Recensione
Capitan Harlock
9.0/10
Nel grande panorama dell'animazione nipponica, sempre più crescente anno dopo anno, ci sono baluardi che non possono e non si devono ignorare, perché pilastri di questo grande mondo, opere che hanno permesso di creare i grandi successi di oggi, titoli che rimarranno nell'immaginario collettivo di tutti gli appassionati proprio per il grande carisma che hanno, per i personaggi così memorabili e indimenticabili, opere che hanno segnato un'era. Sicuramente un periodo che ha contribuito a formare l'animazione con i suoi generi è la decade 70's dove abbiamo visto ben due innovazioni del genere mecha, da Nagai con il suo mastodontico 'Mazinger Z' a Tomino con il realistico 'Mobile Suit Gundam', due modi opposti d'intendere la visione di potenti robot da combattimento, il genere supereroistico impregnato dell'influsso americano (basti ricordare 'Hurricane Polimar' e 'Kyashan'), 'Cutie Honey' che ha gettato le basi per le eroine trasformabili (madre del grande successo degli Anni '90 'Sailor Moon') e anche la fantascienza, di cui Leiji Matsumoto, importantissimo autore di questo genere, ha fatto il suo campo incontrastato e della quale, tutt'ora rimane un maestro insuperabile.
Una delle opere più importanti del mangaka, se non la più importante di tutte, narra la vicenda di un uomo, solo. Questa persona, rifiutata da tutto e da tutti, si ritroverà a suo modo a dovere combattere una guerra disperata proprio per difendere il suo pianeta, lo stesso pianeta che lo ha cacciato e ottusamente perseguitato per la sua coerenza e fermezza d'animo. Stiamo parlando di Capitan Harlock.
La serie vede la luce nel 1977 sotto forma cartacea e subito dopo, nell'anno successivo, come trasposizione animata, per mano della Toei Animation e supervisionata dallo stesso Matsumoto, che portava avanti i due lavori parallelamente. L'autore ha il merito, così, di avere dato alla luce una serie meravigliosa, piena di significati e valori, più matura e riflessiva di quanto non sia stata percepita da noi, ma sicuramente apprezzata negli anni a venire, tanto da diventare così una leggenda e un caposaldo di tutta l'animazione passata e presente.
'Capitan Harlock' parla di un uomo, Harlock per l'appunto, che vaga per il cosmo a bordo dell'imponente Arcadia, vegliando sul pianeta Terra e, sopratutto, verso una certa persona per lui molto importante. Harlock è costretto, a suo modo, a essere separato da lei proprio perché gli abitanti della Terra, o per meglio dire il suo unico governo in carica, lo ha reputato un pericolo per la società proprio per il suo vivere rispettando i propri principi e ripudiando il potere dei politici della Terra, corrotti e apatici, totalmente incapaci di portare avanti un pianeta. Essendo così un anarchico, viene visto come un soggetto da eliminare, esiliato così dalla Terra.
Il povero Harlock, vagando con la sua astronave e con il suo fido equipaggio, si ritroverà a combattere proprio per questa indegna società che lo ha escluso per via di una minaccia aliena incombente, che potrebbe segnare la fine dell'umanità, ma anche di tutto l'universo. Una grave responsabilità peserà su di lui.
La serie, sin dai primi, episodi risulta essere immediatamente atipica e decisamente più adulta rispetto ai soliti canoni dell'epoca. Non assistiamo alle allegre vicende dell'eroe mascherato Polimar sempre in lotta con pittoreschi nemici, né a quelle del giovane Koji Kabuto alle prese con 'Mazinger Z', grosso "giocattolone" in mano a un ragazzo, né alle peripezie del carismatico Haran Banjo di 'Daitarn 3', né tanto meno alle bizzarre avventure di Yattaman in viaggio per ogni epoca. 'Capitan Harlock' è caratterizzato da un alone prettamente negativo e pessimista. Respiriamo sin da subito un'aria triste, malinconica, pesante e a tratti inquietante, Matsumoto ha reso la sua serie un perfetto esempio della sua etica e del suo stile. Harlock, come molti protagonisti matsumotiani, è un protagonista chiuso, introverso, con un profondo dolore nel cuore, un dolore che probabilmente non avrà mai sollievo. Harlock è un emarginato, un incompreso che, per sua sfortuna (ma non solo per lui), vive in una società che non gli permette di esprimere ciò che prova realmente, dove non gli è permesso vivere seguendo i suoi voleri. Una società che non comprende e non capisce ciò che è bene e ciò che è male e che per questa sua pessima caratteristica rischia la vita.
Capitan Harlock, di conseguenza, si fa peso di una grande carica di denuncia alla società odierna, una società che non è più in grado di mantenere la felicità di chi ci vive e così si ritrova costretto a vivere seguendo le "regole" imposte sin dalla sua nascita. Una gabbia sociale. Di conseguenza Harlock sceglie la via più difficile, ma sicuramente quella più vera.
Il protagonista, Harlock, è anch'esso piuttosto atipico per l'epoca ché, se l'atmosfera di base della serie è caratterizzata da tristezza e malinconia, il soggetto di base ne ricalca in tutto e per tutto le stesse tonalità: chiuso, freddo, di poche parole, a tratti anche scostante, Harlock non è apparentemente l'apoteosi del protagonista apprezzabile. Badate bene, apparentemente. Ciò che Harlock nasconde dentro di sé è un grande onore, che mette sempre davanti a tutto e che ha posto le basi della sua vita: coraggio, fedeltà, amore e comprensione.
Tadashi Daiba, giovane terrestre che ha abbandonato la società terrestre proprio perché deluso da essa, troverà nell'equipaggio di Harlock e, specialmente nel suo capitano, una figura insostituibile, scoprendo che le voci su di lui erano dettate solo da una grande paura per il diverso. Figure come Harlock sono rare di quei tempi e Tadashi se ne accorgerà subito.
Harlock accanto a sé avrà le cure di Meeme, aliena musa che lo accompagna in ogni viaggio suonando un'arpa e allietando ogni momento, tra un bicchiere di buon vino rosso e un altro; Yuki, bionda ragazza che gestisce i comandi dell'astronave Arcadia; Yattaran, paffuto e bassino macchinista che ha la passione per il modellismo; Tadashi Daiba, figlio di uno scienziato, uno dei pochi che ha percepito la minaccia aliena ma che purtroppo non ha avuto l'appoggio che meritava; e molti altri degni membri di un equipaggio che rappresenta perlopiù una sorta di famiglia per il capitano con la benda nero all'occhio.
In Italia, purtroppo la bellezza della serie non è stata recepita come avrebbe dovuto da coloro che adattarono la serie e la misero in onda, risultando troppo provocante e "insurrezionale" per i temi che trattava. A causa di questo suo pregio venne inconsciamente tagliata di tutti i suoi valori migliori cercando di renderla più stereotipata possibile, rovinando così una serie che fa della lotta per la libertà il suo valore più grande.
Fortunatamente possiamo goderci questa serie in versione integrale grazie a Yamato Video che, con un'edizione buona ma non eccellente, ha ripristinato le scene tagliate e riportato i dialoghi, tramite sottotitoli nella loro versione originale. La qualità del video è molto buona anche se viene da chiedersi come mai non abbiano inserito la sigla originale e lasciato il mediocre collage dell'epoca che stona molto, specialmente in un'edizione integrale.
La serie anime presenta molte varianti rispetto alla controparte cartacea, proprio per via del lavoro parallelo che portò avanti Leiji Matsumoto. L'edizione del manga da noi è edito, attualmente, da d/visual che ne ha pubblicato i 4 volumi in un'edizione a dir poco ottima, con pagine a colori, lettering e testi fedeli, una qualità molto robusta e un prezzo altino ma giustificato dai pregi dell'edizione.
Come dicevo il manga presenta molte varianti, risultando a mio avviso un po' più riflessivo e poetico e, ovviamente, più conforme al profilo matsumotiano, specialmente nel finale, aperto come per tradizione dell'autore. Per avere una visione a 360° della serie consiglio entrambi, proprio perché la serie è bellissima sia animata sia a fumetti e permette, sia da una parte e sia da l'altra, di scoprire lati diversi e allo stesso tempo somiglianti tra le due versioni.
"Capitan Harlock" è una serie immortale, che a distanza di trent'anni riesce a rimanere attuale e apprezzabile (specialmente per i più grandi che apprezzano l'animazione noir), fonte di interessanti spunti sulla realtà che ci circonda, sulla società, sui principi e sui valori, rappresentati in questo titolo in maniera stupenda.
Una delle opere più importanti del mangaka, se non la più importante di tutte, narra la vicenda di un uomo, solo. Questa persona, rifiutata da tutto e da tutti, si ritroverà a suo modo a dovere combattere una guerra disperata proprio per difendere il suo pianeta, lo stesso pianeta che lo ha cacciato e ottusamente perseguitato per la sua coerenza e fermezza d'animo. Stiamo parlando di Capitan Harlock.
La serie vede la luce nel 1977 sotto forma cartacea e subito dopo, nell'anno successivo, come trasposizione animata, per mano della Toei Animation e supervisionata dallo stesso Matsumoto, che portava avanti i due lavori parallelamente. L'autore ha il merito, così, di avere dato alla luce una serie meravigliosa, piena di significati e valori, più matura e riflessiva di quanto non sia stata percepita da noi, ma sicuramente apprezzata negli anni a venire, tanto da diventare così una leggenda e un caposaldo di tutta l'animazione passata e presente.
'Capitan Harlock' parla di un uomo, Harlock per l'appunto, che vaga per il cosmo a bordo dell'imponente Arcadia, vegliando sul pianeta Terra e, sopratutto, verso una certa persona per lui molto importante. Harlock è costretto, a suo modo, a essere separato da lei proprio perché gli abitanti della Terra, o per meglio dire il suo unico governo in carica, lo ha reputato un pericolo per la società proprio per il suo vivere rispettando i propri principi e ripudiando il potere dei politici della Terra, corrotti e apatici, totalmente incapaci di portare avanti un pianeta. Essendo così un anarchico, viene visto come un soggetto da eliminare, esiliato così dalla Terra.
Il povero Harlock, vagando con la sua astronave e con il suo fido equipaggio, si ritroverà a combattere proprio per questa indegna società che lo ha escluso per via di una minaccia aliena incombente, che potrebbe segnare la fine dell'umanità, ma anche di tutto l'universo. Una grave responsabilità peserà su di lui.
La serie, sin dai primi, episodi risulta essere immediatamente atipica e decisamente più adulta rispetto ai soliti canoni dell'epoca. Non assistiamo alle allegre vicende dell'eroe mascherato Polimar sempre in lotta con pittoreschi nemici, né a quelle del giovane Koji Kabuto alle prese con 'Mazinger Z', grosso "giocattolone" in mano a un ragazzo, né alle peripezie del carismatico Haran Banjo di 'Daitarn 3', né tanto meno alle bizzarre avventure di Yattaman in viaggio per ogni epoca. 'Capitan Harlock' è caratterizzato da un alone prettamente negativo e pessimista. Respiriamo sin da subito un'aria triste, malinconica, pesante e a tratti inquietante, Matsumoto ha reso la sua serie un perfetto esempio della sua etica e del suo stile. Harlock, come molti protagonisti matsumotiani, è un protagonista chiuso, introverso, con un profondo dolore nel cuore, un dolore che probabilmente non avrà mai sollievo. Harlock è un emarginato, un incompreso che, per sua sfortuna (ma non solo per lui), vive in una società che non gli permette di esprimere ciò che prova realmente, dove non gli è permesso vivere seguendo i suoi voleri. Una società che non comprende e non capisce ciò che è bene e ciò che è male e che per questa sua pessima caratteristica rischia la vita.
Capitan Harlock, di conseguenza, si fa peso di una grande carica di denuncia alla società odierna, una società che non è più in grado di mantenere la felicità di chi ci vive e così si ritrova costretto a vivere seguendo le "regole" imposte sin dalla sua nascita. Una gabbia sociale. Di conseguenza Harlock sceglie la via più difficile, ma sicuramente quella più vera.
Il protagonista, Harlock, è anch'esso piuttosto atipico per l'epoca ché, se l'atmosfera di base della serie è caratterizzata da tristezza e malinconia, il soggetto di base ne ricalca in tutto e per tutto le stesse tonalità: chiuso, freddo, di poche parole, a tratti anche scostante, Harlock non è apparentemente l'apoteosi del protagonista apprezzabile. Badate bene, apparentemente. Ciò che Harlock nasconde dentro di sé è un grande onore, che mette sempre davanti a tutto e che ha posto le basi della sua vita: coraggio, fedeltà, amore e comprensione.
Tadashi Daiba, giovane terrestre che ha abbandonato la società terrestre proprio perché deluso da essa, troverà nell'equipaggio di Harlock e, specialmente nel suo capitano, una figura insostituibile, scoprendo che le voci su di lui erano dettate solo da una grande paura per il diverso. Figure come Harlock sono rare di quei tempi e Tadashi se ne accorgerà subito.
Harlock accanto a sé avrà le cure di Meeme, aliena musa che lo accompagna in ogni viaggio suonando un'arpa e allietando ogni momento, tra un bicchiere di buon vino rosso e un altro; Yuki, bionda ragazza che gestisce i comandi dell'astronave Arcadia; Yattaran, paffuto e bassino macchinista che ha la passione per il modellismo; Tadashi Daiba, figlio di uno scienziato, uno dei pochi che ha percepito la minaccia aliena ma che purtroppo non ha avuto l'appoggio che meritava; e molti altri degni membri di un equipaggio che rappresenta perlopiù una sorta di famiglia per il capitano con la benda nero all'occhio.
In Italia, purtroppo la bellezza della serie non è stata recepita come avrebbe dovuto da coloro che adattarono la serie e la misero in onda, risultando troppo provocante e "insurrezionale" per i temi che trattava. A causa di questo suo pregio venne inconsciamente tagliata di tutti i suoi valori migliori cercando di renderla più stereotipata possibile, rovinando così una serie che fa della lotta per la libertà il suo valore più grande.
Fortunatamente possiamo goderci questa serie in versione integrale grazie a Yamato Video che, con un'edizione buona ma non eccellente, ha ripristinato le scene tagliate e riportato i dialoghi, tramite sottotitoli nella loro versione originale. La qualità del video è molto buona anche se viene da chiedersi come mai non abbiano inserito la sigla originale e lasciato il mediocre collage dell'epoca che stona molto, specialmente in un'edizione integrale.
La serie anime presenta molte varianti rispetto alla controparte cartacea, proprio per via del lavoro parallelo che portò avanti Leiji Matsumoto. L'edizione del manga da noi è edito, attualmente, da d/visual che ne ha pubblicato i 4 volumi in un'edizione a dir poco ottima, con pagine a colori, lettering e testi fedeli, una qualità molto robusta e un prezzo altino ma giustificato dai pregi dell'edizione.
Come dicevo il manga presenta molte varianti, risultando a mio avviso un po' più riflessivo e poetico e, ovviamente, più conforme al profilo matsumotiano, specialmente nel finale, aperto come per tradizione dell'autore. Per avere una visione a 360° della serie consiglio entrambi, proprio perché la serie è bellissima sia animata sia a fumetti e permette, sia da una parte e sia da l'altra, di scoprire lati diversi e allo stesso tempo somiglianti tra le due versioni.
"Capitan Harlock" è una serie immortale, che a distanza di trent'anni riesce a rimanere attuale e apprezzabile (specialmente per i più grandi che apprezzano l'animazione noir), fonte di interessanti spunti sulla realtà che ci circonda, sulla società, sui principi e sui valori, rappresentati in questo titolo in maniera stupenda.