Recensione
Dopo il successo anche nel resto del mondo dei primi quattro videogiochi della serie del professor Layton, ecco che nel 2009 esce in Giappone nelle sale "Il Professor Layton e l'eterna Diva", primo lungometraggio animato dedicato al gentiluomo inglese degli enigmi inspiegabili e degli intrighi che affascina migliaia di giocatori di Nintendo DS di tutto il pianeta. Uscito qui da noi solo per il mercato dell'home video e trasmesso su Cartoon Network rispettivamente nell'Ottobre e nel Dicembre del 2010, la vicenda si svolge dopo gli eventi de "Lo scrigno di Pandora".
Riascoltando un disco in vinile di musica lirica, Layton e Luke rimembrano i fatti avvenuti durante il loro primo caso insieme affrontato tre anni prima, poco dopo che il secondo decise di lasciare il paese di origine per diventare il piccolo apprendista del famoso archeologo nel quarto capitolo della serie ludica, "Il richiamo dello spettro", non ancora uscito qui da noi all'epoca del debutto del film in Italia.
Jenis Quatlane è una giovane talentuosa cantante d'opera ex studentessa del professor Layton, che un giorno lo invita ad assistere a un suo concerto a teatro in occasione del quale intende parlargli dell'inspiegabile reincarnazione di una vecchia amica defunta nel corpo di una bambina di 7 anni. Il professore e Luke, dopo aver assistito al musical teatrale "L'eterna Diva" ammirando la voce della sua giovane attrice protagonista, si troveranno in mezzo a un gioco inquietante di cui non avevano previsto di essere giocatori, e che è legato al mistero che li ha fatti recare lì molto più di quanto credano.
Da accanito fan del professor Layton (comunque non ho mai giocato a "Il paese dei Misteri" perché mi hanno spoilerato la trama) devo dire che è difficile recensire "Il Professor Layton e l'eterna Diva" senza al contempo farlo con i videogiochi della serie: la qualità delle animazioni, della colonna sonora, della trama, e il carisma dei personaggi sono identici sia nei spezzoni animati della versione ludica sia nel lungometraggio animato, il che è tutto dire, dato che questi aspetti appaiono estremamente curati e ben orchestrati in entrambe le situazioni.
Dal punto di vista tecnico il film vanta un'animazione fluida con sfondi molto dettagliati e affascinanti, che spesso si avvale della computer grafica per rendere più solidi e impressionanti certi ambienti ed effetti visivi. Le inquadrature sono spesso e volentieri azzeccate, soprattutto nelle scene movimentate (bellissima è la scena iniziale in cui la "telecamera" si allontana dalla cima del Big Ben su cui sono Layton e Luke), di cui le avventure dell'archeologo non sono mai a corto.
Accompagna tutta la pellicola una sontuosa colonna sonora che, oltre a brani strumentali in perfetto stile Layton (suoni raffinati di violino e pianoforte in primis si alternano per condurre scene tristi, quiete e d'azione), vanta anche nove pezzi vocali ("Let This Happiness Be Eternal" è una di queste, cantata dal personaggio di Jenis durante lo spettacolo) del tutto inediti e ben cantati.
Nel film ritroviamo molti dei protagonisti della versione ludica: inutile dire che il chara design è identico, così come immutati sono i loro atteggiamenti e il loro carisma, tanto che è facile constatare come forse a "Il Professor Layton e l'eterna Diva" fosse riservato originariamente un destino da videogioco, anche al livello di trama. Difatti lo sviluppo della storia non è molto diverso da quello dei quattro capitoli in cartuccia: vi è la solita lettera di richiesta d'aiuto, il solito contesto ambientale con molti personaggi su cui indagare, addirittura anche i soliti enigmi da risolvere - sì, anche nel film vi è un'azzeccata trasposizione. Addirittura c'è pure la solita nemesi a guida di una macchina mastodontica e distruttiva, scena parecchio identica alla parte finale de "Il futuro perduto", ma non troppo negativa da abbassare la qualità del lungometraggio.
Dopotutto però la storia non è scontata e si sviluppa in maniera credibile e piacevole fino a un finale tra l'amaro e il sereno, come sempre.
In definitiva "Il Professor Layton e l'eterna Diva" è nel suo insieme un film sublime, secondo me, estremamente curato in tutti i suoi aspetti e che rende entusiasti come fan perché il tutto è identico alle controparti video-ludiche, di cui non ha nulla da invidiare se non da offrire sia ai medesimi, che possono ammirare il maestro degli enigmi in azione in un film che penso molti desideravano, sia a coloro che vogliono conoscerlo senza l'impegno della console come supporto.
Ciò fa sorgere il legittimo sospetto che questo lungometraggio animato sia per ovvie ragioni un manifesto pubblicitario della serie ludica e, perché no, anche della console.
Il film rimane comunque un piccolo capolavoro davvero godibile e ben realizzato, non potete perdervelo.
Riascoltando un disco in vinile di musica lirica, Layton e Luke rimembrano i fatti avvenuti durante il loro primo caso insieme affrontato tre anni prima, poco dopo che il secondo decise di lasciare il paese di origine per diventare il piccolo apprendista del famoso archeologo nel quarto capitolo della serie ludica, "Il richiamo dello spettro", non ancora uscito qui da noi all'epoca del debutto del film in Italia.
Jenis Quatlane è una giovane talentuosa cantante d'opera ex studentessa del professor Layton, che un giorno lo invita ad assistere a un suo concerto a teatro in occasione del quale intende parlargli dell'inspiegabile reincarnazione di una vecchia amica defunta nel corpo di una bambina di 7 anni. Il professore e Luke, dopo aver assistito al musical teatrale "L'eterna Diva" ammirando la voce della sua giovane attrice protagonista, si troveranno in mezzo a un gioco inquietante di cui non avevano previsto di essere giocatori, e che è legato al mistero che li ha fatti recare lì molto più di quanto credano.
Da accanito fan del professor Layton (comunque non ho mai giocato a "Il paese dei Misteri" perché mi hanno spoilerato la trama) devo dire che è difficile recensire "Il Professor Layton e l'eterna Diva" senza al contempo farlo con i videogiochi della serie: la qualità delle animazioni, della colonna sonora, della trama, e il carisma dei personaggi sono identici sia nei spezzoni animati della versione ludica sia nel lungometraggio animato, il che è tutto dire, dato che questi aspetti appaiono estremamente curati e ben orchestrati in entrambe le situazioni.
Dal punto di vista tecnico il film vanta un'animazione fluida con sfondi molto dettagliati e affascinanti, che spesso si avvale della computer grafica per rendere più solidi e impressionanti certi ambienti ed effetti visivi. Le inquadrature sono spesso e volentieri azzeccate, soprattutto nelle scene movimentate (bellissima è la scena iniziale in cui la "telecamera" si allontana dalla cima del Big Ben su cui sono Layton e Luke), di cui le avventure dell'archeologo non sono mai a corto.
Accompagna tutta la pellicola una sontuosa colonna sonora che, oltre a brani strumentali in perfetto stile Layton (suoni raffinati di violino e pianoforte in primis si alternano per condurre scene tristi, quiete e d'azione), vanta anche nove pezzi vocali ("Let This Happiness Be Eternal" è una di queste, cantata dal personaggio di Jenis durante lo spettacolo) del tutto inediti e ben cantati.
Nel film ritroviamo molti dei protagonisti della versione ludica: inutile dire che il chara design è identico, così come immutati sono i loro atteggiamenti e il loro carisma, tanto che è facile constatare come forse a "Il Professor Layton e l'eterna Diva" fosse riservato originariamente un destino da videogioco, anche al livello di trama. Difatti lo sviluppo della storia non è molto diverso da quello dei quattro capitoli in cartuccia: vi è la solita lettera di richiesta d'aiuto, il solito contesto ambientale con molti personaggi su cui indagare, addirittura anche i soliti enigmi da risolvere - sì, anche nel film vi è un'azzeccata trasposizione. Addirittura c'è pure la solita nemesi a guida di una macchina mastodontica e distruttiva, scena parecchio identica alla parte finale de "Il futuro perduto", ma non troppo negativa da abbassare la qualità del lungometraggio.
Dopotutto però la storia non è scontata e si sviluppa in maniera credibile e piacevole fino a un finale tra l'amaro e il sereno, come sempre.
In definitiva "Il Professor Layton e l'eterna Diva" è nel suo insieme un film sublime, secondo me, estremamente curato in tutti i suoi aspetti e che rende entusiasti come fan perché il tutto è identico alle controparti video-ludiche, di cui non ha nulla da invidiare se non da offrire sia ai medesimi, che possono ammirare il maestro degli enigmi in azione in un film che penso molti desideravano, sia a coloro che vogliono conoscerlo senza l'impegno della console come supporto.
Ciò fa sorgere il legittimo sospetto che questo lungometraggio animato sia per ovvie ragioni un manifesto pubblicitario della serie ludica e, perché no, anche della console.
Il film rimane comunque un piccolo capolavoro davvero godibile e ben realizzato, non potete perdervelo.