Recensione
Per quel che mi riguarda, questo è stato uno dei miei film preferiti partoriti dallo sfavillante mondo Ghibli! Checché se ne dica, ma per me ha battuto "Howl", "Nausicaa" e "Ponyo" nettamente.
Ma andiamo con ordine: la trama è abbastanza semplice, naturale e coinvolgente, senza particolare suspense, ma comunque in grado di calamitare l'attenzione appassionando chi guarda e allietando chi ascolta. In una bellissima casa alla periferia cittadina, si trasferisce un ragazzo, Sho, malato dalla nascita di una malattia al cuore e pronto a un operazione per salvagli la vita. In questa casa, però, da sempre vivono una famiglia di piccoli uomini, i "prendi in prestito" grandi più o meno come un bicchiere, i quali cercano di sopravvivere con gli avanzi degli umani e con tutto ciò che possono trovare senza farsi scoprire. La piccola famiglia è composta da madre, padre e figlia: Arrietty, ragazza bellissima e ben caratterizzata.
Durante una delle sue prime "esplorazioni" di prendi in prestito, però, la ragazza verrà scoperta da Sho, e questo porterà la famiglia in subbuglio, con l'idea di un trasloco prima che sia troppo tardi: infatti la famiglia ha paura che la loro specie possa estinguersi ancora più facilmente in caso venisse definitivamente scoperta.
Ecco, da una trama così semplice scaturiscono un sacco di sensazioni: amicizia, curiosità, dolcezza, tristezza, armonia, gentilezza e libertà, tutto contornato da una magistrale opera musicale, un eccellente lavoro di sfondi e movimenti (tipico dello studio Ghibli), un gioco di colori meraviglioso e un finale commovente che mi ha rattristato proprio perché faceva finire il film.
Il 9 anziché 10 è dovuto a delle imperfezioni di trama che ho riscontrato e che però potevano essere facilmente evitate, da citare specialmente il ruolo dell'unica vera antagonista della trama, la governante della casa, che quasi inspiegabilmente sembra provare un certo astio nei confronti dei piccoli uomini della casa. Ecco, solo quello mi ha un po' lasciato sconcertato, ma il resto è davvero ben fatto e l'ho adorato.
"Arrietty" è consigliato assolutamente a tutti, pro- e anti- (ce ne sono?) Ghibli.
Ma andiamo con ordine: la trama è abbastanza semplice, naturale e coinvolgente, senza particolare suspense, ma comunque in grado di calamitare l'attenzione appassionando chi guarda e allietando chi ascolta. In una bellissima casa alla periferia cittadina, si trasferisce un ragazzo, Sho, malato dalla nascita di una malattia al cuore e pronto a un operazione per salvagli la vita. In questa casa, però, da sempre vivono una famiglia di piccoli uomini, i "prendi in prestito" grandi più o meno come un bicchiere, i quali cercano di sopravvivere con gli avanzi degli umani e con tutto ciò che possono trovare senza farsi scoprire. La piccola famiglia è composta da madre, padre e figlia: Arrietty, ragazza bellissima e ben caratterizzata.
Durante una delle sue prime "esplorazioni" di prendi in prestito, però, la ragazza verrà scoperta da Sho, e questo porterà la famiglia in subbuglio, con l'idea di un trasloco prima che sia troppo tardi: infatti la famiglia ha paura che la loro specie possa estinguersi ancora più facilmente in caso venisse definitivamente scoperta.
Ecco, da una trama così semplice scaturiscono un sacco di sensazioni: amicizia, curiosità, dolcezza, tristezza, armonia, gentilezza e libertà, tutto contornato da una magistrale opera musicale, un eccellente lavoro di sfondi e movimenti (tipico dello studio Ghibli), un gioco di colori meraviglioso e un finale commovente che mi ha rattristato proprio perché faceva finire il film.
Il 9 anziché 10 è dovuto a delle imperfezioni di trama che ho riscontrato e che però potevano essere facilmente evitate, da citare specialmente il ruolo dell'unica vera antagonista della trama, la governante della casa, che quasi inspiegabilmente sembra provare un certo astio nei confronti dei piccoli uomini della casa. Ecco, solo quello mi ha un po' lasciato sconcertato, ma il resto è davvero ben fatto e l'ho adorato.
"Arrietty" è consigliato assolutamente a tutti, pro- e anti- (ce ne sono?) Ghibli.