Recensione
"Fullmetal Alchemist - La sacra stella di Milos" è un film destinato principalmente ai fan della saga, soprattutto a chi sente già la mancanza di questa bellissima serie di successo conclusa nel 2010. Contrariamente al lungometraggio del 2010, "Il conquistatore di Shamballa", la storia non approfondisce in nessun modo la trama o i personaggi in sé, ma racconta semplicemente un'avventura dei fratelli Elric.
Senza rivelare eccessivi dettagli della trama posso dire che la storia è ambientata lungo il confine tra Creta e Amestris, dove è in atto una costante repressione degli abitanti in rivolta. Nuove locations e nuovi personaggi: i fratelli (fratello e sorella) Crichton. Cronologicamente la vicenda può essere collocata prima che Al ed Ed partano per Briggs e dopo il flashback in cui Alphonse ricorda di avere visto il portale della verità. La trama è incentrata sui nuovi personaggi e, ovviamente, sui fratelli Elric.
Un punto di forza della saga di FMA è sicuramente l'ottima caratterizzazione dei personaggi, non solo dei protagonisti, e i personaggi nuovi non fanno eccezione. Molto azzeccato il fatto che, per incuriosire maggiormente lo spettatore, la loro storia venga svelata un po' alla volta.
Uno dei temi portanti di FMA è il rapporto tra fratelli, cosa che in questo lungometraggio viene ben analizzato sotto punti di vista differenti. Apprezzabile ed originale il contesto dell'ambientazione, diverso da quello visto nella serie TV, che azzarderei definire quasi di ispirazione miyazakiana. Bene per quanto riguarda la realizzazione tecnica. Per i disegni a mio parere non si può dire che si siano superati gli (ottimi) standard di 'Brotherhood'. Piuttosto, se consideriamo che è una produzione uscita in patria nelle sale cinematografiche, si può fare i puntigliosi dicendo tranquillamente che in alcune scene il tratto è un tantino "sporcato". C'è un minimo uso della computer grafica, fortunatamente davvero minimo: cosa che a volte fa più danni che altro.
Il sonoro è tutta "roba nuova", gradevole e appropriato, ma forse uno o due scalini al di sotto della OST della serie animata. Apprezzabili i temi di apertura e chiusura "Chasing hearts" e "Good Luck My Way", ma assolutamente non al livello di tracce dell'OST dell'anime come "Hologram" o "Period". Ottimo trovo il doppiaggio: i personaggi presenti hanno tutti le voce originali. Sempre eccezionale Renato Garrus Ezio Novara. Fa scuotere un po' la testa come si siano mantenuti alcuni attori del cast storico per dare voci a personaggi nuovi: Massimiliano Lotti, l'ottima voce di Scar, stavolta è Atlas e l'ormai onnipresente Marco Balzarotti, voce del Dr.Marcoh/Isaac McDougal e altri, dà le voci sempre a diversi personaggi secondari. Scelte azzeccate, attori di tutto rispetto, ma forse era il caso di fare vedere (sentire) qualcosa di nuovo.
Complessivamente il voto è 7, perché è un film buono, ma di certo non troppo impegnativo, che accontenta i fan della saga (per loro il voto è sicuramente dall'8 in su) e magari, proprio per il fatto che è scollegata dalla trama di "Brotherhood" e del manga, può avvicinare nuovi fan che ancora non conoscono la serie. Consigliato a tutti.
Senza rivelare eccessivi dettagli della trama posso dire che la storia è ambientata lungo il confine tra Creta e Amestris, dove è in atto una costante repressione degli abitanti in rivolta. Nuove locations e nuovi personaggi: i fratelli (fratello e sorella) Crichton. Cronologicamente la vicenda può essere collocata prima che Al ed Ed partano per Briggs e dopo il flashback in cui Alphonse ricorda di avere visto il portale della verità. La trama è incentrata sui nuovi personaggi e, ovviamente, sui fratelli Elric.
Un punto di forza della saga di FMA è sicuramente l'ottima caratterizzazione dei personaggi, non solo dei protagonisti, e i personaggi nuovi non fanno eccezione. Molto azzeccato il fatto che, per incuriosire maggiormente lo spettatore, la loro storia venga svelata un po' alla volta.
Uno dei temi portanti di FMA è il rapporto tra fratelli, cosa che in questo lungometraggio viene ben analizzato sotto punti di vista differenti. Apprezzabile ed originale il contesto dell'ambientazione, diverso da quello visto nella serie TV, che azzarderei definire quasi di ispirazione miyazakiana. Bene per quanto riguarda la realizzazione tecnica. Per i disegni a mio parere non si può dire che si siano superati gli (ottimi) standard di 'Brotherhood'. Piuttosto, se consideriamo che è una produzione uscita in patria nelle sale cinematografiche, si può fare i puntigliosi dicendo tranquillamente che in alcune scene il tratto è un tantino "sporcato". C'è un minimo uso della computer grafica, fortunatamente davvero minimo: cosa che a volte fa più danni che altro.
Il sonoro è tutta "roba nuova", gradevole e appropriato, ma forse uno o due scalini al di sotto della OST della serie animata. Apprezzabili i temi di apertura e chiusura "Chasing hearts" e "Good Luck My Way", ma assolutamente non al livello di tracce dell'OST dell'anime come "Hologram" o "Period". Ottimo trovo il doppiaggio: i personaggi presenti hanno tutti le voce originali. Sempre eccezionale Renato Garrus Ezio Novara. Fa scuotere un po' la testa come si siano mantenuti alcuni attori del cast storico per dare voci a personaggi nuovi: Massimiliano Lotti, l'ottima voce di Scar, stavolta è Atlas e l'ormai onnipresente Marco Balzarotti, voce del Dr.Marcoh/Isaac McDougal e altri, dà le voci sempre a diversi personaggi secondari. Scelte azzeccate, attori di tutto rispetto, ma forse era il caso di fare vedere (sentire) qualcosa di nuovo.
Complessivamente il voto è 7, perché è un film buono, ma di certo non troppo impegnativo, che accontenta i fan della saga (per loro il voto è sicuramente dall'8 in su) e magari, proprio per il fatto che è scollegata dalla trama di "Brotherhood" e del manga, può avvicinare nuovi fan che ancora non conoscono la serie. Consigliato a tutti.