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"Say, I Love You" rientra in quel filone shoujo in cui la sfigata di turno attrae per un inspiegabile motivo l'attenzione del figaccione della scuola; vengono alle mente molti titoli, ma forse il più recente e famoso omologo è "Arrivare a te". Qui come in "Kimi ni Todoke" la protagonista è fraintesa dai suoi compagni, che la vedono come una persona solitaria e gretta, non riuscendo a vedere la sua innata gentilezza. Certo, qui è Mei a voler dare questa impressione di sé, non fa nulla per cambiarla, poiché ha perso la fiducia nelle persone e nell'amicizia, e l'amore non lo concepisce nemmeno, per il momento. Sadako invece è un personaggio positivo e proattivo; Mei è davvero moscia e passiva.
Chi segue un po' gli shoujo sa già che attrarre il ragazzo popolare non porta ad una vita sociale idilliaca nel campus scolastico, poiché l'idolo di turno ha sempre fan inferocite, che vorranno mettere i bastoni tre le ruote alla sgualdrina immeritevole delle attenzioni del divo. Ecco che abbiamo una sfilata di ex, di 'una botta e via', di amiche che vorrebbero essere di più, e di nuove arrivate intriganti che se lo vogliono fare... mmh, accaparrare. Insomma, Yamato per tutte!
Il personaggio maschile in queste storie o è uno sciupafemmine incallito, che decide improvvisamente di fare il bravo ragazzo, rispettando i lunghissimi inverosimili tempi della sfigata, oppure è un perfetto idiota rimbambito alla Kazehaja di "Kimi ni Todoke". Il nostrro Yamato qualche esperienzuccia ce l'ha avuta, ma rientra nella categoria del fesso: proprio non si rende conto delle macchinazioni delle vipere che ha intorno, inevitabilmente complicando le cose.

Il merito di questo anime è però di dare una dimensione un po' più reale ai rapporti tra giovani liceali dal punto di vista sessuale: insomma, a parte i due protagonisti, le altre coppie non stanno lì a pettinare le bambole e a stringersi la manina…
Commento personale: Mei, ma non è meglio Takemura Kai?