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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Allora, da "Togainu no chi" non mi aspettavo molto. Cioè, ho iniziato a guardarlo solo perché avevo sentito che in esso vi era un che di "yaoi", ma sapendo che proveniva da un gioco non avevo chissà quante aspettative.
Nonostante ciò mi sono ritrovata a divorare l'anime. Non dico che "Togainu no chi" sia un capolavoro, esistono miriadi di anime a sfondo di guerra e caos dove il sangue di una ferita è molto meglio rappresentato - sì, perché in "Togainu no chi", il sangue dei personaggi sembra essere ketchup spremuto addosso alle braccia - però devo dire che nonostante questo dettaglio riesce a incuriosire.
Forse il personaggio principale Akira ha un carattere freddo, ma si dimostra colmo di sentimenti nel momento in cui perde una persona a lui cara. Il finale poi lascia con un senso di amaro in bocca che però non dispiace.
Sì, lo so, questa cosa è strana, ma credo che non sempre vi debba essere un finale che tutti vorrebbero, quindi da un certo punto di vista sono felice che lo si sia lasciato concludere in questo modo.
I disegni, a parte il sangue/pomodoro/ketchup/rosso evidenziatore fosforescente, non sono male. I protagonisti hanno dei tratti molti delineati e per fortuna vengono approfonditi.
Uno degli elementi che mi è piaciuto, per quanto sadico possa essere, è il personaggio di Inu e tutta la sua combriccola malvagiamente sexy - sì, scusatemi dovevo dirlo.
Detto questo, un otto credo che vada bene; diciamo che il sangue rosso evidenziatore ha calato un po' il realismo dell'anime, però l'elemento droga, il passato dei personaggi ben sviluppato, e il caro Inu, beh, alzano il voto.