Recensione
Recensione di The Narutimate Hero
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Cos'è l'impossibile? Il dizionario, nel trovare una soluzione a questo quesito, non ci aiuta, visto che ci dice che l'impossibile è semplicemente "qualcosa che non è possibile, che non può accadere"; "eggrazie".
Quindi, l'unico modo per capirlo è trovare la risposta in noi stessi, è impossibile qualcosa che non si può fare, giusto? E cosa non si può fare, qual è il limite delle possibilità umane? E soprattutto, esiste un limite del genere? Se lo chiedete a Kamina, oltre ad andare in semi-catalessi per un ragionamento così contorto, quest'epico ragazzo vi risponderà che l'impossibile è la linea di demarcazione della volontà di un uomo; dove quella volontà finisce, lì inizia l'impossibile, e se la volontà e la fiducia in sé stesso di un uomo sono sconfinate, allora per lui l'impossibile non sarà altro che un concetto inesistente, e potrà, con la sua anima bruciante, arrivare a trivellare il cielo.
"Tengen Toppa Gurren Lagann" è un anime, ma prima ancora è un concetto astratto a cui vengono dati nome, forma e contesto, come le palline con la neve dentro; Gurren Lagann ingabbia, immagazzina e concentra i concetti di forza di volontà, di forza d'animo, di crescita, di gioventù, di epicità chiassosa, esagerata e, sì, un po' (un po' tanto) tamarra, scatenata, senza confini, nemmeno il cielo, a tutta birra verso l'azione, senza guardarsi indietro, senza timore, fiduciosi di sé stessi, per poter prendere in mano le redini del domani e domarlo a seconda della nostra volontà.
Un po' timoroso e poco fiducioso verso il domani è, invece, il protagonista Simon, ritrovatosi in mezzo a una guerra per la difesa dell'umanità senza nemmeno volerlo, trascinato dal suo "fratellone" Kamina, sicuro che il ragazzo sia un grande, sotto sotto, e completamente fiducioso delle sue capacità. E' proprio sulla presa di fiducia delle capacità di Simon che ruota tutta la trama di Gurren Lagann, e intorno a lui e a Kamina si raduneranno sempre più personaggi, rapiti dal carisma del secondo e dalle abilità del primo, per andare a formare a poco a poco un vero e proprio esercito che si lancerà contro qualsiasi nemico minaccerà la pace dell'umanità.
In quanto apologia sulla crescita (tra le altre cose), non potranno mancare evoluzioni amorose all'interno della trama, così come tragiche morti perché, per poter scavare la strada verso il domani alle nuove generazioni, è necessario che alcuni eroi sacrifichino la loro vita nel nome di qualcosa di più grande e splendente.
Ma se Gurren Lagann sprizza personalità da ogni poro è anche grazie alla realizzazione tecnica: "sorvolando" sulla grandissima qualità delle animazioni, il chara design e lo stile registico della serie aggiungono potenza tamarra a potenza tamarra, rendendo il tutto ancor più un enorme "giocattolone chiassoso" ricco di scelte d'inquadratura e di resa delle scene che passano dall'onirico alla street art nel giro di pochi secondi, con un effetto perennemente accattivante e senza particolari cadute qualitative nel corso dei 27 episodi di cui si compone la serie.
Parlando di chara design, non si può sorvolare sulla grande varietà di personaggi, animali stranissimi e buffi e robottoni minacciosi che si alterneranno sulla scena: pare davvero che i creativi dello studio Gainax si siano sbizzarriti alla grande nel cercare di creare un mondo pieno di più "estremità di design" possibili e immaginabili, tra pallini di pelo rosa, belle ragazze (tante, ma proprio tante), omoni, armadilli antropomorfi, mecha a forma di testa o a forma di uomo/nave, ippopotami a grappolo e chi più ne ha più ne metta. A una grande fantasia visiva viene accompagnata una memorabile colonna sonora, seriosa e sbruffona compagna d'epicità delle azioni di Simon e Kamina, che passa dal rap al sinfonico, dal rock al jpop, raggiungendo il massimo negli scontri decisivi, portando lo spettatore a palpitare insieme ai suoi eroi che, raccolta tutta la loro bruciante forza d'animo, si lanceranno per l'assalto finale con spettacolari sequenze visive sempre al limite dell'esagerazione.
Al di là della celeberrima "Libera Me" From Hell, che ci si ritroverà inevitabilmente a canticchiare gasati dopo la visione dell'opera, le insert song vere e proprie sono numerose, in proporzione alla lunghezza della serie, particolarmente ridotta, rendendo spesso e volentieri il tutto come un delirante videoclip narrato egregiamente in ogni suo aspetto.
Il doppiaggio italiano, di matrice principalmente romana, vede Gabriele Patriarca (già Shu in "Blue Dragon") nel ruolo del giovane Simon, Vittorio Guerrieri (Jacky Bryant in "Virtua Fighter") vestire i panni di Kamina e Valentina Favazza (già Risa in "Lovely Complex") nei pochissimi panni della bella Yoko, vantando inoltre, nei vari comprimari, voci ben note come Davide Lepore, Fabio Boccanera, Nino Prester e Davide Perino. La recitazione è eccellente, contribuendo a immergere ancor di più lo spettatore nelle rumorose, drammatiche, pazze avventure dell'armata Gurren, con Guerrieri in testa che si cala perfettamente nel pazzo "motivatore" Kamina.
Anche sul lato giapponese, però, il doppiaggio non scherza, vedendo il trio di protagonisti doppiato da voci affermatissime come Katsuyuki Konishi (Kamina), Tetsuya Kakihara (Simon) e Marina Inoue (Yoko).
Insomma, come il significato della parola "impossibile" non può essere trovato senza far uso di ragione e sentimento combinati, allo stesso modo Gurren Lagann è stato realizzato con un sapiente uso combinato di pura potenza tecnica e fantasia imperante, per portare lo spettatore a chiedersi "qual è il mio limite?", "mi va bene, ch'io sia così limitato?", "fin dove voglio arrivare, e ne vale la pena?", lanciandolo con entusiasmo in una sorta di grande, commovente, divertente, esagerato incoraggiamento sopra le righe, dove tutto è semplicemente una staccionata da saltare: i nemici, le avversità, il dolore, persino il tempo e lo spazio, senza limiti, senza la paura di eccedere, a tutta forza nella gioventù, come se ogni ostacolo della vita possa essere sorpassato con un ghigno beffardo, gonfiandosi il cuore con lo stesso spirito dell'armata Gurren, senza timori, senza rimorsi, senza pensare "non posso". Perché avere questo genere di pensieri è davvero l'unico modo sicuro per non farcela.
Gurren Lagann è un'opera adatta a chiunque, sia a chi vive la sua vita mantenendo la sua forza d'animo sempre alta, perché qui si sentirà a casa, sia a chi è più timoroso e incerto, perché troverà nelle vicende di Kamina, Simon e soci una sorta di efficace tifoseria per crescere e affrontare l'esistenza con molta, molta più grinta.
Per rispondere alla domanda in apertura, dunque, cos'è l'impossibile? Semplice: l'impossibile è quel limite che ci poniamo noi stessi, quando smettiamo di credere nelle nostre capacità, perciò, con l'impegno, con il tempo, con il coraggio, l'impossibile si piegherà ai nostri cuori brucianti, se ne varrà davvero la pena, e se saremo abbastanza forti da lottare fino alla fine.
Quindi, l'unico modo per capirlo è trovare la risposta in noi stessi, è impossibile qualcosa che non si può fare, giusto? E cosa non si può fare, qual è il limite delle possibilità umane? E soprattutto, esiste un limite del genere? Se lo chiedete a Kamina, oltre ad andare in semi-catalessi per un ragionamento così contorto, quest'epico ragazzo vi risponderà che l'impossibile è la linea di demarcazione della volontà di un uomo; dove quella volontà finisce, lì inizia l'impossibile, e se la volontà e la fiducia in sé stesso di un uomo sono sconfinate, allora per lui l'impossibile non sarà altro che un concetto inesistente, e potrà, con la sua anima bruciante, arrivare a trivellare il cielo.
"Tengen Toppa Gurren Lagann" è un anime, ma prima ancora è un concetto astratto a cui vengono dati nome, forma e contesto, come le palline con la neve dentro; Gurren Lagann ingabbia, immagazzina e concentra i concetti di forza di volontà, di forza d'animo, di crescita, di gioventù, di epicità chiassosa, esagerata e, sì, un po' (un po' tanto) tamarra, scatenata, senza confini, nemmeno il cielo, a tutta birra verso l'azione, senza guardarsi indietro, senza timore, fiduciosi di sé stessi, per poter prendere in mano le redini del domani e domarlo a seconda della nostra volontà.
Un po' timoroso e poco fiducioso verso il domani è, invece, il protagonista Simon, ritrovatosi in mezzo a una guerra per la difesa dell'umanità senza nemmeno volerlo, trascinato dal suo "fratellone" Kamina, sicuro che il ragazzo sia un grande, sotto sotto, e completamente fiducioso delle sue capacità. E' proprio sulla presa di fiducia delle capacità di Simon che ruota tutta la trama di Gurren Lagann, e intorno a lui e a Kamina si raduneranno sempre più personaggi, rapiti dal carisma del secondo e dalle abilità del primo, per andare a formare a poco a poco un vero e proprio esercito che si lancerà contro qualsiasi nemico minaccerà la pace dell'umanità.
In quanto apologia sulla crescita (tra le altre cose), non potranno mancare evoluzioni amorose all'interno della trama, così come tragiche morti perché, per poter scavare la strada verso il domani alle nuove generazioni, è necessario che alcuni eroi sacrifichino la loro vita nel nome di qualcosa di più grande e splendente.
Ma se Gurren Lagann sprizza personalità da ogni poro è anche grazie alla realizzazione tecnica: "sorvolando" sulla grandissima qualità delle animazioni, il chara design e lo stile registico della serie aggiungono potenza tamarra a potenza tamarra, rendendo il tutto ancor più un enorme "giocattolone chiassoso" ricco di scelte d'inquadratura e di resa delle scene che passano dall'onirico alla street art nel giro di pochi secondi, con un effetto perennemente accattivante e senza particolari cadute qualitative nel corso dei 27 episodi di cui si compone la serie.
Parlando di chara design, non si può sorvolare sulla grande varietà di personaggi, animali stranissimi e buffi e robottoni minacciosi che si alterneranno sulla scena: pare davvero che i creativi dello studio Gainax si siano sbizzarriti alla grande nel cercare di creare un mondo pieno di più "estremità di design" possibili e immaginabili, tra pallini di pelo rosa, belle ragazze (tante, ma proprio tante), omoni, armadilli antropomorfi, mecha a forma di testa o a forma di uomo/nave, ippopotami a grappolo e chi più ne ha più ne metta. A una grande fantasia visiva viene accompagnata una memorabile colonna sonora, seriosa e sbruffona compagna d'epicità delle azioni di Simon e Kamina, che passa dal rap al sinfonico, dal rock al jpop, raggiungendo il massimo negli scontri decisivi, portando lo spettatore a palpitare insieme ai suoi eroi che, raccolta tutta la loro bruciante forza d'animo, si lanceranno per l'assalto finale con spettacolari sequenze visive sempre al limite dell'esagerazione.
Al di là della celeberrima "Libera Me" From Hell, che ci si ritroverà inevitabilmente a canticchiare gasati dopo la visione dell'opera, le insert song vere e proprie sono numerose, in proporzione alla lunghezza della serie, particolarmente ridotta, rendendo spesso e volentieri il tutto come un delirante videoclip narrato egregiamente in ogni suo aspetto.
Il doppiaggio italiano, di matrice principalmente romana, vede Gabriele Patriarca (già Shu in "Blue Dragon") nel ruolo del giovane Simon, Vittorio Guerrieri (Jacky Bryant in "Virtua Fighter") vestire i panni di Kamina e Valentina Favazza (già Risa in "Lovely Complex") nei pochissimi panni della bella Yoko, vantando inoltre, nei vari comprimari, voci ben note come Davide Lepore, Fabio Boccanera, Nino Prester e Davide Perino. La recitazione è eccellente, contribuendo a immergere ancor di più lo spettatore nelle rumorose, drammatiche, pazze avventure dell'armata Gurren, con Guerrieri in testa che si cala perfettamente nel pazzo "motivatore" Kamina.
Anche sul lato giapponese, però, il doppiaggio non scherza, vedendo il trio di protagonisti doppiato da voci affermatissime come Katsuyuki Konishi (Kamina), Tetsuya Kakihara (Simon) e Marina Inoue (Yoko).
Insomma, come il significato della parola "impossibile" non può essere trovato senza far uso di ragione e sentimento combinati, allo stesso modo Gurren Lagann è stato realizzato con un sapiente uso combinato di pura potenza tecnica e fantasia imperante, per portare lo spettatore a chiedersi "qual è il mio limite?", "mi va bene, ch'io sia così limitato?", "fin dove voglio arrivare, e ne vale la pena?", lanciandolo con entusiasmo in una sorta di grande, commovente, divertente, esagerato incoraggiamento sopra le righe, dove tutto è semplicemente una staccionata da saltare: i nemici, le avversità, il dolore, persino il tempo e lo spazio, senza limiti, senza la paura di eccedere, a tutta forza nella gioventù, come se ogni ostacolo della vita possa essere sorpassato con un ghigno beffardo, gonfiandosi il cuore con lo stesso spirito dell'armata Gurren, senza timori, senza rimorsi, senza pensare "non posso". Perché avere questo genere di pensieri è davvero l'unico modo sicuro per non farcela.
Gurren Lagann è un'opera adatta a chiunque, sia a chi vive la sua vita mantenendo la sua forza d'animo sempre alta, perché qui si sentirà a casa, sia a chi è più timoroso e incerto, perché troverà nelle vicende di Kamina, Simon e soci una sorta di efficace tifoseria per crescere e affrontare l'esistenza con molta, molta più grinta.
Per rispondere alla domanda in apertura, dunque, cos'è l'impossibile? Semplice: l'impossibile è quel limite che ci poniamo noi stessi, quando smettiamo di credere nelle nostre capacità, perciò, con l'impegno, con il tempo, con il coraggio, l'impossibile si piegherà ai nostri cuori brucianti, se ne varrà davvero la pena, e se saremo abbastanza forti da lottare fino alla fine.