Recensione
5 centimetri al secondo
10.0/10
Come potete anche notare dal mio attuale avatar, è abbastanza evidente quanto un anime come "Byousoku" mi abbia segnata. Ho conosciuto Byousoku proprio grazie alle recensioni lette su Animeclick.it. Mi sono fidata, e mi sono tuffata nella splendida opera di Makoto Shinkai, rimanendone profondamente colpita: non posso più guardare i ciliegi in fiore senza che mi risuoni nella mente il tema principale della colonna sonora dell'anime, e senza che provi ad acchiappare un petalo con il palmo della mano, stringendolo poi in pugno. E se sono in compagnia di qualcuno non posso non uscirmene con "Sai qual è la velocità a cui cadono i petali di ciliegio? Cinque centimetri al secondo". Ecco, mi sono rovinata l'esistenza.
OK, bando agli scherzi. Perché guardare "Byousoku". I disegni sono fantastici. La prima volta che lo vidi rimasi letteralmente a bocca aperta di fronte alla dovizia di particolari, soprattutto per quel che riguarda la luce. Sì, proprio la luce: la sfumatura del cielo (o meglio, i cieli, di notte, di giorno, d'estate, d'inverno), la luce del sole che entra dalle finestre, e anche la luce artificiale che si riflette sulle superfici. Ormai io associo Makoto Shinkai alla "rappresentazione della luce".
E poi c'è la storia. A ben guardare è una trama semplicissima, senza grosse sorprese o salti sulla sedia. Ma nonostante la lentezza si rimane incollati allo schermo. Perché il segreto è proprio la lentezza, la delicatezza dei dialoghi, la psicologia dei vari personaggi. Il finale rispecchia in pieno tutto il senso del film, un finale diverso, anche se magari più "happy ending" avrebbe snaturato tutto il senso dell'opera.
Se dovessi riassumere il senso dell'opera, mi viene in mente un passaggio de "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Milan Kundera. Ecco, quando penso a Takaki e Akari, i due protagonisti, non posso pensare a loro che come "sognatori" nella definizione di Kundera ("i sognatori, coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti"), sognatori di un amore sublimato, che vivono l'uno sotto lo sguardo (immaginario) dell'altro. Ma mentre Takaki vivrà per sempre sotto lo sguardo immaginario di Akari, Akari riuscirà invece per certi versi a "smarcarsi", vivendo la sua vita, senza però dimenticare Takaki. Menzione particolare, poi, a un personaggio per così dire secondario ma che ho profondamente adorato: Sumida.
Per concludere, è una storia sicuramente da vedere, un orgasmo dal punto di vista visivo e un'infinita dolcezza dal punto di vista emotivo: connubio perfetto.
OK, bando agli scherzi. Perché guardare "Byousoku". I disegni sono fantastici. La prima volta che lo vidi rimasi letteralmente a bocca aperta di fronte alla dovizia di particolari, soprattutto per quel che riguarda la luce. Sì, proprio la luce: la sfumatura del cielo (o meglio, i cieli, di notte, di giorno, d'estate, d'inverno), la luce del sole che entra dalle finestre, e anche la luce artificiale che si riflette sulle superfici. Ormai io associo Makoto Shinkai alla "rappresentazione della luce".
E poi c'è la storia. A ben guardare è una trama semplicissima, senza grosse sorprese o salti sulla sedia. Ma nonostante la lentezza si rimane incollati allo schermo. Perché il segreto è proprio la lentezza, la delicatezza dei dialoghi, la psicologia dei vari personaggi. Il finale rispecchia in pieno tutto il senso del film, un finale diverso, anche se magari più "happy ending" avrebbe snaturato tutto il senso dell'opera.
Se dovessi riassumere il senso dell'opera, mi viene in mente un passaggio de "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Milan Kundera. Ecco, quando penso a Takaki e Akari, i due protagonisti, non posso pensare a loro che come "sognatori" nella definizione di Kundera ("i sognatori, coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti"), sognatori di un amore sublimato, che vivono l'uno sotto lo sguardo (immaginario) dell'altro. Ma mentre Takaki vivrà per sempre sotto lo sguardo immaginario di Akari, Akari riuscirà invece per certi versi a "smarcarsi", vivendo la sua vita, senza però dimenticare Takaki. Menzione particolare, poi, a un personaggio per così dire secondario ma che ho profondamente adorato: Sumida.
Per concludere, è una storia sicuramente da vedere, un orgasmo dal punto di vista visivo e un'infinita dolcezza dal punto di vista emotivo: connubio perfetto.