Recensione
Kiki consegne a domicilio
9.0/10
Ho deciso di recensire "Kiki's Delivery Service" per rendere un po' di giustizia a questo film, spesso etichettato frettolosamente come un'opera minore del maestro Miyazaki.
Si tratta certo di un lungometraggio senz'altro meno maestoso dei suoi "fratelli". Non ci sono mondi fantastici o bizzarre creature. L'unico elemento di fantasia è rappresentato dalla protagonista, nei panni di una streghetta alle prime armi che, giunta al compimento del tredicesimo anno di età, si ritrova a dover compiere una sorta di rito d'iniziazione: andarsene da casa e vivere per un anno in una città a sua scelta. Un tema che ritroveremo anche ne "La Città Incantata", quello dell'abbandono della protezione familiare a favore di una personalità da sviluppare, per poter affrontare da soli il mondo che è "al di fuori".
Il film è una deliziosa rappresentazione della maturità crescente che caratterizza il passaggio dall'infanzia all'età adulta. Questo processo naturale porta con sé un inestimabile bagaglio di esperienze umane, fatto di incontri e amori, che diventano parte integrante dell'individuo, nel bene e nel male. Per realizzare questo però è necessario accettare che non tutto andrà come si era programmato, forse quasi niente; si devono mettere in conto le deviazioni di percorso, che spesso e volentieri portano a un inaspettato e meraviglioso epilogo.
Ovviamente tra l'incipt e il finale corre molta fatica. Una fatica non tanto fisica quanto abitudinaria. Perché Kiki è sì una strega, ma per vivere anche lei deve lavorare. E come poter sfruttare la capacità di spostarsi in breve tempo da un posto all'altro volando, se non svolgendo consegne a domicilio? Prendendo due piccioni con una fava, Kiki trova lavoro e alloggio presso una panetteria, piena di ogni ben di Dio. Inutile dire che ho apprezzato particolarmente quell'ambientazione.
A fare da sfondo alle vicende di Kiki è uno stupendo affresco del centro abitato, che con le sue pittoresche costruzioni e gli affusolati campanili rievoca le nordiche città europee, con quell'aggiunta di personalizzazione miyazakiana che conferisce un'aura fiabesca a qualsiasi cosa tocchi. Per realizzare questo film Miyazaki e il suo staff partirono per la Svezia, traendo spunto dagli squarci di Stoccolma e Visby, che inserirono nell'anime assieme a vari elementi di altre città europee. Una gioia per gli occhi, quindi, ben si sposa con quell'emotività semplice e immediata che "Kiki consegne a domicilio" trasmette; un'emotività pura ed elementare, buona per ogni età e ogni epoca.
Fatevi dunque rapire da questa deliziosa "opera minore" che vi stregherà il cuore, lasciandovi a fine visione con un caldo e materno abbraccio.
Si tratta certo di un lungometraggio senz'altro meno maestoso dei suoi "fratelli". Non ci sono mondi fantastici o bizzarre creature. L'unico elemento di fantasia è rappresentato dalla protagonista, nei panni di una streghetta alle prime armi che, giunta al compimento del tredicesimo anno di età, si ritrova a dover compiere una sorta di rito d'iniziazione: andarsene da casa e vivere per un anno in una città a sua scelta. Un tema che ritroveremo anche ne "La Città Incantata", quello dell'abbandono della protezione familiare a favore di una personalità da sviluppare, per poter affrontare da soli il mondo che è "al di fuori".
Il film è una deliziosa rappresentazione della maturità crescente che caratterizza il passaggio dall'infanzia all'età adulta. Questo processo naturale porta con sé un inestimabile bagaglio di esperienze umane, fatto di incontri e amori, che diventano parte integrante dell'individuo, nel bene e nel male. Per realizzare questo però è necessario accettare che non tutto andrà come si era programmato, forse quasi niente; si devono mettere in conto le deviazioni di percorso, che spesso e volentieri portano a un inaspettato e meraviglioso epilogo.
Ovviamente tra l'incipt e il finale corre molta fatica. Una fatica non tanto fisica quanto abitudinaria. Perché Kiki è sì una strega, ma per vivere anche lei deve lavorare. E come poter sfruttare la capacità di spostarsi in breve tempo da un posto all'altro volando, se non svolgendo consegne a domicilio? Prendendo due piccioni con una fava, Kiki trova lavoro e alloggio presso una panetteria, piena di ogni ben di Dio. Inutile dire che ho apprezzato particolarmente quell'ambientazione.
A fare da sfondo alle vicende di Kiki è uno stupendo affresco del centro abitato, che con le sue pittoresche costruzioni e gli affusolati campanili rievoca le nordiche città europee, con quell'aggiunta di personalizzazione miyazakiana che conferisce un'aura fiabesca a qualsiasi cosa tocchi. Per realizzare questo film Miyazaki e il suo staff partirono per la Svezia, traendo spunto dagli squarci di Stoccolma e Visby, che inserirono nell'anime assieme a vari elementi di altre città europee. Una gioia per gli occhi, quindi, ben si sposa con quell'emotività semplice e immediata che "Kiki consegne a domicilio" trasmette; un'emotività pura ed elementare, buona per ogni età e ogni epoca.
Fatevi dunque rapire da questa deliziosa "opera minore" che vi stregherà il cuore, lasciandovi a fine visione con un caldo e materno abbraccio.