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"No... in fondo l'ho sempre pensato... il mondo fa schifo, e se la feccia crepasse sarebbe meglio per tutti. E io... con questo quaderno posso far sì che ciò avvenga. Il problema è... la mia mente reggerà? Ne ho uccisi solo due, e guarda in che stato mi ritrovo. Certo, è naturale: si tratta di vite umane... nessuno prenderebbe la cosa alla leggera; ma io sarò in grado di sopportarlo? O è meglio che mi fermi qui? No, non posso fermarmi, anche se dovessi andare fuori di testa o rimetterci la vita. Qualcuno deve pur farlo, non si può andare avanti così. In fondo anche se cedessi il quaderno a qualcun altro, su chi potrei contare? Non esiste nessuno tanto in gamba, però... io potrei farcela, anzi... solo io posso farcela. Ho deciso! Userò il Death Note... per cambiare il mondo!"

"Death Note", storia di un caposaldo dell'animazione, di quelle opere che ti fanno necessariamente immedesimare nel supereroe, come direbbe Tarantino. Opere che devi visionare tutto d'un fiato altrimenti meglio non avvicinarvisi. Opere delle quali amerai la OST. Che ti spingeranno a pensare e pianificare come il protagonista, tanto è il trasporto che procura. Gioirai e ti affliggerai per i risvolti che la trama acquista. E non puoi non prendere posizione su L e Kira: difenderai fino alla morte uno dei due, assolutamente vietato rimanere impassibili.
La storia prende le mosse dalla noia, la noia che sfianca e uccide. Noia che accomuna il brillante studente Light Yagami e il dio della morte Ryuk: la preda e il predatore. Il primo stanco di un mondo che pare avere nel caos la sua legge fisica. Il secondo stanco di dovere rubare la vita agli esseri umani per potere sopravvivere. Ed è per questo, per osservare cosa si prova a passare dalla parte del predatore, che Ryuk lascia cadere il suo quaderno della morte nel mondo degli esseri umani.

Inizia così il sodalizio tra l'umano e il dio della morte; Light ritrova il quaderno e decide di utilizzarlo per applicare la giustizia che, a suo deire, è ciò che più manca nel mondo contemporaneo. Per farlo basta scrivere sul quaderno il nome (vero) della persona candidata alla morte e possederne un'immagine mentale. Et voilà, mai esecuzione fu così semplice. I due, Light e Ryuk possono così scacciare la reciproca noia: il ragazzo prova l'ebbrezza di potere essere il Dio di un nuovo mondo; lo Shinigami è divertito dallo status di divinità con cui si atteggia Light e giudica oltremodo interessanti le sue peripezie.
A sbarrare la strada al dio Kira - così viene ribattezzato dal popolo mondiale questo Dio che porta giustizia - ci sarà la polizia giapponese prima, e quella americana poi, ed entrambe le organizzazioni contano validi detective, uno tra tutti Elle, in tutto e per tutto la nemesi di Light Yagami.

Il mio voto è massimo. Impossibile non lodare con la votazione massima le scene di azione vibranti, unite a un'OST di musiche imprescindibile che aderiscono perfettamente all'intreccio della trama. Quello che ammalia poi è il fatto che il protagonista segue un'etica che difficilmente lo spettatore giudicherà del tutto sbagliata. L'operato di Light - quella ricerca di una giustizia assoluta che, se non viene incarnata da un unico individuo, diviene impossibile da raggiungere - spaccherà in due lo spettatore: impossibile dargli del tutto torto, così come è impossibile dare un pieno assenso.
Certamente, la giustizia assoluta è impossibile in questo mondo. Ma è tuttavia giusto affidarla a un solo individuo?
E' questo il dilemma che aleggia per tutte le 37 puntate dell'opera. Ogni singola puntata vi vedrà spaccati, arroccati nel volere difendere una delle due risposte al dilemma sopra descritto; e ogni singola puntata vi darà nuovi spunti su cui riflettere e argomentare la vostra opinione. E questo perché "Death Note" non lascia indifferenti, questo è praticamente impossibile. E' inevitabile rimanerne coinvolti.
Uno dei pochi anime che letteralmente dialoga con lo spettatore, che lo spinge alla riflessione profonda.
Musiche stupende, caratterizzazione dei personaggi incredibile - Light ed Elle ovviamente su tutti - imprevedibilità della trama e capacità di stimolare lo spettatore alla riflessione serrata fanno di Death Note un caposaldo dell'animazione.