Recensione
Redline
9.0/10
Recensione di Karma Houdini
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Ambientato in un futuro lontano e poco definito, "Redline" è la corsa di auto più illegale, mortale e grandiosa della galassia, tenuta ogni cinque anni in un luogo segreto che viene rivelato soltanto all'ultimo minuto.
Prodotto dal famigerato studio Madhouse, "Redline" è il primo lungometraggio diretto totalmente da Takeshi Koike ("Midnight Eye Goku", "Ninja Scroll", "Vampire Hunter", "Bloodlust", "Trava: Fist Planet"): un lavoro la cui realizzazione ha richiesto ben sette anni. E si vede.
Da un punto di vista visivo, "Redline" ha un look decisamente e volutamente occidentalizzato. Sembra quasi che Koike abbia voluto gridare al mondo di essere un fan del fumettista francese Jean 'Moebius' Giraud, del controverso film animato "Heavy Metal" e persino della saga cinematografica di "Star Wars". Il risultato finale è un festival sconvolgente e ipercinetico di colori e forme esasperate, un incitamento continuo a tenere gli occhi sbarrati. Infatti ogni battito di ciglia durante la visione di "Redline" sarebbe un peccato, perché basterebbe prendere un fotogramma a caso e rendersi conto che potrebbe diventare tranquillamente un poster con cui abbellire la propria stanza.
A livello di contenuti, "Redline" è pieno di cliché, ma essi non sono il solito pretesto per coprire buchi d'ispirazione, bensì sono le colonne portanti su cui si sostiene la trama del film. Da una parte abbiamo una storia lineare, prevedibile, e semplice fino alla fine; dall'altra abbiamo dei personaggi a loro volta incarnazione di altri cliché, ma che allo stesso tempo assolutamente e meravigliosamente esagerati in ogni singolo gesto o parola.
"Redline" non è un film che si fa vedere e basta, "Redline" investe lo spettatore come un autotreno carico di adrenalina, di colori sgargianti e di musiche tanto tamarre quanto funzionali. Ovviamente è un must per gli appassionati di anime come "Go Go Go Mach 5" e "Super Gattiger", così come del vecchio e scanzonato cartoon "Wacky Races". Ma è anche consigliatissimo per chi vuole divertirsi a cogliere le numerose citazioni in esso contenute e godersi uno spettacolo di animazione pura, fatta a mano come si deve e allo stesso tempo fuori dagli schemi.
Prodotto dal famigerato studio Madhouse, "Redline" è il primo lungometraggio diretto totalmente da Takeshi Koike ("Midnight Eye Goku", "Ninja Scroll", "Vampire Hunter", "Bloodlust", "Trava: Fist Planet"): un lavoro la cui realizzazione ha richiesto ben sette anni. E si vede.
Da un punto di vista visivo, "Redline" ha un look decisamente e volutamente occidentalizzato. Sembra quasi che Koike abbia voluto gridare al mondo di essere un fan del fumettista francese Jean 'Moebius' Giraud, del controverso film animato "Heavy Metal" e persino della saga cinematografica di "Star Wars". Il risultato finale è un festival sconvolgente e ipercinetico di colori e forme esasperate, un incitamento continuo a tenere gli occhi sbarrati. Infatti ogni battito di ciglia durante la visione di "Redline" sarebbe un peccato, perché basterebbe prendere un fotogramma a caso e rendersi conto che potrebbe diventare tranquillamente un poster con cui abbellire la propria stanza.
A livello di contenuti, "Redline" è pieno di cliché, ma essi non sono il solito pretesto per coprire buchi d'ispirazione, bensì sono le colonne portanti su cui si sostiene la trama del film. Da una parte abbiamo una storia lineare, prevedibile, e semplice fino alla fine; dall'altra abbiamo dei personaggi a loro volta incarnazione di altri cliché, ma che allo stesso tempo assolutamente e meravigliosamente esagerati in ogni singolo gesto o parola.
"Redline" non è un film che si fa vedere e basta, "Redline" investe lo spettatore come un autotreno carico di adrenalina, di colori sgargianti e di musiche tanto tamarre quanto funzionali. Ovviamente è un must per gli appassionati di anime come "Go Go Go Mach 5" e "Super Gattiger", così come del vecchio e scanzonato cartoon "Wacky Races". Ma è anche consigliatissimo per chi vuole divertirsi a cogliere le numerose citazioni in esso contenute e godersi uno spettacolo di animazione pura, fatta a mano come si deve e allo stesso tempo fuori dagli schemi.