Recensione
Steamboy
7.0/10
Mi è sempre piaciuto lo Steampunk. Vuoi per la poeticità del vapore che trasuda da ogni diavoleria meccanica, vuoi per la bellezza della Londra vittoriana e dei boulevard parigini, o per la capacità di sposare in maniera del tutto naturale l'antico e il moderno.
Ma il motivo principale è forse l'illusione di poter riscrivere la Storia, di cancellare magicamente con un colpo di spugna tutto quello che è successo dopo e di tracciare una nuova via per l'umanità.
In Steamboy ritroviamo tutto questo. Ci immergiamo in un'aria positivistica che pervade le strade della città, immensi cantieri aperti in continuo tumulto.
In un'epoca dove tutto sembra diventare possibile grazie all'enorme progresso scientifico ci si interroga sull'etica di tale sviluppo, senza falsi moralismi.
Può qualcosa di buono diventare cattivo? Sì, se viene messo al servizio di gente senza scrupoli, pronta a usarlo per i propri scopi e a trarne profitto, a discapito del resto della popolazione.
Si pensi ad esempio alla teoria della relatività di Einstein che ha portato al successivo sviluppo della bomba atomica o alla dinamite, il cui inventore Alfred Nobel, era ossessionato dall'idea che la sua scoperta potesse avere applicazioni belliche.
Dunque le premesse sono più che buone. Inutile discutere sul comparto tecnico e visivo: un'animazione sublime, arricchita dagli eccelsi disegni che conferiscono dignità anche al dettaglio più insignificante. I colori dai toni spenti, tendenti al grigio e al marrone, ben si addicono a una Londra industriale del XIX secolo.
Ahimè il film non riesce a decollare del tutto, a causa di una trama poco sviluppata e a volte prevedibile. I rapporti interpersonali sembrano essere lasciati a metà, vengono avviati senza però essere approfonditi, e a volte risultano poco chiari. Questa mancanza è visibile anche nella psicologia dei personaggi stessi, poco o per niente approfondita.
È come guardare un dipinto ricco di particolari e di colori, ma così pieno da non riuscire a soffermarsi bene sui singoli soggetti, che vengono appiattiti da tutto il resto.
In ultima analisi volevo spendere due parole sulla scena della battaglia, che ho apprezzato graficamente, pur trovandola poco credibile: bombardare Londra ai fini di una dimostrazione pratica dei modelli bellici da vendere agli acquirenti durante l'Esposizione Universale mi sembra un'esagerazione.
In conclusione l'ho trovato un film piacevole, da vedere se si è amanti dello Steampunk o fan di Otomo. Certo, rimane quella sensazione di incompletezza, perché possedeva tutte le carte in regola, ma purtroppo sono state mal giocate, risultando un capolavoro mancato. Rimane comunque un'opera più che buona di pregevole fattura.
Ma il motivo principale è forse l'illusione di poter riscrivere la Storia, di cancellare magicamente con un colpo di spugna tutto quello che è successo dopo e di tracciare una nuova via per l'umanità.
In Steamboy ritroviamo tutto questo. Ci immergiamo in un'aria positivistica che pervade le strade della città, immensi cantieri aperti in continuo tumulto.
In un'epoca dove tutto sembra diventare possibile grazie all'enorme progresso scientifico ci si interroga sull'etica di tale sviluppo, senza falsi moralismi.
Può qualcosa di buono diventare cattivo? Sì, se viene messo al servizio di gente senza scrupoli, pronta a usarlo per i propri scopi e a trarne profitto, a discapito del resto della popolazione.
Si pensi ad esempio alla teoria della relatività di Einstein che ha portato al successivo sviluppo della bomba atomica o alla dinamite, il cui inventore Alfred Nobel, era ossessionato dall'idea che la sua scoperta potesse avere applicazioni belliche.
Dunque le premesse sono più che buone. Inutile discutere sul comparto tecnico e visivo: un'animazione sublime, arricchita dagli eccelsi disegni che conferiscono dignità anche al dettaglio più insignificante. I colori dai toni spenti, tendenti al grigio e al marrone, ben si addicono a una Londra industriale del XIX secolo.
Ahimè il film non riesce a decollare del tutto, a causa di una trama poco sviluppata e a volte prevedibile. I rapporti interpersonali sembrano essere lasciati a metà, vengono avviati senza però essere approfonditi, e a volte risultano poco chiari. Questa mancanza è visibile anche nella psicologia dei personaggi stessi, poco o per niente approfondita.
È come guardare un dipinto ricco di particolari e di colori, ma così pieno da non riuscire a soffermarsi bene sui singoli soggetti, che vengono appiattiti da tutto il resto.
In ultima analisi volevo spendere due parole sulla scena della battaglia, che ho apprezzato graficamente, pur trovandola poco credibile: bombardare Londra ai fini di una dimostrazione pratica dei modelli bellici da vendere agli acquirenti durante l'Esposizione Universale mi sembra un'esagerazione.
In conclusione l'ho trovato un film piacevole, da vedere se si è amanti dello Steampunk o fan di Otomo. Certo, rimane quella sensazione di incompletezza, perché possedeva tutte le carte in regola, ma purtroppo sono state mal giocate, risultando un capolavoro mancato. Rimane comunque un'opera più che buona di pregevole fattura.