Recensione
Recensione di deathmetalsoul
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Nel 2012, a distanza di 27 anni, si decide di realizzare una nuova serie in 13 episodi dedicata al ladro più famoso di tutti i tempi: trattasi di "Lupin the Third - Mine Fujiko to iu onna".
Un progetto molto coraggioso, poiché raccogliere l'eredità di una delle serie animate più famose di sempre non è facile, ma dal cast di realizzazione, tra cui spicca il nome di Dai Sato, si può capire che l'intento è molto serio. Infatti la serie parte come meglio non si può: regia, character design, animazioni e sonoro ti catturano subito, e ti portano in quelle atmosfere proprie di ogni Lupin, tuttavia man mano che gli episodi proseguono, si perde quello spirito iniziale, e l'anime scade in episodi più noiosi e troppo poco movimentati per appartenere a questo nome; inoltre a volte si cerca di implementare qualche componente psicologica che proprio stona con il resto.
L'anime è incentrato su Fujiko al tempo dei primi incontri con il ladro gentiluomo, e tramite qualche peripezia ci spiega qualcosa sul suo passato, fatti che nelle serie precedenti non erano mai stati toccati.
I personaggi non sono quelli che ricordiamo dai vecchi episodi: non avendo mai letto il manga di Monkey Punch, non posso dire se questi del 2012 siano più somiglianti a quelli disegnati originalmente, sta di fatto che rispetto alle vecchie serie, tutti sono cambiati radicalmente e non si avvicinano minimamente a quel gruppo affiatato che è rimasto nella storia. Inoltre, oltre a comparire tutti insieme solo negli ultimissimi episodi, non vi sono nemmeno quelle grandi collaborazioni del leggendario trio Lupin, Jigen, Goemon, che con le loro gesta ci hanno mostrato molte avventure indimenticabili tra serie e film.
Nemmeno il finale è riuscito a soddisfarmi pienamente: quello che è il finale della serie sembra infatti quello di un normalissimo episodio, con le vicende conclusive di alcuni personaggi nemmeno mostrate, anche se bisogna dire che esso ci dà comunque un quadro generale del passato della sensuale ladra.
Ciò che risolleva il tutto è proprio una componente tecnica invidiabile, che riesce il più delle volte a dare un senso anche a scene più stupide.
Consiglio la serie a tutti coloro che conoscono i precedenti lavori: avvicinarsi a Lupin con questo nuovo del 2012 potrebbe darvi anche una cattiva impressione che gli storici personaggi di Monkey Punch non meritano.
Un progetto molto coraggioso, poiché raccogliere l'eredità di una delle serie animate più famose di sempre non è facile, ma dal cast di realizzazione, tra cui spicca il nome di Dai Sato, si può capire che l'intento è molto serio. Infatti la serie parte come meglio non si può: regia, character design, animazioni e sonoro ti catturano subito, e ti portano in quelle atmosfere proprie di ogni Lupin, tuttavia man mano che gli episodi proseguono, si perde quello spirito iniziale, e l'anime scade in episodi più noiosi e troppo poco movimentati per appartenere a questo nome; inoltre a volte si cerca di implementare qualche componente psicologica che proprio stona con il resto.
L'anime è incentrato su Fujiko al tempo dei primi incontri con il ladro gentiluomo, e tramite qualche peripezia ci spiega qualcosa sul suo passato, fatti che nelle serie precedenti non erano mai stati toccati.
I personaggi non sono quelli che ricordiamo dai vecchi episodi: non avendo mai letto il manga di Monkey Punch, non posso dire se questi del 2012 siano più somiglianti a quelli disegnati originalmente, sta di fatto che rispetto alle vecchie serie, tutti sono cambiati radicalmente e non si avvicinano minimamente a quel gruppo affiatato che è rimasto nella storia. Inoltre, oltre a comparire tutti insieme solo negli ultimissimi episodi, non vi sono nemmeno quelle grandi collaborazioni del leggendario trio Lupin, Jigen, Goemon, che con le loro gesta ci hanno mostrato molte avventure indimenticabili tra serie e film.
Nemmeno il finale è riuscito a soddisfarmi pienamente: quello che è il finale della serie sembra infatti quello di un normalissimo episodio, con le vicende conclusive di alcuni personaggi nemmeno mostrate, anche se bisogna dire che esso ci dà comunque un quadro generale del passato della sensuale ladra.
Ciò che risolleva il tutto è proprio una componente tecnica invidiabile, che riesce il più delle volte a dare un senso anche a scene più stupide.
Consiglio la serie a tutti coloro che conoscono i precedenti lavori: avvicinarsi a Lupin con questo nuovo del 2012 potrebbe darvi anche una cattiva impressione che gli storici personaggi di Monkey Punch non meritano.