Recensione
Fate/Zero
8.0/10
Premetto che la trasposizione in serie animata della visual novel "Fate/Stay Night" non è andata incontro al mio gradimento, ma riservo un parere decisamente positivo per questo prequel fedelmente tratto dalla light novel originale.
Fate/Zero si presenta più maturo, interessante, e va a colmare tutte le mancanze dell'anime che gli fa da sequel, mostrando finalmente la Guerra del Graal per ciò che dovrebbe realmente essere: una lotta spietata in cui i partecipanti, quasi esclusivamente adulti in questo caso, ricorrono a stratagemmi, inganni e alleanze fittizie pur di vedere il loro sogno diventare realtà.
I concorrenti di questa quarta Guerra, fatta eccezione per un paio di loro, sono esperti, talentuosi, e sanno come rendere la vita difficile ai propri avversari, senza troppo timore di coinvolgere anche i civili se la situazione lo richiede. Gli scontri abbandonano lo stile prettamente shounen - caratterizzato esclusivamente da azione frenetica, continua e che a volte, "purtroppo" aggiungerei, sa di nonsense - andando felicemente incontro a qualcosa di più tattico e ragionato, ma comunque d'effetto e ben realizzato.
Questa rivisitazione non influenza solo le scene d'azione, ma va a toccare l'anime nel suo complesso, mostrando spesso episodi alquanto discorsivi, emblematico il primo, che vanno a delineare il mondo di "Fate/Zero", le fredde meccaniche della Guerra, i personaggi e le loro motivazioni. Note positive e non poi comuni, ma limitative, poiché potrebbero tediare o creare disappunto in coloro che si aspettavano, e volevano, un anime caratterizzato da scontri e azione in dosi massicce.
Per tale motivo è più indicato vedere questi primi tredici episodi una volta usciti, ovvero senza l'attesa settimanale. Questo prequel riserverà comunque delle scene maggiormente action nella sua seconda parte, cominciata ad Aprile 2012, che fortunatamente non dovrebbero abbandonare le caratteristiche prima elencate e che non si ridurranno a una sfilza di semplici scontri "uno contro uno".
Per quanto mi riguarda, "Fate/Zero" riesce quindi a convincere anche dove i personaggi, siano essi Masters o Servants, dell'anime di "Fate/Stay Night" risultavano deludenti: i personaggi sono ora delineati, chi più chi meno naturalmente, ma soprattutto sono congeniali ai loro ruoli e meglio affiancabili alla loro eroica controparte. Potrei citare a riguardo Waver e Rider, o le menti malate di Caster e Ryunosuke. Prendendo semplicemente in considerazione questi ultimi due personaggi: il primo non è che un Gilles de Rais, figura realmente esistita, che di fatto dà ragione alle storiche accuse lanciategli in vita, affiancato dal secondo, che ricalca a grandi linee un famoso serial killer giapponese, Sakakibara Seito. Una breve lettura alla vita di questi due personaggi denota, oltre a un'affinità reciproca, delle ricerche storiche di fondo, estendibili a più Servants, che si presentano fin dal primo episodio in cui Tokiomi ricorre a un'antica pelle di serpente per evocare Gilgamesh.
Tutti hanno una caratterizzazione più credibile, consona ed eterogenea. Non ho invece riscontrato lo stesso nella stra-maggioranza dei personaggi presentati nell'anime di F/SN, dove alcuni sembravano anche "fuori luogo", esemplificando: per tipologia di combattimento et similia, Rider sembrava il vero Assassin Servant, mentre quest'ultimo pareva un anonimo Saber Servant in abiti giapponesi.
Ottimo il comparto tecnico, una realizzazione invidiabile che fa un uso altrettanto buono della computer grafica, quando presente, e si avvale di una vasta gamma di colori; a tal proposito menzionerei la fantastica resa della città di Fuyuki nell'episodio 10, mostrata nottetempo. Se dovessi andare a trovare delle note dolenti comincerei sicuramente con l'episodio 11, segnato da una resa tecnica che ha niente a che spartire con gli standard dell'anime. Passerei poi all'episodio 9, che seppur molto lontano da quello appena menzionato presenta ogni tanto delle "anomalie" nell'anatomia di alcuni personaggi (o forse solo in quella di Lancer?), e concluderei con la staticità un po' marcata del primo episodio, senz'altro dovuta alla sua durata. Fatta eccezione per l'undicesimo episodio e qualche sottigliezza, la realizzazione tecnica dell'anime è ottima.
Belle le musiche, principalmente votate a toni epici, ma che si sposano anche con quelli più moderni, senza però andare a stonare nel contesto, visto il connubio fra moderno e antico ch'è proprio del mondo di Fate. Infine, come ultima nota di merito: niente fanservice, non una traccia.
Dopo l'anime di "Fate/Stay Night", questo prequel è stato una piacevole sorpresa. Chi, come me, è rimasto deluso dal sequel dovrebbe comunque darci un'occhiata, perché potrebbe rimanere colpito in positivo, mentre la visione è indubbiamente doverosa per tutti coloro che hanno apprezzato l'anime di F/SN.
Non sono solito giudicare un anime prima che questo termini, soprattutto quando si parla più di una pausa di trasmissione che di un vero rimando a una prossima stagione (l'episodio uscito ad Aprile viene infatti ufficialmente presentato da NicoVideo come il #14, come precedentemente annunciato dal portale nipponico), quindi il mio è da considerarsi un "voto in corsa" per la serie "Fate/Zero".
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
La prima parte di 'Fate/Zero' è spesso contrassegnata da episodi molto discorsivi e verbosi, qualvolta non molto accattivanti quanto leggermente ripetitivi e ridondanti in alcuni frangenti. Queste sequenze vanno comunque a delineare personalità, indole e approccio usato nella Guerra da Master e Servant; ostentano così a loro modo una certa utilità. Scelta forse spinta, ma sicuramente influenzata, anche dal dovere presentare in breve tempo un numero considerevole di personaggi e seguirli tutti alquanto costantemente. Vi sono vari espedienti per catturare l'attenzione di uno spettatore senza ricorrere univocamente a ingenti dosi d'azione, senza ombra di dubbio, ma, nonostante qualche sporadico calo nel ritmo narrativo della prima parte, devo riconoscere che 'Fate/Zero', da questo punto di vista, se l'è comunque cavata meglio di diversi altri anime. E' comunque da evidenziare la saggia scelta di accorpare solide, e anche un po' "pesanti", spiegazioni di base in una longeva prima puntata, votata alla pura introduzione.
In questa seconda parte è stato facile diluire leggermente alcune parti più verbose senza andare incontro a sacrifici sul fronte qualitativo della descrizione, proprio grazie al precedente lavoro introduttivo e descrittivo sensibilmente generoso, seppur non sempre intrigante. Viene così lasciato maggior adito a scene d'azione, spesso d'alta spettacolarità, che reclamano il loro spazio nel climax generale senza scemare in azioni blande e dal dubbio significato, o abbandonando le caratteristiche distintive presenti nella prima parte, anche se a volte sono meno preponderanti. Non vengono infatti dimenticate le motivazioni dei personaggi, ulteriori e doverosi approfondimenti su più fronti, e la quantità di avvenimenti significativi finalizzati a una giusta, quanto necessaria, evoluzione della sceneggiatura. Il ritmo di coinvolgimento e la capacità d'incalzare lo spettatore vengono quindi parzialmente sacrificati nella prima parte della storia, per favorire la seconda. Dopotutto, è preferibile un graduale miglioramento che un buon esordio seguito da un'involuzione progressiva. La differenza fra le due parti non è poi così marcata, fatta eccezione per i primissimi, e anche per qualcuno fra gli ultimi, episodi della seconda parte, il ritmo torna presto a essere quello cadenzato e riflessivo di prima.
Come anticipato, la seconda parte della storia vede un territorio più fecondo per il climax della trama, non tanto perché ospita la sua parte conclusiva, ma perché diventa il centro di una sequela di eventi importanti che la parte iniziale aveva solo tracciato e mostrato nel loro evolversi graduale. Non entro nel dettaglio per non ricadere nello spoiler, benché chi abbia già visionato il sequel avrebbe ben poco da scoprire (o forse proprio niente?). Basti pensare al "naturale" corso che ogni guerra per il Graal è destinata a seguire per capire come, e per quali motivi, questa parte finale abbia un'impronta più drammatica e intensa della prima. D'altro canto, non ci si poteva aspettare qualcosa di così differente da Gen Urobuchi, famoso per riservare almeno un paio di tragici risvolti alle proprie trame, regalando a modo suo del mordente.
Il comparto tecnico di alcuni episodi torna a fregiarsi di una grafica paragonabile a quella di un OAV o di un film. Generalmente le scene in CG si dimostrano nuovamente ben fuse con l'animazione grazie a un'efficace combinazione di effetti luce e filtro anisotropico. Ancora assenza di fanservice, da me accolta con piacere, e presenza di aneddoti con reali riscontri storici o mitici, tra l'altro presenti fin dal primo episodio in cui Tokiomi ricorre ad un'antica pelle di serpente come reliquia per invocare Gilgamesh.
Sebbene non sia molto raro trovare anime che non vantino un livello grafico sempre costante negli episodi, una caratteristica di "Fate/Zero" è quella di sacrificarne un paio a favore dei primi o degli ultimi, lasciando però una differenza spesso marcata. Non troveremo episodi con un calo grafico come l'undicesimo della prima parte, ma questa volta ne andrà a soffrire quello che forse è uno degli episodi più coinvolgenti della serie, ovvero il penultimo. Arrivati a questo punto, non nego che avrei apprezzato una conclusione realizzata tramite un episodio di maggior lunghezza. Oltre a eludere una grande disparità grafica, si sarebbe evitato di riservare un epilogo fin troppo vuoto, che mal si adatta a riempire un'intera puntata, soprattutto quando quello precedente si conclude dando l'impressione di avere ancora altro da mostrare. Un'altra pecca sono i tagli: alcune scene, o sarebbe meglio dire "uscite di scena", danno l'impressione di scorrere un po' troppo rapidamente sotto gli occhi dello spettatore. Sequenze inedite verranno però introdotte nella versione blue-ray dell'anime che sarà messa in vendita, seppur non possa dire già da ora quanto cambierà alla fine dei conti. Non sarà l'unico anime a rientrare in questo insieme, ma la politica dei tagli da ritrovare solo nel prodotto acquistato in seguito non è di mio gradimento.
Tirando le somme, la seconda parte di 'Fate/Zero' porta con sé sia pregi sia difetti, anche se non esattamente gli stessi della prima, e io riconfermo il mio voto precedente.
Fate/Zero si presenta più maturo, interessante, e va a colmare tutte le mancanze dell'anime che gli fa da sequel, mostrando finalmente la Guerra del Graal per ciò che dovrebbe realmente essere: una lotta spietata in cui i partecipanti, quasi esclusivamente adulti in questo caso, ricorrono a stratagemmi, inganni e alleanze fittizie pur di vedere il loro sogno diventare realtà.
I concorrenti di questa quarta Guerra, fatta eccezione per un paio di loro, sono esperti, talentuosi, e sanno come rendere la vita difficile ai propri avversari, senza troppo timore di coinvolgere anche i civili se la situazione lo richiede. Gli scontri abbandonano lo stile prettamente shounen - caratterizzato esclusivamente da azione frenetica, continua e che a volte, "purtroppo" aggiungerei, sa di nonsense - andando felicemente incontro a qualcosa di più tattico e ragionato, ma comunque d'effetto e ben realizzato.
Questa rivisitazione non influenza solo le scene d'azione, ma va a toccare l'anime nel suo complesso, mostrando spesso episodi alquanto discorsivi, emblematico il primo, che vanno a delineare il mondo di "Fate/Zero", le fredde meccaniche della Guerra, i personaggi e le loro motivazioni. Note positive e non poi comuni, ma limitative, poiché potrebbero tediare o creare disappunto in coloro che si aspettavano, e volevano, un anime caratterizzato da scontri e azione in dosi massicce.
Per tale motivo è più indicato vedere questi primi tredici episodi una volta usciti, ovvero senza l'attesa settimanale. Questo prequel riserverà comunque delle scene maggiormente action nella sua seconda parte, cominciata ad Aprile 2012, che fortunatamente non dovrebbero abbandonare le caratteristiche prima elencate e che non si ridurranno a una sfilza di semplici scontri "uno contro uno".
Per quanto mi riguarda, "Fate/Zero" riesce quindi a convincere anche dove i personaggi, siano essi Masters o Servants, dell'anime di "Fate/Stay Night" risultavano deludenti: i personaggi sono ora delineati, chi più chi meno naturalmente, ma soprattutto sono congeniali ai loro ruoli e meglio affiancabili alla loro eroica controparte. Potrei citare a riguardo Waver e Rider, o le menti malate di Caster e Ryunosuke. Prendendo semplicemente in considerazione questi ultimi due personaggi: il primo non è che un Gilles de Rais, figura realmente esistita, che di fatto dà ragione alle storiche accuse lanciategli in vita, affiancato dal secondo, che ricalca a grandi linee un famoso serial killer giapponese, Sakakibara Seito. Una breve lettura alla vita di questi due personaggi denota, oltre a un'affinità reciproca, delle ricerche storiche di fondo, estendibili a più Servants, che si presentano fin dal primo episodio in cui Tokiomi ricorre a un'antica pelle di serpente per evocare Gilgamesh.
Tutti hanno una caratterizzazione più credibile, consona ed eterogenea. Non ho invece riscontrato lo stesso nella stra-maggioranza dei personaggi presentati nell'anime di F/SN, dove alcuni sembravano anche "fuori luogo", esemplificando: per tipologia di combattimento et similia, Rider sembrava il vero Assassin Servant, mentre quest'ultimo pareva un anonimo Saber Servant in abiti giapponesi.
Ottimo il comparto tecnico, una realizzazione invidiabile che fa un uso altrettanto buono della computer grafica, quando presente, e si avvale di una vasta gamma di colori; a tal proposito menzionerei la fantastica resa della città di Fuyuki nell'episodio 10, mostrata nottetempo. Se dovessi andare a trovare delle note dolenti comincerei sicuramente con l'episodio 11, segnato da una resa tecnica che ha niente a che spartire con gli standard dell'anime. Passerei poi all'episodio 9, che seppur molto lontano da quello appena menzionato presenta ogni tanto delle "anomalie" nell'anatomia di alcuni personaggi (o forse solo in quella di Lancer?), e concluderei con la staticità un po' marcata del primo episodio, senz'altro dovuta alla sua durata. Fatta eccezione per l'undicesimo episodio e qualche sottigliezza, la realizzazione tecnica dell'anime è ottima.
Belle le musiche, principalmente votate a toni epici, ma che si sposano anche con quelli più moderni, senza però andare a stonare nel contesto, visto il connubio fra moderno e antico ch'è proprio del mondo di Fate. Infine, come ultima nota di merito: niente fanservice, non una traccia.
Dopo l'anime di "Fate/Stay Night", questo prequel è stato una piacevole sorpresa. Chi, come me, è rimasto deluso dal sequel dovrebbe comunque darci un'occhiata, perché potrebbe rimanere colpito in positivo, mentre la visione è indubbiamente doverosa per tutti coloro che hanno apprezzato l'anime di F/SN.
Non sono solito giudicare un anime prima che questo termini, soprattutto quando si parla più di una pausa di trasmissione che di un vero rimando a una prossima stagione (l'episodio uscito ad Aprile viene infatti ufficialmente presentato da NicoVideo come il #14, come precedentemente annunciato dal portale nipponico), quindi il mio è da considerarsi un "voto in corsa" per la serie "Fate/Zero".
Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 14 all'episodio 25. Potrebbe contenere spoiler
La prima parte di 'Fate/Zero' è spesso contrassegnata da episodi molto discorsivi e verbosi, qualvolta non molto accattivanti quanto leggermente ripetitivi e ridondanti in alcuni frangenti. Queste sequenze vanno comunque a delineare personalità, indole e approccio usato nella Guerra da Master e Servant; ostentano così a loro modo una certa utilità. Scelta forse spinta, ma sicuramente influenzata, anche dal dovere presentare in breve tempo un numero considerevole di personaggi e seguirli tutti alquanto costantemente. Vi sono vari espedienti per catturare l'attenzione di uno spettatore senza ricorrere univocamente a ingenti dosi d'azione, senza ombra di dubbio, ma, nonostante qualche sporadico calo nel ritmo narrativo della prima parte, devo riconoscere che 'Fate/Zero', da questo punto di vista, se l'è comunque cavata meglio di diversi altri anime. E' comunque da evidenziare la saggia scelta di accorpare solide, e anche un po' "pesanti", spiegazioni di base in una longeva prima puntata, votata alla pura introduzione.
In questa seconda parte è stato facile diluire leggermente alcune parti più verbose senza andare incontro a sacrifici sul fronte qualitativo della descrizione, proprio grazie al precedente lavoro introduttivo e descrittivo sensibilmente generoso, seppur non sempre intrigante. Viene così lasciato maggior adito a scene d'azione, spesso d'alta spettacolarità, che reclamano il loro spazio nel climax generale senza scemare in azioni blande e dal dubbio significato, o abbandonando le caratteristiche distintive presenti nella prima parte, anche se a volte sono meno preponderanti. Non vengono infatti dimenticate le motivazioni dei personaggi, ulteriori e doverosi approfondimenti su più fronti, e la quantità di avvenimenti significativi finalizzati a una giusta, quanto necessaria, evoluzione della sceneggiatura. Il ritmo di coinvolgimento e la capacità d'incalzare lo spettatore vengono quindi parzialmente sacrificati nella prima parte della storia, per favorire la seconda. Dopotutto, è preferibile un graduale miglioramento che un buon esordio seguito da un'involuzione progressiva. La differenza fra le due parti non è poi così marcata, fatta eccezione per i primissimi, e anche per qualcuno fra gli ultimi, episodi della seconda parte, il ritmo torna presto a essere quello cadenzato e riflessivo di prima.
Come anticipato, la seconda parte della storia vede un territorio più fecondo per il climax della trama, non tanto perché ospita la sua parte conclusiva, ma perché diventa il centro di una sequela di eventi importanti che la parte iniziale aveva solo tracciato e mostrato nel loro evolversi graduale. Non entro nel dettaglio per non ricadere nello spoiler, benché chi abbia già visionato il sequel avrebbe ben poco da scoprire (o forse proprio niente?). Basti pensare al "naturale" corso che ogni guerra per il Graal è destinata a seguire per capire come, e per quali motivi, questa parte finale abbia un'impronta più drammatica e intensa della prima. D'altro canto, non ci si poteva aspettare qualcosa di così differente da Gen Urobuchi, famoso per riservare almeno un paio di tragici risvolti alle proprie trame, regalando a modo suo del mordente.
Il comparto tecnico di alcuni episodi torna a fregiarsi di una grafica paragonabile a quella di un OAV o di un film. Generalmente le scene in CG si dimostrano nuovamente ben fuse con l'animazione grazie a un'efficace combinazione di effetti luce e filtro anisotropico. Ancora assenza di fanservice, da me accolta con piacere, e presenza di aneddoti con reali riscontri storici o mitici, tra l'altro presenti fin dal primo episodio in cui Tokiomi ricorre ad un'antica pelle di serpente come reliquia per invocare Gilgamesh.
Sebbene non sia molto raro trovare anime che non vantino un livello grafico sempre costante negli episodi, una caratteristica di "Fate/Zero" è quella di sacrificarne un paio a favore dei primi o degli ultimi, lasciando però una differenza spesso marcata. Non troveremo episodi con un calo grafico come l'undicesimo della prima parte, ma questa volta ne andrà a soffrire quello che forse è uno degli episodi più coinvolgenti della serie, ovvero il penultimo. Arrivati a questo punto, non nego che avrei apprezzato una conclusione realizzata tramite un episodio di maggior lunghezza. Oltre a eludere una grande disparità grafica, si sarebbe evitato di riservare un epilogo fin troppo vuoto, che mal si adatta a riempire un'intera puntata, soprattutto quando quello precedente si conclude dando l'impressione di avere ancora altro da mostrare. Un'altra pecca sono i tagli: alcune scene, o sarebbe meglio dire "uscite di scena", danno l'impressione di scorrere un po' troppo rapidamente sotto gli occhi dello spettatore. Sequenze inedite verranno però introdotte nella versione blue-ray dell'anime che sarà messa in vendita, seppur non possa dire già da ora quanto cambierà alla fine dei conti. Non sarà l'unico anime a rientrare in questo insieme, ma la politica dei tagli da ritrovare solo nel prodotto acquistato in seguito non è di mio gradimento.
Tirando le somme, la seconda parte di 'Fate/Zero' porta con sé sia pregi sia difetti, anche se non esattamente gli stessi della prima, e io riconfermo il mio voto precedente.