Recensione
Old Boy
7.0/10
Oh Dae-su è un uomo di 30 anni che spesso si mette nei guai a causa di qualche sbronza o qualche atteggiamento poco responsabile, tuttavia essendo marito e padre di una bambina non arriva a far mancare nulla alla sua famiglia. Una sera del 1988, dopo l'ennesima sbronza che lo porta in un commissariato, viene tirato fuori dal suo fidato amico No Joo-Hwan e poco dopo scompare improvvisamente. Dae-su è stato infatti rapito e portato in un monolocale dove rimarrà imprigionato per ben 15 anni. Dopo essere stato liberato inaspettatamente, il protagonista cercherà di capire cosa ha fatto a chi per essere stato punito fino a questo punto. Pian piano scoprirà che dietro tutto questo c'è la figura di Lee Woo-Ji e verrà a conoscenza di terribili verità che sconvolgeranno il suo animo distruggendo completamente la sua mente.
Questa è la trama di "Oldboy", un film del 2003 tra i più acclamati del cinema coreano. La mente che ha dato vita al film è quella del regista Park Chan-wook, che inserisce questo lungometraggio nella Trilogia della Vendetta, che comprende anche "Mr. Vendetta" e "Lady Vendetta", un trittico che espone il tema della vendetta in tutta la sua più atroce crudeltà. "Oldboy" è infatti un film difficile da digerire per l'enorme violenza psicologica che il protagonista è costretto a subire, portandolo alla disperazione più vera e completa, sconvolgendo lo spettatore come se avesse subìto in prima persona i drammi di Dae-su, e non è un caso che proprio Quentin Tarantino in persona abbia definito questa pellicola "il film che avrei voluto fare io".
Non ci sono dubbi sul fatto che "Oldboy" sia un grandissimo thriller, realizzato in maniera impeccabile, che riesce a far gelare il sangue agli spettatori che vedranno con i loro occhi la realizzazione di uno dei più atroci piani vendicativi della storia del cinema. Quella descritta nel film è infatti una vendetta distruttiva studiata nei minimi dettagli e perfetta per distruggere completamente una persona con il più profondo odio. Park Chan-wook crea un'opera perfetta, che nel suo genere tocca vette notevoli e regala tutto ciò che un amante dei thriller più estremi desidera.
I meriti comunque non vanno soltanto a Park Chan-wook, ma anche al suo ottimo cast, che offre interpretazioni davvero significative, su tutte quelle del protagonista interpretato da Choi Min-sik, che riesce a trasmettere tutta la disperazione del suo personaggio in maniera ottimale.
Che dire in conclusione? Se siete fragili state alla larga da questo film, che è in grado di sconvolgere e lasciare un segno profondo nell'animo di chi lo vede: personalmente non mi sento uno spettatore fragile, ma devo ammettere per primo che la pesantezza di certi concetti non passa di certo inosservata. Amanti dei thriller, invece, fatevi avanti e aggiungete questo titolo con orgoglio alla vostra agghiacciante collezione.
Questa è la trama di "Oldboy", un film del 2003 tra i più acclamati del cinema coreano. La mente che ha dato vita al film è quella del regista Park Chan-wook, che inserisce questo lungometraggio nella Trilogia della Vendetta, che comprende anche "Mr. Vendetta" e "Lady Vendetta", un trittico che espone il tema della vendetta in tutta la sua più atroce crudeltà. "Oldboy" è infatti un film difficile da digerire per l'enorme violenza psicologica che il protagonista è costretto a subire, portandolo alla disperazione più vera e completa, sconvolgendo lo spettatore come se avesse subìto in prima persona i drammi di Dae-su, e non è un caso che proprio Quentin Tarantino in persona abbia definito questa pellicola "il film che avrei voluto fare io".
Non ci sono dubbi sul fatto che "Oldboy" sia un grandissimo thriller, realizzato in maniera impeccabile, che riesce a far gelare il sangue agli spettatori che vedranno con i loro occhi la realizzazione di uno dei più atroci piani vendicativi della storia del cinema. Quella descritta nel film è infatti una vendetta distruttiva studiata nei minimi dettagli e perfetta per distruggere completamente una persona con il più profondo odio. Park Chan-wook crea un'opera perfetta, che nel suo genere tocca vette notevoli e regala tutto ciò che un amante dei thriller più estremi desidera.
I meriti comunque non vanno soltanto a Park Chan-wook, ma anche al suo ottimo cast, che offre interpretazioni davvero significative, su tutte quelle del protagonista interpretato da Choi Min-sik, che riesce a trasmettere tutta la disperazione del suo personaggio in maniera ottimale.
Che dire in conclusione? Se siete fragili state alla larga da questo film, che è in grado di sconvolgere e lasciare un segno profondo nell'animo di chi lo vede: personalmente non mi sento uno spettatore fragile, ma devo ammettere per primo che la pesantezza di certi concetti non passa di certo inosservata. Amanti dei thriller, invece, fatevi avanti e aggiungete questo titolo con orgoglio alla vostra agghiacciante collezione.