere in questa storia stupenda e unica. A volte mi viene addirittura un forte senso di malinconia per il fatto che conosco già tutta la storia, visto che, se per me fosse la prima volta, verrei assalito da emozioni di proporzioni indescrivibili, che riescono comunque a arrivarmi tutt'ora. "Digimon Tamers" è una serie che considero una delle migliori mai viste nella mia vita e che consiglierei a chiunque, anche a chi non segue i digimon o addirittura gli anime in generale.
Takato è un normalissimo ragazzo che frequenta le scuola elementari, ha tanti amici, una famiglia che gli vuole bene e una vita spensierata e allegra. Passa molto tempo a giocare con le carte dei digimon (che qui appaiono come un franchise creato dagli esseri umani negli anni '80) e un giorno scopre che i digimon esistono veramente entrando in contatto con Guilmon, un digimon che è stato addirittura creato da lui e dalla forza della sua fantasia. Conoscerà ben presti Henri Wong e Rika Nonaka, altri due ragazzi che come lui sono entrati in contatto con un digimon. All'inizio tutto sembrerà un gioco proprio perché sono gli occhi di un bambino a farcelo vedere, ma ben presto tutto cambierà e i tre ragazzi si renderanno conto dell'importanza che hanno per il futuro del loro mondo e di quello dei digimon.
I personaggi sono tutti approfonditi in una maniera spaventosamente realistica ed è impossibile non affezionarsi a loro. Takato spicca per la sua splendida innocenza, tipica della sua età, e per dei problemi relativi al passaggio dall'età infantile a quella adulta che traspaiono attraverso la sua caratterizzazione psicologica. Henri si caratterizza per il suo senso di responsabilità e maturità, tutte e due spesso messe in discussione dal compito troppo grande che deve affrontare. E lo splendido personaggio di Rika, schiva come poche, anche lei fortemente turbata dal suo passato e dalla sua situazione familiare, è pronta a essere cambiata completamente da questa avventura straordinaria.
Poi ci sono Kazu e Kenta, il duo di ragazzini sognatori che porta allegria all'interno del gruppo; e Jeri Kato, i cui sentimenti e difficoltà che la vita le ha portato la metteranno in condizione di essere uno dei personaggi chiave della serie. E' incredibile come questa storia riesca a mostrare i sentimenti, le paure e la determinazione che porterà i ragazzi a crescere piano piano imparando dai proprio errori fino a diventare degli adulti pronti ad affrontare battaglie epiche per salvare l'umanità.
Se da una parte ci sono i bambini, dall'altra ci sono gli adulti più complicati e privi di quella fantasia e di quella purezza che li mostrerà come disarmati di fronte alle minacce di questa avventura. Spicca la personalità del signor Hyamaki, un genio informatico che opera per Hypnos, un'associazione indipendente del governo che lavora per evitare che il mondo venga messo in pericolo dai digimon. Lo stesso si può dire di Tao Wong, il padre di Henri, anche lui con una sua personalità ben definita e partecipe a questa enorme battaglia. Ogni personaggio è approfondito nei minimi dettagli, persino quelli che apparentemente sembrerebbero delle comparse mostrano tutto dei loro pensieri e sentimenti.
Anche i digimon godono di personalità ben definire, ma comunque meno complicate di quelle degli umani che, in una società urbana civilizzata, risultano molto meno immediati dei digimon che vivono in una realtà di perenne stato di natura ove vige la legge del più forte. L'unico che fa eccezione a questa regola è il complicatissimo Impmon, uno dei personaggi più riusciti della serie, che attraverso i suoi errori e i suoi problemi emotivi riuscirà a crescere e a trovare se stesso. Da menzionare assolutamente anche il tenerissimo Calumon, anche lui chiave della serie.
La grafica e lo splendore dei luoghi arrivano a toccare il sublime. Tokyo, e in particolare il quartiere di Shinjuku, dove si ambienta la maggior parte della serie, risultano ricostruiti in maniera eccezionale, con la riproduzione di tutta la vita urbana che li popola. Per quel che riguarda Digiworld, beh, già nella prima serie si erano viste una natura selvaggia e una quantità di luoghi e atmosfere una diversa dall'altra, di un impatto incredibile, che catapultavano lo spettatore riuscendo a fargli sentire tutto di quei luoghi stupendi. La stessa cosa la possiamo dire di "Tamers", nel quale però compare una Digiworld completamente allo stato brado in cui ci sono deserti informatici e parti naturali completamente lasciate a se stesse, in preda agli abitanti che vivono come degli animali che pensano ad acquisire dati di altri digimon per diventare più potenti e solamente i più forti sopravvivono (da notare la forte ispirazione al pensiero di Charles Darwin).
La storia è eccezionale, articolata in maniera eccellente in grado di prendere come poche e mostrando un'epica avventura apocalittico-fantascientifica tutt'altro che per bambini. Verranno affrontati temi come la lotta interiore, la morte e il dolore causato da essa, insieme all'amore e alla complicità, rendendo lo spettatore partecipe di essi.
Tutto quanto è caratterizzato da una particolare e affascinante atmosfera oscura e tetra, probabilmente opera del grande Chiaki Konaka che, oltre alla sua bravura, porterà nella serie anche la sua passione per H.P. Lovercraft, che emergerà più volte nella serie.
Le citazioni sono innumerevoli e vanno alle leggende giapponesi alla mitologia indiana, cristiana, scandinava fino ad arrivare alle ispirazioni da Darwin e Lovercraft.
Il lavoro di doppiaggio italiano è ottimo e spiccano la voce del bravissimo Lorenzo de Angelis nel ruolo di Henri, il grande Fabrizio Vidale che presta la sua voce ad Impmon e una straordinaria Perla Liberatori che dà a Rika tutta la personalità di cui ha bisogno.
"Digimon Tamers" a mio avviso è dunque un capolavoro: tutte le volte che ho visto questa serie sono riuscito ad emozionarmi e ad immedesimarmi nei pensieri dei personaggi. L'anime per me risulta addirittura una fuga dalla vita quotidiana, facendomi immergere in questa storia stupenda e unica. A volte mi viene addirittura un forte senso di malinconia per il fatto che conosco già tutta la storia, visto che, se per me fosse la prima volta, verrei assalito da emozioni di proporzioni indescrivibili, che riescono comunque a arrivarmi tutt'ora. "Digimon Tamers" è una serie che considero una delle migliori mai viste nella mia vita e che consiglierei a chiunque, anche a chi non segue i digimon o addirittura gli anime in generale.