Recensione
Kokoro Connect
8.0/10
"Kokoro Connect" è la serie animata made by Silver Link in onda da luglio 2012 nelle reti giapponesi, realizzata sulla base dell'originale light novel di Sadanatsu Anda, tuttora in serializzazione. L'anime, di 13 puntate + 4, copre, con saghe da quattro episodi circa ciascuna, i primi quattro archi della storia, cosiddetti "random"; pertanto, nonostante la trama dell'anime possa a mio giudizio essere definita completa, in realtà l'originale è ben lontana da una fine definitiva. Tanto per informarvi.
La storia sa essere semplice e complicatissima al tempo stesso, e trovo che questo sia uno dei suoi tratti più distintivi e caratteristici, oltre al meraviglioso senso di realtà e vicinanza alle vicende raccontate che lo spettatore prova durante la visione.
Taichi, Inaba, Iori, Yui e Aoki sono cinque studenti scansafatiche. Senza alcuna attitudine per lo sport, la musica o qualsiasi altra qualità che li distingua dagli altri studenti, decidono di fondare un club inutile, cui daranno l'altisonante nome di "Club di Ricerca Culturale" (anche se, di fatto, del CRC se ne occupa solo la professionale Inaba), con il solo scopo di fare amicizia con altre persone senza doversi impegnare in un gruppo serio.
Ma non ci riusciranno. Presto giungerà un pericolo a rovinare i loro tranquilli pomeriggi, una creatura misteriosa la cui natura non verrà mai rivelata, che prende possesso del loro professore responsabile e annuncia loro che, da quel momento in avanti, progetterà degli "esperimenti" sui ragazzi, tanto per non annoiarsi. L'entità, tale Heartseed, rivelerà poi che questi "esperimenti" altro non sono che fenomeni innaturali volti a sollecitare le personalità dei protagonisti. Ogni esperimento, o Random, costituirà un arco a sé, naturalmente collegato con il resto della storia: l'Hito Random, lo scambio improvviso dei corpi; il Kizu Random, la manifestazione imprevista di atteggiamenti impulsivi; il Kako Random, in cui i ragazzi, scelti in modo apparentemente casuale, torneranno bambini a orari precisi; infine il Michi Random, l'arco conclusivo: i protagonisti potranno, sempre in una casualità apparente, udire i pensieri di uno di loro (e naturalmente la cosa si verificherà con i pensieri peggiori nei momenti meno opportuni).
Questo alternarsi di episodi innaturali sarà solo la scintilla che causerà uno sviluppo, sempre più serrato in corso d'opera, dei sentimenti dei personaggi, delle loro relazioni, del loro modo di essere. Il turbamento che provoca il fatto di ritrovarsi nei panni del ragazzo per cui si prova qualcosa, o di farsi vedere dai propri amici come si era a nove anni, unito alle incertezze tipiche del periodo adolescenziale, sconvolgerà, spaventerà e farà incredibilmente maturare i nostri protagonisti. Le loro reazioni sono poi così naturali, così convincenti, così vicine a quelle che qualunque altro ragazzo/ragazza avrebbe in una certa situazione, da farci affezionare ad ognuno di loro, facendolo concretizzare di fronte a noi, poveri spettatori, succubi di quella tempesta di emozioni che "Kokoro Connect" fa scaturire in ognuno dei suoi diciassette, splendidi episodi.
Il doppiaggio giapponese, realistico come sempre, rende ancora più vivace la narrazione; le OST, semplici ma appropriate, spuntano nei momenti di maggior drammaticità, e non nego che in certi punti mi siano venuti i brividi lungo la schiena. Il reparto grafico è poi gradevole: un chara non particolarmente originale ma indovinato rende perfettamente distinguibili, di aspetto come di personalità, i personaggi; in particolare ho apprezzato il design di Iori-chan, una ragazza affetta da insicurezza cronica, ma con un visino così delizioso da fungere perfettamente da maschera, maschera che lei indossa incessantemente.
Infine, la regia è magistrale: allunga in maniera indescrivibilmente tediosa i punti tragici, facendoci vivere ogni doloroso secondo che porta una dichiarazione rifiutata o una rivelazione imbarazzante; al contrario, nelle scene violente o fatali, taglia subito l'inquadratura, di modo che lo spettatore rimanga col fiato sospeso e gli occhi spalancati.
Inutile ripetere quanto io abbia apprezzato l'opera nella sua pienezza: una trama perfetta per un anime del genere commedia scolastica, una grafica degna di un prodotto del 2012, una regia incomparabile.
Lo consiglio davvero a tutti, che siate ragazze appassionate di shoujo lacrimevoli o ragazzi desiderosi di una commedia un po' diversa, la cosa non cambia: Kokoro Connect sa adattarsi alla personalità di qualunque adolescente pieno di insicurezza per il futuro e, perchè no, anche per qualche adulto che vuole ritrovare la fiducia nel domani.
Nel complesso, davvero un ottimo, imperdibile anime, perla tra i prodotti di questo genere.
La storia sa essere semplice e complicatissima al tempo stesso, e trovo che questo sia uno dei suoi tratti più distintivi e caratteristici, oltre al meraviglioso senso di realtà e vicinanza alle vicende raccontate che lo spettatore prova durante la visione.
Taichi, Inaba, Iori, Yui e Aoki sono cinque studenti scansafatiche. Senza alcuna attitudine per lo sport, la musica o qualsiasi altra qualità che li distingua dagli altri studenti, decidono di fondare un club inutile, cui daranno l'altisonante nome di "Club di Ricerca Culturale" (anche se, di fatto, del CRC se ne occupa solo la professionale Inaba), con il solo scopo di fare amicizia con altre persone senza doversi impegnare in un gruppo serio.
Ma non ci riusciranno. Presto giungerà un pericolo a rovinare i loro tranquilli pomeriggi, una creatura misteriosa la cui natura non verrà mai rivelata, che prende possesso del loro professore responsabile e annuncia loro che, da quel momento in avanti, progetterà degli "esperimenti" sui ragazzi, tanto per non annoiarsi. L'entità, tale Heartseed, rivelerà poi che questi "esperimenti" altro non sono che fenomeni innaturali volti a sollecitare le personalità dei protagonisti. Ogni esperimento, o Random, costituirà un arco a sé, naturalmente collegato con il resto della storia: l'Hito Random, lo scambio improvviso dei corpi; il Kizu Random, la manifestazione imprevista di atteggiamenti impulsivi; il Kako Random, in cui i ragazzi, scelti in modo apparentemente casuale, torneranno bambini a orari precisi; infine il Michi Random, l'arco conclusivo: i protagonisti potranno, sempre in una casualità apparente, udire i pensieri di uno di loro (e naturalmente la cosa si verificherà con i pensieri peggiori nei momenti meno opportuni).
Questo alternarsi di episodi innaturali sarà solo la scintilla che causerà uno sviluppo, sempre più serrato in corso d'opera, dei sentimenti dei personaggi, delle loro relazioni, del loro modo di essere. Il turbamento che provoca il fatto di ritrovarsi nei panni del ragazzo per cui si prova qualcosa, o di farsi vedere dai propri amici come si era a nove anni, unito alle incertezze tipiche del periodo adolescenziale, sconvolgerà, spaventerà e farà incredibilmente maturare i nostri protagonisti. Le loro reazioni sono poi così naturali, così convincenti, così vicine a quelle che qualunque altro ragazzo/ragazza avrebbe in una certa situazione, da farci affezionare ad ognuno di loro, facendolo concretizzare di fronte a noi, poveri spettatori, succubi di quella tempesta di emozioni che "Kokoro Connect" fa scaturire in ognuno dei suoi diciassette, splendidi episodi.
Il doppiaggio giapponese, realistico come sempre, rende ancora più vivace la narrazione; le OST, semplici ma appropriate, spuntano nei momenti di maggior drammaticità, e non nego che in certi punti mi siano venuti i brividi lungo la schiena. Il reparto grafico è poi gradevole: un chara non particolarmente originale ma indovinato rende perfettamente distinguibili, di aspetto come di personalità, i personaggi; in particolare ho apprezzato il design di Iori-chan, una ragazza affetta da insicurezza cronica, ma con un visino così delizioso da fungere perfettamente da maschera, maschera che lei indossa incessantemente.
Infine, la regia è magistrale: allunga in maniera indescrivibilmente tediosa i punti tragici, facendoci vivere ogni doloroso secondo che porta una dichiarazione rifiutata o una rivelazione imbarazzante; al contrario, nelle scene violente o fatali, taglia subito l'inquadratura, di modo che lo spettatore rimanga col fiato sospeso e gli occhi spalancati.
Inutile ripetere quanto io abbia apprezzato l'opera nella sua pienezza: una trama perfetta per un anime del genere commedia scolastica, una grafica degna di un prodotto del 2012, una regia incomparabile.
Lo consiglio davvero a tutti, che siate ragazze appassionate di shoujo lacrimevoli o ragazzi desiderosi di una commedia un po' diversa, la cosa non cambia: Kokoro Connect sa adattarsi alla personalità di qualunque adolescente pieno di insicurezza per il futuro e, perchè no, anche per qualche adulto che vuole ritrovare la fiducia nel domani.
Nel complesso, davvero un ottimo, imperdibile anime, perla tra i prodotti di questo genere.