Recensione
Zero no Tsukaima
7.0/10
Recensione di wariolander
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La prima volta che diedi una fugace occhiata alla scheda di "Zero no Tsukaima" presente nel database ero alquanto scettico. Tanti elementi non mi convincevano, in primis la poca originalità della trama, quindi il character design dei personaggi e così via. Fortunatamente, vista la mancanza di altri anime da visionare, decisi di dare una possibilità a questa serie e col senno di poi posso dire che è stata un'ottima scelta. Vediamo perché!
- Non innovare: punto di forza!
La trama di per sé non è originalissima: Saito, un giovane giapponese, viene teletrasportato in un mondo parallelo da Louise, una non brillantissima studente di magia alle prese con l'evocazione del suo famiglio, un animale atto a proteggere il suo padrone. Il ragazzo terrestre si troverà quindi legato alla giovane nobile da questo strano patto e affronterà molteplici avventure.
Sembrerà strano a dirsi, ma proprio il fatto di non innovare è uno dei punti di forza della serie. Mi spiego: come vedremo in seguito, quest'opera pesca a piene mani da altri ambiti, creando un mix che a prima vista potrebbe risultare indigesto. In realtà, il tutto funziona in quanto vengono "rubate" idee di per sé valide (la scuola di magia, il viaggio dimensionale, rapporto odio-amore tra i protagonisti), che vengono quindi rielaborate molto bene, non creando un guazzabuglio ma invece una trama solida, lineare e coerente, che si fa seguire. Da questa compresenza di molteplici idee deriva una conseguente alternanza di situazioni: a momenti più comici, infatti, se ne affiancano altri più d'azione-avventura e quindi sentimentali.
Costituiva una bella sfida riuscire a inserirli tutti in solo tredici puntate e in maniera equilibrata. Direi che ci sono riusciti molto bene: i cambi di registro spiazzano positivamente, riducendo i momenti morti e risultando il vero punto di forza della serie.
- Chi copia cosa?
I richiami ad altre opere, sia anime che non, sono molto evidenti. L'ambientazione ricorda una versione fantasy e "japanese style" dell'arcinota scuola di Hogwarts. La caratterizzazione di questo e degli altri svariati ambienti che si trovano nel corso della trama è molto riuscita e aiuta a immedesimarsi alla perfezione.
L'altro elemento "preso in prestito" è senza dubbio la caratterizzazione di Louise, la giovane maga. La sua personalità tsundere è infatti assimilabile in tutto e per tutto a quella di Taiga ("Toradora!") e Shana ("Shakugan no Shana"). Anche in questo caso non è un male: la comicità dei rapporti tra i due protagonisti, seppur all'inizio risulti un po' difficile da capire, strappa un sorriso soprattutto grazie alla forte connotazione di quest'ultima.
- Bei caratteri?
I personaggi principali, Saito e Louise, godono di una buona caratterizzazione. Nonostante non venga troppo approfondita la connotazione psicologica, non sono personaggi bidimensionali. Il loro rapporto, seppur incentrato sempre sull'odio-amore tipico delle coppie "tsundere", evolve nel corso della vicenda e delle serie.
Gli altri protagonisti principali, Tabitha e Kircke, sono caratterizzati in maniera opposta: l'una taciturna e misteriosa (con un passato pesante alle spalle), l'altra solare e "ecchiesca". Inutile dire che si completano molto bene e aiutano a dare varietà alla vicenda. Menzione particolare per il professor Colbert: mi è piaciuta la sua volontà antimilitarista e l'evoluzione che avrà nel corso delle serie.
- Problemi magici
Veniamo alle note negative: cosa non funziona? Per fortuna poco, ma comunque sono presenti elementi che non mi hanno convinto. In primis alcune vicende vengono introdotte e poi lasciate a metà (l'anello magico dello spirito del lago, per esempio). Nel corso della serie si dimenticano questi particolari, però è davvero un peccato, considerando che con un minimo di attenzione in più si potevano evitare queste distrazioni.
Altro elemento potenzialmente negativo è la comicità: di per sé non è brutta, ma è fortemente incentrata sulla connotazione "padrone-famiglio". Di fatto taglia fuori chi odia o comunque non apprezza questo tipo di umorismo. Si poteva variare un po' di più, invece si insiste molto su questo elemento, peccando anche di ripetitività.
- In conclusione
"Zero no Tsukaima" riesce, seppur non creando nulla di eccezionale o di nuovo, a farsi seguire toccando diverse corde dello spettatore. Una valida serie che raggiungerà nel suo seguito "Futatsuki no Kishi" il suo apice, ma che comunque mette solide basi in questa prima incarnazione.
- Non innovare: punto di forza!
La trama di per sé non è originalissima: Saito, un giovane giapponese, viene teletrasportato in un mondo parallelo da Louise, una non brillantissima studente di magia alle prese con l'evocazione del suo famiglio, un animale atto a proteggere il suo padrone. Il ragazzo terrestre si troverà quindi legato alla giovane nobile da questo strano patto e affronterà molteplici avventure.
Sembrerà strano a dirsi, ma proprio il fatto di non innovare è uno dei punti di forza della serie. Mi spiego: come vedremo in seguito, quest'opera pesca a piene mani da altri ambiti, creando un mix che a prima vista potrebbe risultare indigesto. In realtà, il tutto funziona in quanto vengono "rubate" idee di per sé valide (la scuola di magia, il viaggio dimensionale, rapporto odio-amore tra i protagonisti), che vengono quindi rielaborate molto bene, non creando un guazzabuglio ma invece una trama solida, lineare e coerente, che si fa seguire. Da questa compresenza di molteplici idee deriva una conseguente alternanza di situazioni: a momenti più comici, infatti, se ne affiancano altri più d'azione-avventura e quindi sentimentali.
Costituiva una bella sfida riuscire a inserirli tutti in solo tredici puntate e in maniera equilibrata. Direi che ci sono riusciti molto bene: i cambi di registro spiazzano positivamente, riducendo i momenti morti e risultando il vero punto di forza della serie.
- Chi copia cosa?
I richiami ad altre opere, sia anime che non, sono molto evidenti. L'ambientazione ricorda una versione fantasy e "japanese style" dell'arcinota scuola di Hogwarts. La caratterizzazione di questo e degli altri svariati ambienti che si trovano nel corso della trama è molto riuscita e aiuta a immedesimarsi alla perfezione.
L'altro elemento "preso in prestito" è senza dubbio la caratterizzazione di Louise, la giovane maga. La sua personalità tsundere è infatti assimilabile in tutto e per tutto a quella di Taiga ("Toradora!") e Shana ("Shakugan no Shana"). Anche in questo caso non è un male: la comicità dei rapporti tra i due protagonisti, seppur all'inizio risulti un po' difficile da capire, strappa un sorriso soprattutto grazie alla forte connotazione di quest'ultima.
- Bei caratteri?
I personaggi principali, Saito e Louise, godono di una buona caratterizzazione. Nonostante non venga troppo approfondita la connotazione psicologica, non sono personaggi bidimensionali. Il loro rapporto, seppur incentrato sempre sull'odio-amore tipico delle coppie "tsundere", evolve nel corso della vicenda e delle serie.
Gli altri protagonisti principali, Tabitha e Kircke, sono caratterizzati in maniera opposta: l'una taciturna e misteriosa (con un passato pesante alle spalle), l'altra solare e "ecchiesca". Inutile dire che si completano molto bene e aiutano a dare varietà alla vicenda. Menzione particolare per il professor Colbert: mi è piaciuta la sua volontà antimilitarista e l'evoluzione che avrà nel corso delle serie.
- Problemi magici
Veniamo alle note negative: cosa non funziona? Per fortuna poco, ma comunque sono presenti elementi che non mi hanno convinto. In primis alcune vicende vengono introdotte e poi lasciate a metà (l'anello magico dello spirito del lago, per esempio). Nel corso della serie si dimenticano questi particolari, però è davvero un peccato, considerando che con un minimo di attenzione in più si potevano evitare queste distrazioni.
Altro elemento potenzialmente negativo è la comicità: di per sé non è brutta, ma è fortemente incentrata sulla connotazione "padrone-famiglio". Di fatto taglia fuori chi odia o comunque non apprezza questo tipo di umorismo. Si poteva variare un po' di più, invece si insiste molto su questo elemento, peccando anche di ripetitività.
- In conclusione
"Zero no Tsukaima" riesce, seppur non creando nulla di eccezionale o di nuovo, a farsi seguire toccando diverse corde dello spettatore. Una valida serie che raggiungerà nel suo seguito "Futatsuki no Kishi" il suo apice, ma che comunque mette solide basi in questa prima incarnazione.