Recensione
Two Sisters
10.0/10
Ho recuperato questo film appena prima che venisse messo fuori catalogo... un film splendido!
All'inizio vi è il triste e alquanto vuoto scenario di una clinica psichiatrica; dopo di che vediamo due sorelle molto legate fra loro, Su-mi e Su-yeon, che rientrano a casa. Una donna le accoglie sorridente, ma non è la loro vera madre (perché lei è morta suicida tempo prima), bensì la nuova moglie del padre, con cui loro saranno costrette a convivere d'ora in poi. Su-mi, la maggiore, vive un rapporto molto conflittuale con la matrigna, e fa di tutto per proteggere la sorellina Su-yeon, molto più fragile di lei e spaventata dalla nuova situazione domestica, che è angosciosa e terrificante, non solo per via dell'insopportabile matrigna, ma anche e soprattutto per via di misteriosi e sinistri eventi che accadono in casa...
Apparentemente, "Two sisters" è un horror, che, come tipico dei film orientali del medesimo genere, non spaventa con mostri e splatter, ma con sistemi molto più sottili e complessi. In più casi ho avuto modo di apprezzare come i registi coreani o giapponesi sappiano creare ansia e paura semplicemente con l'espressione di un viso, un rumore sinistro, un adeguato gioco di luci e ombre, una musica inserita ad hoc, e ho potuto riscontrare la medesima maestria anche in questo film. Il regista pare soffermarsi troppo su aspetti insignificanti della vita familiare, come un pasto, l'ora di dormire, il che potrebbe far pensare a una trama noiosa e pesante, ma non è affatto così. Tutto è adeguatamente studiato, e ad un certo punto ci si rende conto di non poter più distogliere l'attenzione dallo schermo, per osservare attentamente ogni espressione, cogliere tutti i dettagli di ogni dialogo, nella speranza di riuscire a scoprire che cosa di tanto sinistro si celi dentro quelle mura apparentemente accoglienti della casa natale delle due sorelline, e di comprendere fino in fondo il loro dramma.
Spesso gli horror nostrani non mi hanno turbata minimamente, in certi casi addirittura mi hanno fatto ridere di gusto: è fin troppo facile inventarsi un maniaco omicida che semina sul suo cammino cadaveri malamente martoriati, o mostrare pavimenti fin troppo abbondantemente imbrattati di sangue, o ancora di più creare mostri dagli aspetti più svariati, con effetti speciali più o meno curati; "Two sisters" non ha niente di tutto questo, eppure non solo mi ha incollata allo schermo per tutta la sua durata, ma in certi punti mi ha realmente spaventata, facendomi sobbalzare, anche solo per ciò che poteva spuntare dietro a una porta, in fondo a un corridoio buio, dentro a un armadio, sotto a un tavolo! E, comunque, esso non è un horror nel comune senso della parola: lo si può definire tale in quanto è anche, e soprattutto, un angoscioso viaggio alla ricerca degli orrori che possono nascondersi nella psiche umana, viaggio angoscioso che può portarti alla realistica, e perciò ancora più terribile, conclusione che a volte nemmeno la famiglia può proteggerti, anzi!
Il finale è scioccante, inaspettato, geniale; in realtà il regista semina fin dall'inizio svariati indizi su dove vorrebbe andare a parare, ma sono indizi così sfumati e insidiosi da non essere facilmente colti, almeno non a un'unica visione; e sicuramente tutto è molto più complesso per noi occidentali, che abbiamo mentalità e cultura tanto diverse.
Insomma, "Two sisters" è uno di quei capolavori che, essendo di produzione asiatica, sono troppo poco valorizzati da noi, forse per sciocchi pregiudizi, forse per ignoranza, forse per la pigrizia di non volersi sforzare a conoscere una cultura e un'arte così diverse dalla nostra.
Io l'ho apprezzato tantissimo e l'ho visto più volte, e consiglio caldamente di recuperare il DVD: anche se purtroppo è fuori catalogo lo si dovrebbe ancora trovare on-line.
Un bel 10 pieno, meritatissimo!
All'inizio vi è il triste e alquanto vuoto scenario di una clinica psichiatrica; dopo di che vediamo due sorelle molto legate fra loro, Su-mi e Su-yeon, che rientrano a casa. Una donna le accoglie sorridente, ma non è la loro vera madre (perché lei è morta suicida tempo prima), bensì la nuova moglie del padre, con cui loro saranno costrette a convivere d'ora in poi. Su-mi, la maggiore, vive un rapporto molto conflittuale con la matrigna, e fa di tutto per proteggere la sorellina Su-yeon, molto più fragile di lei e spaventata dalla nuova situazione domestica, che è angosciosa e terrificante, non solo per via dell'insopportabile matrigna, ma anche e soprattutto per via di misteriosi e sinistri eventi che accadono in casa...
Apparentemente, "Two sisters" è un horror, che, come tipico dei film orientali del medesimo genere, non spaventa con mostri e splatter, ma con sistemi molto più sottili e complessi. In più casi ho avuto modo di apprezzare come i registi coreani o giapponesi sappiano creare ansia e paura semplicemente con l'espressione di un viso, un rumore sinistro, un adeguato gioco di luci e ombre, una musica inserita ad hoc, e ho potuto riscontrare la medesima maestria anche in questo film. Il regista pare soffermarsi troppo su aspetti insignificanti della vita familiare, come un pasto, l'ora di dormire, il che potrebbe far pensare a una trama noiosa e pesante, ma non è affatto così. Tutto è adeguatamente studiato, e ad un certo punto ci si rende conto di non poter più distogliere l'attenzione dallo schermo, per osservare attentamente ogni espressione, cogliere tutti i dettagli di ogni dialogo, nella speranza di riuscire a scoprire che cosa di tanto sinistro si celi dentro quelle mura apparentemente accoglienti della casa natale delle due sorelline, e di comprendere fino in fondo il loro dramma.
Spesso gli horror nostrani non mi hanno turbata minimamente, in certi casi addirittura mi hanno fatto ridere di gusto: è fin troppo facile inventarsi un maniaco omicida che semina sul suo cammino cadaveri malamente martoriati, o mostrare pavimenti fin troppo abbondantemente imbrattati di sangue, o ancora di più creare mostri dagli aspetti più svariati, con effetti speciali più o meno curati; "Two sisters" non ha niente di tutto questo, eppure non solo mi ha incollata allo schermo per tutta la sua durata, ma in certi punti mi ha realmente spaventata, facendomi sobbalzare, anche solo per ciò che poteva spuntare dietro a una porta, in fondo a un corridoio buio, dentro a un armadio, sotto a un tavolo! E, comunque, esso non è un horror nel comune senso della parola: lo si può definire tale in quanto è anche, e soprattutto, un angoscioso viaggio alla ricerca degli orrori che possono nascondersi nella psiche umana, viaggio angoscioso che può portarti alla realistica, e perciò ancora più terribile, conclusione che a volte nemmeno la famiglia può proteggerti, anzi!
Il finale è scioccante, inaspettato, geniale; in realtà il regista semina fin dall'inizio svariati indizi su dove vorrebbe andare a parare, ma sono indizi così sfumati e insidiosi da non essere facilmente colti, almeno non a un'unica visione; e sicuramente tutto è molto più complesso per noi occidentali, che abbiamo mentalità e cultura tanto diverse.
Insomma, "Two sisters" è uno di quei capolavori che, essendo di produzione asiatica, sono troppo poco valorizzati da noi, forse per sciocchi pregiudizi, forse per ignoranza, forse per la pigrizia di non volersi sforzare a conoscere una cultura e un'arte così diverse dalla nostra.
Io l'ho apprezzato tantissimo e l'ho visto più volte, e consiglio caldamente di recuperare il DVD: anche se purtroppo è fuori catalogo lo si dovrebbe ancora trovare on-line.
Un bel 10 pieno, meritatissimo!